Giobbe

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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miriam bolfissimo
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Giobbe

Messaggio da miriam bolfissimo » gio set 04, 2008 2:53 pm

      • Giobbe - Capitolo 35
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  • Dio non è indifferente ai casi umani
[1]Eliu riprese a dire:

[2]Ti pare di aver pensato cosa giusta,
quando dicesti: «Ho ragione davanti a Dio»?
[3]O quando hai detto: «Che te ne importa?
Che utilità ne ho dal mio peccato»?
[4]Risponderò a te con discorsi
e ai tuoi amici insieme con te.
[5]Contempla il cielo e osserva,
considera le nubi: sono più alte di te.
[6]Se pecchi, che gli fai?
Se moltiplichi i tuoi delitti, che danno gli arrechi?
[7]Se tu sei giusto, che cosa gli dai
o che cosa riceve dalla tua mano?
[8]Su un uomo come te ricade la tua malizia,
su un figlio d'uomo la tua giustizia!
[9]Si grida per la gravità dell'oppressione,
si invoca aiuto sotto il braccio dei potenti,
[10]ma non si dice: «Dov'è quel Dio che mi ha creato,
che concede nella notte canti di gioia;
[11]che ci rende più istruiti delle bestie selvatiche,
che ci fa più saggi degli uccelli del cielo?».
[12]Si grida, allora, ma egli non risponde
di fronte alla superbia dei malvagi.
[13]Certo è falso dire: «Dio non ascolta
e l'Onnipotente non presta attenzione»;
[14]più ancora quando tu dici che non lo vedi,
che la tua causa sta innanzi a lui e tu in lui speri;
[15]così pure quando dici che la sua ira non punisce
né si cura molto dell'iniquità.
[16]Giobbe dunque apre invano la sua bocca
e senza cognizione moltiplica le chiacchiere.



      • Giobbe - Capitolo 36
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  • Il vero senso delle sofferenze di Giobbe

[1]Eliu continuò a dire:

[2]Abbi un pò di pazienza e io te lo dimostrerò,
perché in difesa di Dio c'è altro da dire.
[3]Prenderò da lontano il mio sapere
e renderò giustizia al mio creatore,
[4]poiché non è certo menzogna il mio parlare:
un uomo di perfetta scienza è qui con te.
[5]Ecco, Dio è grande e non si ritratta,
egli è grande per fermezza di cuore.
[6]Non lascia vivere l'iniquo
e rende giustizia ai miseri.
[7]Non toglie gli occhi dai giusti,
li fa sedere sul trono con i re
e li esalta per sempre.
[8]Se talvolta essi sono avvinti in catene,
se sono stretti dai lacci dell'afflizione,
[9]fa loro conoscere le opere loro
e i loro falli, perché superbi;
[10]apre loro gli orecchi per la correzione
e ordina che si allontanino dalla iniquità.
[11]Se ascoltano e si sottomettono,
chiuderanno i loro giorni nel benessere
e i loro anni nelle delizie.
[12]Ma se non vorranno ascoltare,
di morte violenta periranno,
spireranno senza neppure saperlo.
[13]I perversi di cuore accumulano l'ira;
non invocano aiuto, quando Dio li avvince in catene:
[14]si spegne in gioventù la loro anima,
e la loro vita all'età dei dissoluti.
[15]Ma egli libera il povero con l'afflizione,
gli apre l'udito con la sventura.
[16]Anche te intende sottrarre dal morso dell'angustia:
avrai in cambio un luogo ampio, non ristretto
e la tua tavola sarà colma di vivande grasse.
[17]Ma se colmi la misura con giudizi da empio,
giudizio e condanna ti seguiranno.
[18]La collera non ti trasporti alla bestemmia,
l'abbondanza dell'espiazione non ti faccia fuorviare.
[19]Può forse farti uscire dall'angustia il tuo grido,
con tutti i tentativi di forza?
[20]Non sospirare quella notte,
in cui i popoli vanno al loro luogo.
[21]Bada di non volgerti all'iniquità,
poiché per questo sei stato provato dalla miseria.

  • Inno alla sapienza onnipotente

[22]Ecco, Dio è sublime nella sua potenza;
chi come lui è temibile?
[23]Chi mai gli ha imposto il suo modo d'agire
o chi mai ha potuto dirgli: «Hai agito male?».
[24]Ricordati che devi esaltare la sua opera,
che altri uomini hanno cantato.
[25]Ogni uomo la contempla,
il mortale la mira da lontano.
[26]Ecco, Dio è così grande, che non lo
comprendiamo:
il numero dei suoi anni è incalcolabile.
[27]Egli attrae in alto le gocce dell'acqua
e scioglie in pioggia i suoi vapori,
[28]che le nubi riversano
e grondano sull'uomo in grande quantità.
[31]In tal modo sostenta i popoli
e offre alimento in abbondanza.
[29]Chi inoltre può comprendere la distesa delle nubi,
i fragori della sua dimora?
[30]Ecco, espande sopra di esso il suo vapore
e copre le profondità del mare.
[32]Arma le mani di folgori
e le scaglia contro il bersaglio.
[33]Lo annunzia il suo fragore,
riserva d'ira contro l'iniquità.



      • Giobbe - Capitolo 37
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[1]Per questo mi batte forte il cuore
e mi balza fuori dal petto.
[2]Udite, udite, il rumore della sua voce,
il fragore che esce dalla sua bocca.
[3]Il lampo si diffonde sotto tutto il cielo
e il suo bagliore giunge ai lembi della terra;
[4]dietro di esso brontola il tuono,
mugghia con il suo fragore maestoso
e nulla arresta i fulmini,
da quando si è udita la sua voce;
[5]mirabilmente tuona Dio con la sua voce
opera meraviglie che non comprendiamo!
[6]Egli infatti dice alla neve: «Cadi sulla terra»
e alle piogge dirotte: «Siate violente».
[7]Rinchiude ogni uomo in casa sotto sigillo,
perché tutti riconoscano la sua opera.
[8]Le fiere si ritirano nei loro ripari
e nelle loro tane si accovacciano.
[9]Dal mezzogiorno avanza l'uragano
e il freddo dal settentrione.
[10]Al soffio di Dio si forma il ghiaccio
e la distesa dell'acqua si congela.
[11]Carica di umidità le nuvole
e le nubi ne diffondono le folgori.
[12]Egli le fa vagare dappertutto
secondo i suoi ordini,
perché eseguiscano quanto comanda loro
sul mondo intero.
[13]Le manda o per castigo della terra
o in segno di bontà.
[14]Porgi l'orecchio a questo, Giobbe, soffèrmati
e considera le meraviglie di Dio.
[15]Sai tu come Dio le diriga
e come la sua nube produca il lampo?
[16]Conosci tu come la nube si libri in aria,
i prodigi di colui che tutto sa?
[17]Come le tue vesti siano calde
quando non soffia l'austro e la terra riposa?
[18]Hai tu forse disteso con lui il firmamento,
solido come specchio di metallo fuso?
[19]Insegnaci che cosa dobbiamo dirgli.
Noi non parleremo per l'oscurità.
[20]Gli si può forse ordinare: «Parlerò io?».
O un uomo può dire che è sopraffatto?
[21]Ora diventa invisibile la luce,
oscurata in mezzo alle nubi:
ma tira il vento e le spazza via.
[22]Dal nord giunge un aureo chiarore,
intorno a Dio è tremenda maestà.
[23]L}Onnipotente noi non lo possiamo raggiungere,
sublime in potenza e rettitudine
e grande per giustizia: egli non ha da rispondere.
[24]Perciò gli uomini lo temono:
a lui la venerazione di tutti i saggi di mente.



      • Giobbe - Capitolo 38
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  • La sapienza creatrice confonde Giobbe

[1]Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine:

[2]Chi è costui che oscura il consiglio
con parole insipienti?
[3]Cingiti i fianchi come un prode,
io t'interrogherò e tu mi istruirai.
[4]Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza!
[5]Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai,
o chi ha teso su di essa la misura?
[6]Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
[7]mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e plaudivano tutti i figli di Dio?
[8]Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando erompeva uscendo dal seno materno,
[9]quando lo circondavo di nubi per veste
e per fasce di caligine folta?
[10]Poi gli ho fissato un limite
e gli ho messo chiavistello e porte
[11]e ho detto: «Fin qui giungerai e non oltre
e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde».
[12]Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all'aurora,
[13]perché essa afferri i lembi della terra
e ne scuota i malvagi?
[14]Si trasforma come creta da sigillo
e si colora come un vestito.
[15]E' sottratta ai malvagi la loro luce
ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.
[16]Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato?
[17]Ti sono state indicate le porte della morte
e hai visto le porte dell'ombra funerea?
[18]Hai tu considerato le distese della terra?
Dillo, se sai tutto questo!
[19]Per quale via si va dove abita la luce
e dove hanno dimora le tenebre
[20]perché tu le conduca al loro dominio
o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa?
[21]Certo, tu lo sai, perché allora eri nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
[22]Sei mai giunto ai serbatoi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
[23]che io riserbo per il tempo della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
[24]Per quali vie si espande la luce,
si diffonde il vento d'oriente sulla terra?
[25]Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una strada alla nube tonante,
[26]per far piovere sopra una terra senza uomini,
su un deserto dove non c'è nessuno,
[27]per dissetare regioni desolate e squallide
e far germogliare erbe nella steppa?
[28]Ha forse un padre la pioggia?
O chi mette al mondo le gocce della rugiada?
[29]Dal seno di chi è uscito il ghiaccio
e la brina del cielo chi l'ha generata?
[30]Come pietra le acque induriscono
e la faccia dell'abisso si raggela.
[31]Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi
o sciogliere i vincoli di Orione?
[32]Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino
o puoi guidare l'Orsa insieme con i suoi figli?
[33]Conosci tu le leggi del cielo
o ne applichi le norme sulla terra?
[34]Puoi tu alzare la voce fino alle nubi
e farti coprire da un rovescio di acqua?
[35]Scagli tu i fulmini e partono
dicendoti: «Eccoci!»?
[36]Chi ha elargito all'ibis la sapienza
o chi ha dato al gallo intelligenza?
[37]Chi può con sapienza calcolare le nubi
e chi riversa gli otri del cielo,
[38]quando si fonde la polvere in una massa
e le zolle si attaccano insieme?
[39]Vai tu a caccia di preda per la leonessa
e sazi la fame dei leoncini,
[40]quando sono accovacciati nelle tane
o stanno in agguato fra le macchie?
[41]Chi prepara al corvo il suo pasto,
quando i suoi nati gridano verso Dio
e vagano qua e là per mancanza di cibo?
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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Messaggio da miriam bolfissimo » gio set 04, 2008 2:58 pm

      • Giobbe - Capitolo 39
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[1]Sai tu quando figliano le camozze
e assisti al parto delle cerve?
[2]Conti tu i mesi della loro gravidanza
e sai tu quando devono figliare?
[3]Si curvano e depongono i figli,
metton fine alle loro doglie.
[4]Robusti sono i loro figli, crescono in campagna,
partono e non tornano più da esse.
[5]Chi lascia libero l'asino selvatico
e chi scioglie i legami dell'ònagro,
[6]al quale ho dato la steppa per casa
e per dimora la terra salmastra?
[7]Del fracasso della città se ne ride
e gli urli dei guardiani non ode.
[8]Gira per le montagne, sua pastura,
e va in cerca di quanto è verde.
[9]Il bufalo si lascerà piegare a servirti
o a passar la notte presso la tua greppia?
[10]Potrai legarlo con la corda per fare il solco
o fargli erpicare le valli dietro a te?
[11]Ti fiderai di lui, perché la sua forza è grande
e a lui affiderai le tue fatiche?
[12]Conterai su di lui, che torni
e raduni la tua messe sulla tua aia?
[13]L'ala dello struzzo batte festante,
ma è forse penna e piuma di cicogna?
[14]Abbandona infatti alla terra le uova
e sulla polvere le lascia riscaldare.
[15]Dimentica che un piede può schiacciarle,
una bestia selvatica calpestarle.
[16]Tratta duramente i figli, come se non fossero suoi,
della sua inutile fatica non si affanna,
[17]perché Dio gli ha negato la saggezza
e non gli ha dato in sorte discernimento.
[18]Ma quando giunge il saettatore, fugge agitando le ali:
si beffa del cavallo e del suo cavaliere.
[19]Puoi tu dare la forza al cavallo
e vestire di fremiti il suo collo?
[20]Lo fai tu sbuffare come un fumaiolo?
Il suo alto nitrito incute spavento.
[21]Scalpita nella valle giulivo
e con impeto va incontro alle armi.
[22]Sprezza la paura, non teme,
né retrocede davanti alla spada.
[23]Su di lui risuona la faretra,
il luccicar della lancia e del dardo.
[24]Strepitando, fremendo, divora lo spazio
e al suono della tromba più non si tiene.
[25]Al primo squillo grida: «Aah!...»
e da lontano fiuta la battaglia,
gli urli dei capi, il fragor della mischia.
[26]Forse per il tuo senno si alza in volo lo sparviero
e spiega le ali verso il sud?
[27]O al tuo comando l'aquila s'innalza
e pone il suo nido sulle alture?
[28]Abita le rocce e passa la notte
sui denti di rupe o sui picchi.
[29]Di lassù spia la preda,
lontano scrutano i suoi occhi.
[30]I suoi aquilotti succhiano il sangue
e dove sono cadaveri, là essa si trova.



      • Giobbe - Capitolo 40
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[1]Il Signore riprese e disse a Giobbe:
[2]Il censore vorrà ancora contendere con l'Onnipotente?
L'accusatore di Dio risponda!
[3]Giobbe rivolto al Signore disse:
[4]Ecco, sono ben meschino: che ti posso rispondere?
Mi metto la mano sulla bocca.
[5]Ho parlato una volta, ma non replicherò.
ho parlato due volte, ma non continuerò.

  • Dio controlla le forze del male

[6]Allora il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine e disse:
[7]Cingiti i fianchi come un prode:
io t'interrogherò e tu mi istruirai.
[8]Oseresti proprio cancellare il mio guidizio
e farmi torto per avere tu ragione?
[9]Hai tu un braccio come quello di Dio
e puoi tuonare con voce pari alla sua?
[10]Ornati pure di maestà e di sublimità,
rivestiti di splendore e di gloria;
[11]diffondi i furori della tua collera,
mira ogni superbo e abbattilo,
[12]mira ogni superbo e umilialo,
schiaccia i malvagi ovunque si trovino;
[13]nascondili nella polvere tutti insieme,
rinchiudili nella polvere tutti insieme,
[14]anch'io ti loderò,
perché hai trionfato con la destra.

  • Le bestie

[15]Ecco, l'ippopotamo, che io ho creato al pari di te,
mangia l'erba come il bue.
[16]Guarda, la sua forza è nei fianchi
e il suo vigore nel ventre.
[17]Rizza la coda come un cedro,
i nervi delle sue cosce s'intrecciano saldi,
[18]le sue vertebre, tubi di bronzo,
le sue ossa come spranghe di ferro.
[19]Esso è la prima delle opere di Dio;
il suo creatore lo ha fornito di difesa.
[20]I monti gli offrono i loro prodotti
e là tutte le bestie della campagna si trastullano.
[21]Sotto le piante di loto si sdraia,
nel folto del canneto della palude.
[22]Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici,
lo circondano i salici del torrente.
[23]Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema,
è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca.
[24]Chi potrà afferarlo per gli occhi,
prenderlo con lacci e forargli le narici?

  • Leviatan

[25]Puoi tu pescare il Leviatan con l'amo
e tener ferma la sua lingua con una corda,
[26]ficcargli un giunco nelle narici
e forargli la mascella con un uncino?
[27]Ti farà forse molte suppliche
e ti rivolgerà dolci parole?
[28]Stipulerà forse con te un'alleanza,
perché tu lo prenda come servo per sempre?
[29]Scherzerai con lui come un passero,
legandolo per le tue fanciulle?
[30]Lo metteranno in vendita le compagnie di pesca,
se lo divideranno i commercianti?
[31]Crivellerai di dardi la sua pelle
e con la fiocina la sua testa?
[32]Metti su di lui la mano:
al ricordo della lotta, non rimproverai!



      • Giobbe - Capitolo 41
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[1]Ecco, la tua speranza è fallita,
al solo vederlo uno stramazza.
[2]Nessuno è tanto audace da osare eccitarlo
e chi mai potrà star saldo di fronte a lui?
[3]Chi mai lo ha assalito e si è salvato?
Nessuno sotto tutto il cielo.
[4]Non tacerò la forza delle sue membra:
in fatto di forza non ha pari.
[5]Chi gli ha mai aperto sul davanti il manto di pelle
e nella sua doppia corazza chi può penetrare?
[6]Le porte della sua bocca chi mai ha aperto?
Intorno ai suoi denti è il terrore!
[7]Il suo dorso è a lamine di scudi,
saldate con stretto suggello;
[8]l'una con l'altra si toccano,
sì che aria fra di esse non passa:
[9]ognuna aderisce alla vicina,
sono compatte e non possono separarsi.
[10]Il suo starnuto irradia luce
e i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora.
[11]Dalla sua bocca partono vampate,
sprizzano scintille di fuoco.
[12]Dalle sue narici esce fumo
come da caldaia, che bolle sul fuoco.
[13]Il suo fiato incendia carboni
e dalla bocca gli escono fiamme.
[14]Nel suo collo risiede la forza
e innanzi a lui corre la paura.
[15]Le giogaie della sua carne son ben compatte,
sono ben salde su di lui, non si muovono.
[16]Il suo cuore è duro come pietra,
duro come la pietra inferiore della macina.
[17]Quando si alza, si spaventano i forti
e per il terrore restano smarriti.
[18]La spada che lo raggiunge non vi si infigge,
né lancia, né freccia né giavellotto;
[19]stima il ferro come paglia,
il bronzo come legno tarlato.
[20]Non lo mette in fuga la freccia,
in pula si cambian per lui le pietre della fionda.
[21]Come stoppia stima una mazza
e si fa beffe del vibrare dell'asta.
[22]Al disotto ha cocci acuti
e striscia come erpice sul molle terreno.
[23]Fa ribollire come pentola il gorgo,
fa del mare come un vaso da unguenti.
[24]Dietro a sé produce una bianca scia
e l'abisso appare canuto.
[25]Nessuno sulla terra è pari a lui,
fatto per non aver paura.
[26]Lo teme ogni essere più altero;
egli è il re su tutte le fiere più superbe.



      • Giobbe - Capitolo 42
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  • Ultima risposta di Giobbe

[1]Allora Giobbe rispose al Signore e disse:

[2]Comprendo che puoi tutto
e che nessuna cosa è impossibile per te.
[3]Chi è colui che, senza aver scienza,
può oscurare il tuo consiglio?
Ho esposto dunque senza discernimento
cose troppo superiori a me, che io non comprendo.
[4]«Ascoltami e io parlerò,
io t'interrogherò e tu istruiscimi».
[5]Io ti conoscevo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti vedono.
[6]Perciò mi ricredo
e ne provo pentimento sopra polvere e cenere.

  • Iahve biasima i tre saggi

[7]Dopo che il Signore aveva rivolto queste parole a Giobbe, disse a Elifaz il Temanita: «La mia ira si è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe. [8]Prendete dunque sette vitelli e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi; il mio servo Giobbe pregherà per voi, affinchè io, per riguardo a lui, non punisca la vostra stoltezza, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe».

[9]Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita andarono e fecero come loro aveva detto il Signore e il Signore ebbe riguardo di Giobbe.

  • Dio reintegra la fortuna di Giobbe
[10]Dio ristabilì Giobbe nello stato di prima, avendo egli pregato per i suoi amici; accrebbe anzi del doppio quanto Giobbe aveva posseduto. [11]Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo e mangiarono pane in casa sua e lo commiserarono e lo consolarono di tutto il male che il Signore aveva mandato su di lui e gli regalarono ognuno una piastra e un anello d'oro.

[12]Il Signore benedisse la nuova condizione di Giobbe più della prima ed egli possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. [13]Ebbe anche sette figli e tre figlie. [14]A una mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Fiala di stibio. [15]In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell'eredità insieme con i loro fratelli.

[16]Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant'anni e vide figli e nipoti di quattro generazioni. [17]Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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