Genesi

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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miriam bolfissimo
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Genesi

Messaggio da miriam bolfissimo » gio mag 22, 2008 5:58 pm

      • Genesi - Capitolo 45
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  • Giuseppe si fa riconoscere
[1]Allora Giuseppe non potè più contenersi dinanzi ai circostanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così non restò nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi fratelli. [2]Ma diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone. [3]Giuseppe disse ai fratelli: «Io sono Giuseppe! Vive ancora mio padre?». Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché atterriti dalla sua presenza. [4]Allora Giuseppe disse ai fratelli: «Avvicinatevi a me!». Si avvicinarono e disse loro: «Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l'Egitto. [5]Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. [6]Perché gia da due anni vi è la carestia nel paese e ancora per cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura. [7]Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente. [8]Dunque non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio ed Egli mi ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto. [9]Affrettatevi a salire da mio padre e ditegli: Dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto. Vieni quaggiù presso di me e non tardare. [10]Abiterai nel paese di Gosen e starai vicino a me tu, i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, i tuoi greggi e i tuoi armenti e tutti i tuoi averi. [11]Là io ti darò sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque anni, e non cadrai nell'indigenza tu, la tua famiglia e quanto possiedi. [12]Ed ecco, i vostri occhi lo vedono e lo vedono gli occhi di mio fratello Beniamino: è la mia bocca che vi parla! [13]Riferite a mio padre tutta la gloria che io ho in Egitto e quanto avete visto; affrettatevi a condurre quaggiù mio padre». [14]Allora egli si gettò al collo di Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva stretto al suo collo. [15]Poi baciò tutti i fratelli e pianse stringendoli a sé. Dopo, i suoi fratelli si misero a conversare con lui.

  • L'invito del faraone

[16]Intanto nella casa del faraone si era diffusa la voce: «Sono venuti i fratelli di Giuseppe!» e questo fece piacere al faraone e ai suoi ministri. [17]Allora il faraone disse a Giuseppe: «Dì ai tuoi fratelli: Fate questo: caricate le cavalcature, partite e andate nel paese di Canaan. [18]Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite da me e io vi darò il meglio del paese d'Egitto e mangerete i migliori prodotti della terra. [19]Quanto a te, dà loro questo comando: Fate questo: prendete con voi dal paese d'Egitto carri per i vostri bambini e le vostre donne, prendete vostro padre e venite. [20]Non abbiate rincrescimento per la vostra roba, perché il meglio di tutto il paese sarà vostro».

  • Il ritorno di Canaan

[21]Così fecero i figli di Israele. Giuseppe diede loro carri secondo l'ordine del faraone e diede loro una provvista per il viaggio. [22]Diede a tutti una muta di abiti per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque mute di abiti. [23]Allo stesso modo mandò al padre dieci asini carichi dei migliori prodotti dell'Egitto e dieci asine cariche di grano, pane e viveri per il viaggio del padre. [24]Poi congedò i fratelli e, mentre partivano, disse loro: «Non litigate durante il viaggio!».

[25]Così essi ritornarono dall'Egitto e arrivarono nel paese di Canaan, dal loro padre Giacobbe [26]e subito gli riferirono: «Giuseppe è ancora vivo, anzi governa tutto il paese d'Egitto!». Ma il suo cuore rimase freddo, perché non poteva credere loro. [27]Quando però essi gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva detto loro ed egli vide i carri che Giuseppe gli aveva mandati per trasportarlo, allora lo spirito del loro padre Giacobbe si rianimò. [28]Israele disse: «Basta! Giuseppe, mio figlio, è vivo. Andrò a vederlo prima di morire!».



      • Genesi - Capitolo 46
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  • Partenza di Giacobbe per l'Egitto

[1]Israele dunque levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco. [2]Dio disse a Israele in una visione notturna: «Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!». [3]Riprese: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te un grande popolo. [4]Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà gli occhi».

[5]Giacobbe si alzò da Bersabea e i figli di Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandati per trasportarlo. [6]Essi presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistati nel paese di Canaan e vennero in Egitto; Giacobbe cioè e con lui tutti i suoi discendenti; [7]i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti egli condusse con sé in Egitto.

  • La famiglia di Giacobbe

[8]Questi sono i nomi dei figli d'Israele che entrarono in Egitto: Giacobbe e i suoi figli, il primogenito di Giacobbe, Ruben. [9]I figli di Ruben: Enoch, Pallu, Chezron e Carmi. [10]I figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul, figlio della Cananea. [11]I figli di Levi: Gherson, Keat e Merari. [12]I figli di Giuda: Er, Onan, Sela, Perez e Zerach; ma Er e Onan morirono nel paese di Canaan. Furono figli di Perez: Chezron e Amul. [13]I figli di Issacar: Tola, Puva, Giobbe e Simron. [14]I figli di Zàbulon: Sered, Elon e Iacleel. [15]Questi sono i figli che Lia partorì a Giacobbe in Paddan-Aram insieme con la figlia Dina; tutti i suoi figli e le sue figlie erano trentatrè persone.

[16]I figli di Gad: Zifion, Agghi, Suni, Esbon, Eri, Arodi e Areli. [17]I figli di Aser: Imma, Isva, Isvi, Beria e la loro sorella Serach. I figli di Beria: Eber e Malchiel. [18]Questi sono i figli di Zilpa, che Làbano aveva dato alla figlia Lia; essa li partorì a Giacobbe: sono sedici persone.

[19]I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino. [20]A Giuseppe nacquero in Egitto Efraim e Manasse, che gli partorì Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. [21]I figli di Beniamino: Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naaman, Echi, Ros, Muppim, Uppim e Arde. [22]Questi sono i figli che Rachele partorì a Giacobbe; in tutto sono quattordici persone.

[23]I figli di Dan: Usim. [24]I figli di Nèftali: Iacseel, Guni, Ieser e Sillem. [25]Questi sono i figli di Bila, che Làbano diede alla figlia Rachele, ed essa li partorì a Giacobbe; in tutto sette persone.

[26]Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, uscite dai suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono sessantasei. [27]I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono settanta.

  • L'accoglienza di Giuseppe
[28]Ora egli aveva mandato Giuda avanti a sé da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Poi arrivarono al paese di Gosen. [29]Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì in Gosen incontro a Israele, suo padre. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo stretto al suo collo. [30]Israele disse a Giuseppe: «Posso anche morire, questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo». [31]Allora Giuseppe disse ai fratelli e alla famiglia del padre: «Vado ad informare il faraone e a dirgli: I miei fratelli e la famiglia di mio padre, che erano nel paese di Canaan, sono venuti da me. [32]Ora questi uomini sono pastori di greggi, si occupano di bestiame, e hanno condotto i loro greggi, i loro armenti e tutti i loro averi. [33]Quando dunque il faraone vi chiamerà e vi domanderà: Qual è il vostro mestiere?, [34]voi risponderete: Gente dedita al bestiame sono stati i tuoi servi, dalla nostra fanciullezza fino ad ora, noi e i nostri padri. Questo perché possiate risiedere nel paese di Gosen». Perché tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani.



      • Genesi - Capitolo 47
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  • L'udienza del faraone

[1]Giuseppe andò ad informare il faraone dicendogli: «Mio padre e i miei fratelli con i loro greggi e armenti e con tutti i loro averi sono venuti dal paese di Canaan; eccoli nel paese di Gosen». [2]Intanto prese cinque uomini dal gruppo dei suoi fratelli e li presentò al faraone. [3]Il faraone disse ai suoi fratelli: «Qual è il vostro mestiere?». Essi risposero al faraone: «Pastori di greggi sono i tuoi servi, noi e i nostri padri». [4]Poi dissero al faraone: «Siamo venuti per soggiornare come forestieri nel paese perché non c'è più pascolo per il gregge dei tuoi servi; infatti è grave la carestia nel paese di Canaan. E ora lascia che i tuoi servi risiedano nel paese di Gosen!».

  • Altro racconto
[5]Allora il faraone disse a Giuseppe: «Tuo padre e i tuoi fratelli sono dunque venuti da te. [6]Ebbene, il paese d'Egitto è a tua disposizione: fà risiedere tuo padre e i tuoi fratelli nella parte migliore del paese. Risiedano pure nel paese di Gosen. Se tu sai che vi sono tra di loro uomini capaci, costituiscili sopra i miei averi in qualità di sovrintendenti al bestiame». [7]Poi Giuseppe introdusse Giacobbe, suo padre, e lo presentò al faraone e Giacobbe benedisse il faraone. [8]Il faraone domandò a Giacobbe: «Quanti anni hai?». [9]Giacobbe rispose al faraone: «Centotrenta di vita errabonda, pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita e non hanno raggiunto il numero degli anni dei miei padri, al tempo della loro vita nomade». [10]Poi Giacobbe benedisse il faraone e si allontanò dal faraone.

[11]Giuseppe fece risiedere suo padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà nel paese d'Egitto, nella parte migliore del paese, nel territorio di Ramses, come aveva comandato il faraone. [12]Giuseppe diede il sostentamento al padre, ai fratelli e a tutta la famiglia di suo padre, fornendo pane secondo il numero dei bambini.

  • Politica agraria di Giuseppe
[13]Ora non c'era pane in tutto il paese, perché la carestia era molto grave: il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano per la carestia. [14]Giuseppe raccolse tutto il denaro che si trovava nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan in cambio del grano che essi acquistavano; Giuseppe consegnò questo denaro alla casa del faraone.

[15]Quando fu esaurito il denaro del paese di Egitto e del paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe a dire: «Dacci il pane! Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Infatti non c'è più denaro». [16]Rispose Giuseppe: «Cedetemi il vostro bestiame e io vi darò pane in cambio del vostro bestiame, se non c'è più denaro». [17]Allora condussero a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe diede loro il pane in cambio dei cavalli e delle pecore, dei buoi e degli asini; così in quell'anno li nutrì di pane in cambio di tutto il loro bestiame.

[18]Passato quell'anno, vennero a lui l'anno dopo e gli dissero: «Non nascondiamo al mio signore che si è esaurito il denaro e anche il possesso del bestiame è passato al mio signore, non rimane più a disposizione del mio signore se non il nostro corpo e il nostro terreno. [19]Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e la nostra terra? Acquista noi e la nostra terra in cambio di pane e diventeremo servi del faraone noi con la nostra terra; ma dacci di che seminare, così che possiamo vivere e non morire e il suolo non diventi un deserto!». [20]Allora Giuseppe acquistò per il faraone tutto il terreno dell'Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, tanto infieriva su di loro la carestia. Così la terra divenne proprietà del faraone. [21]Quanto al popolo, egli lo fece passare nelle città da un capo all'altro della frontiera egiziana. [22]Soltanto il terreno dei sacerdoti egli non acquistò, perché i sacerdoti avevano un'assegnazione fissa da parte del faraone e si nutrivano dell'assegnazione che il faraone passava loro; per questo non vendettero il loro terreno.

[23]Poi Giuseppe disse al popolo: «Vedete, io ho acquistato oggi per il faraone voi e il vostro terreno. Eccovi il seme: seminate il terreno. [24]Ma quando vi sarà il raccolto, voi ne darete un quinto al faraone e quattro parti saranno vostre, per la semina dei campi, per il nutrimento vostro e di quelli di casa vostra e per il nutrimento dei vostri bambini». [25]Gli risposero: «Ci hai salvato la vita! Ci sia solo concesso di trovar grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del faraone!». [26]Così Giuseppe fece di questo una legge che vige fino ad oggi sui terreni d'Egitto, per la quale si deve dare la quinta parte al faraone. Soltanto i terreni dei sacerdoti non divennero del faraone.

  • Ultime volontà di Giacobbe

[27]Gli Israeliti intanto si stabilirono nel paese d'Egitto, nel territorio di Gosen, ebbero proprietà e furono fecondi e divennero molto numerosi.

[28]Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni e gli anni della sua vita furono centoquarantasette. [29]Quando fu vicino il tempo della sua morte, Israele chiamò il figlio Giuseppe e gli disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, metti la mano sotto la mia coscia e usa con me bontà e fedeltà: non seppellirmi in Egitto! [30]Quando io mi sarò coricato con i miei padri, portami via dall'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro». Rispose: «Io agirò come hai detto». [31]Riprese: «Giuramelo!». E glielo giurò; allora Israele si prostrò sul capezzale del letto.



      • Genesi - Capitolo 48
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  • Giacobbe adotta e benedice i due figli di Giuseppe
[1]Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è malato!». Allora egli condusse con sé i due figli Manasse ed Efraim. [2]Fu riferita la cosa a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te». Allora Israele raccolse le forze e si mise a sedere sul letto. [3]Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio onnipotente mi apparve a Luz, nel paese di Canaan, e mi benedisse [4]dicendomi: Ecco, io ti rendo fecondo: ti moltiplicherò e ti farò diventare un insieme di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te in possesso perenne. [5]Ora i due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima del mio arrivo presso di te in Egitto, sono miei: Efraim e Manasse saranno miei come Ruben e Simeone. [6]Invece i figli che tu avrai generati dopo di essi, saranno tuoi: saranno chiamati con il nome dei loro fratelli nella loro eredità. [7]Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, Rachele, tua madre, mi morì nel paese di Canaan durante il viaggio, quando mancava un tratto di cammino per arrivare a Efrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di Efrata, cioè Betlemme». [8]Poi Israele vide i figli di Giuseppe e disse: «Chi sono questi?». [9]Giuseppe disse al padre: «Sono i figli che Dio mi ha dati qui». Riprese: «Portameli perché io li benedica!». [10]Ora gli occhi di Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non poteva più distinguere. Giuseppe li avvicinò a lui, che li baciò e li abbracciò. [11]Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di vedere la tua faccia ed ecco, Dio mi ha concesso di vedere anche la tua prole!». [12]Allora Giuseppe li ritirò dalle sue ginocchia e si prostrò con la faccia a terra. [13]Poi li prese tutti e due, Efraim con la sua destra, alla sinistra di Israele, e Manasse con la sua sinistra, alla destra di Israele, e li avvicinò a lui. [14]Ma Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Efraim, che pure era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse, incrociando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito. [15]E così benedisse Giuseppe:

«Il Dio, davanti al quale hanno camminato
i miei padri Abramo e Isacco,
il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto
fino ad oggi,
[16]l'angelo che mi ha liberato da ogni male,
benedica questi giovinetti!
Sia ricordato in essi il mio nome
e il nome dei miei padri Abramo e Isacco
e si moltiplichino in gran numero
in mezzo alla terra!».

[17]Giuseppe notò che il padre aveva posato la destra sul capo di Efraim e ciò gli spiacque. Prese dunque la mano del padre per toglierla dal capo di Efraim e porla sul capo di Manasse. [18]Disse al padre: «Non così, padre mio: è questo il primogenito, posa la destra sul suo capo!». [19]Ma il padre ricusò e disse: «Lo so, figlio mio, lo so: anch'egli diventerà un popolo, anch'egli sarà grande, ma il suo fratello minore sarà più grande di lui e la sua discendenza diventerà una moltitudine di nazioni». [20]E li benedisse in quel giorno:

«Di voi si servirà Israele
per benedire, dicendo:
Dio ti renda come Efraim e come Manasse!».


Così pose Efraim prima di Manasse.
[21]Poi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per morire, ma Dio sarà con voi e vi farà tornare al paese dei vostri padri.

[22]Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato dalle mani degli Amorrei con la spada e l'arco».



      • Genesi - Capitolo 49
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  • Benedizioni di Giacobbe

[1]Quindi Giacobbe chiamò i figli e disse: «Radunatevi, perché io vi annunzi quello che vi accadrà nei tempi futuri.

[2]Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe,
ascoltate Israele, vostro padre!
[3]Ruben, tu sei il mio primogenito,
il mio vigore e la primizia della mia virilità,
esuberante in fierezza ed esuberante in forza!
[4]Bollente come l'acqua, tu non avrai preminenza,
perchè hai invaso il talamo di tuo padre
e hai violato il mio giaciglio su cui eri salito.
[5]Simeone e Levi sono fratelli,
strumenti di violenza sono i loro coltelli.
[6]Nel loro conciliabolo non entri l'anima mia,
al loro convegno non si unisca il mio cuore.
Perchè con ira hanno ucciso gli uomini
e con passione hanno storpiato i tori.
[7]Maledetta la loro ira, perché violenta,
e la loro collera, perché crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in Israele.
[8]Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici;
davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre.
[9]Un giovane leone è Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa; chi oserà farlo alzare?
[10]Non sarà tolto lo scettro da Giuda
nè il bastone del comando tra i suoi piedi,
finchè verra colui al quale esso appartiene
e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli.
[11]Egli lega alla vite il suo asinello
e a scelta vite il figlio della sua asina,
lava nel vino la veste
e nel sangue dell'uva il manto;
[12]lucidi ha gli occhi per il vino
e bianchi i denti per il latte.
[13]Zàbulon abiterà lungo il lido del mare
e sarà l'approdo delle navi,
con il fianco rivolto a Sidòne.
[14]Issacar è un asino robusto,
accovacciato tra un doppio recinto.
[15]Ha visto che il luogo di riposo era bello,
che il paese era ameno;
ha piegato il dorso a portar la soma
ed è stato ridotto ai lavori forzati.
[16]Dan giudicherà il suo popolo
come ogni altra tribù d'Israele.
[17]Sia Dan un serpente sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo
e il cavaliere cade all'indietro.
[18]Io spero nella tua salvezza, Signore!
[19]Gad, assalito da un'orda,
ne attacca la retroguardia.
[20]Aser, il suo pane è pingue:
egli fornisce delizie da re.
[21]Nèftali è una cerva slanciata
che dà bei cerbiatti.
[22]Germoglio di ceppo fecondo è Giuseppe;
germoglio di ceppo fecondo presso una fonte,
i cui rami si stendono sul muro.
[23]Lo hanno esasperato e colpito,
lo hanno perseguitato i tiratori di frecce.
[24]Ma è rimasto intatto il suo arco
e le sue braccia si muovon veloci
per le mani del Potente di Giacobbe,
per il nome del Pastore, Pietra d'Israele.
[25]Per il Dio di tuo padre - egli ti aiuti!
e per il Dio onnipotente - egli ti benedica!
Con benedizioni del cielo dall'alto,
benedizioni dell'abisso nel profondo,
benedizioni delle mammelle e del grembo.
[26]Le benedizioni di tuo padre sono superiori
alle benedizioni dei monti antichi,
alle attrattive dei colli eterni.
Vengano sul capo di Giuseppe
e sulla testa del principe tra i suoi fratelli!
[27]Beniamino è un lupo che sbrana:
al mattino divora la preda
e alla sera spartisce il bottino.

[28]Tutti questi formano le dodici tribù d'Israele, questo è ciò che disse loro il loro padre, quando li ha benedetti; ognuno egli benedisse con una benedizione particolare.

  • Ultimi momenti e morte di Giacobbe
[29]Poi diede loro quest'ordine: «Io sto per essere riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l'Hittita, [30]nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nel paese di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l'Hittita come proprietà sepolcrale. [31]Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. [32]La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso proveniva dagli Hittiti.

[33]Quando Giacobbe ebbe finito di dare questo ordine ai figli, ritrasse i piedi nel letto e spirò e fu riunito ai suoi antenati.



      • Genesi - Capitolo 50
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  • Funerali di Giacobbe
[1]Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre, pianse su di lui e lo baciò. [2]Poi Giuseppe ordinò ai suoi medici di imbalsamare suo padre. I medici imbalsamarono Israele [3]e vi impiegarono quaranta giorni, perché tanti ne occorrono per l'imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero settanta giorni. [4]Passati i giorni del lutto, Giuseppe parlò alla casa del faraone: «Se ho trovato grazia ai vostri occhi, vogliate riferire agli orecchi del faraone queste parole: [5]Mio padre mi ha fatto giurare: Ecco, io sto per morire: tu devi seppellirmi nel sepolcro che mi sono scavato nel paese di Canaan. Ora, possa io andare a seppellire mio padre e tornare». [6]Il faraone rispose: «Và e seppellisci tuo padre com'egli ti ha fatto giurare». [7]Allora Giuseppe andò a seppellire suo padre e con lui andarono tutti i ministri del faraone, gli anziani della sua casa, tutti gli anziani del paese d'Egitto, [8]tutta la casa di Giuseppe e i suoi fratelli e la casa di suo padre. Soltanto i loro bambini e i loro greggi e i loro armenti essi lasciarono nel paese di Gosen. [9]Andarono con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, così da formare una carovana imponente. [10]Quando arrivarono all'Aia di Atad, che è al di là del Giordano, fecero un lamento molto grande e solenne ed egli celebrò per suo padre un lutto di sette giorni. [11]I Cananei che abitavano il paese videro il lutto alla Aia di Atad e dissero: «E' un lutto grave questo per gli Egiziani». Per questo la si chiamò Abel-Mizraim, che si trova al di là del Giordano. [12]Poi i suoi figli fecero per lui così come aveva loro comandato. [13]I suoi figli lo portarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella caverna del campo di Macpela, quel campo che Abramo aveva acquistato, come proprietà sepolcrale, da Efron l'Hittita, e che si trova di fronte a Mamre. [14]Dopo aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto insieme con i suoi fratelli e con quanti erano andati con lui a seppellire suo padre.

  • Dalla morte di Giacobbe alla morte di Giuseppe

[15]Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era morto, e dissero: «Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che noi gli abbiamo fatto?». [16]Allora mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire ha dato quest'ordine: [17]Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male! Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!». Giuseppe pianse quando gli si parlò così. [18]E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: «Eccoci tuoi schiavi!». [19]Ma Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? [20]Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. [21]Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini». Così li consolò e fece loro coraggio. [22]Ora Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; Giuseppe visse centodieci anni. [23]Così Giuseppe vide i figli di Efraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. [24]Poi Giuseppe disse ai fratelli: «Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questo paese verso il paese ch'egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe». [25]Giuseppe fece giurare ai figli di Israele così: «Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa».

[26]Poi Giuseppe morì all'età di centodieci anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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