Sapienza

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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miriam bolfissimo
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Sapienza

Messaggio da miriam bolfissimo » gio mag 01, 2008 9:55 pm

      • Sapienza - Capitolo 17
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  • Quinto contrappasso: tenebre e colonna di fuoco
[1]I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
[2]Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
[3]Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
[4]Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
[5]Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
[6]Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
[7]Fallivano i ritrovati della magia,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
[8]Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
[9]Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
[10]La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
[11]Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
[12]quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
[13]Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
[14]ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
[15]Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
[16]fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
[17]Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
[18]la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
[19]Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
[20]Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.



      • Sapienza - Capitolo 18
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[1]Per i tuoi santi risplendeva una luce vivissima;
essi invece, sentendone le voci, senza vederne l'aspetto.
li proclamavan beati, chè non avevan come loro sofferto
[2]ed erano loro grati perché, offesi per primi,
non facevano loro del male
e imploravano perdono d'essere stati loro nemici.
[3]Invece delle tenebre desti loro una colonna di fuoco,
come guida in un viaggio sconosciuto
e come un sole innocuo per il glorioso emigrare.
[4]Eran degni di essere privati della luce
e di essere imprigionati nelle tenebre
quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli,
per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge
doveva esser concessa al mondo.

  • Sesto contrappasso: notte di tragedia e di libertà
[5]Poiché essi avevan deciso di uccidere i neonati dei santi
- e un solo bambino fu esposto e salvato -
per castigo eliminasti una moltitudine di loro figli
e li facesti perire tutti insieme nell'acqua impetuosa.
[6]Quella notte fu preannunziata ai nostri padri,
perché sapendo a quali promesse avevano creduto,
stessero di buon animo.
[7]Il tuo popolo si attendeva
la salvezza dei giusti come lo sterminio dei nemici.
[8]Difatti come punisti gli avversari,
così ci rendesti gloriosi, chiamandoci a te.
[9]I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
i santi avrebbero partecipato ugualmente
ai beni e ai pericoli,
intonando prima i canti di lode dei padri.
[10]Faceva eco il grido confuso dei nemici
e si diffondeva il lamento di quanti piangevano i figli.
[11]Con la stessa pena lo schiavo
era punito insieme con il padrone,
il popolano soffriva le stesse pene del re.
[12]Tutti insieme, nello stesso modo,
ebbero innumerevoli morti,
e i vivi non bastavano a seppellirli
perché in un istante perì la loro più nobile prole.
[13]Quelli rimasti increduli a tutto per via delle loro magie,
alla morte dei primogeniti confessarono
che questo popolo è figlio di Dio.
[14]Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo corso,
[15]la tua parola onnipotente dal cielo,
dal tuo trono regale, guerriero implacabile,
si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio,
portando, come spada affilata, il tuo ordine inesorabile.
[16]Fermatasi, riempì tutto di morte;
toccava il cielo e camminava sulla terra.
[17]Allora improvvisi fantasmi di sogni terribili
li atterrivano;
timori impensabili piombarono su di loro.
[18]Cadendo mezzi morti qua e là,
ognuno mostrava la causa della morte.
[19]I loro sogni terrificanti li avevano preavvisati,
perché non morissero ignorando
il motivo delle loro sofferenze.

  • Minaccia di sterminio nel deserto

[20]La prova della morte colpì anche i giusti
e nel deserto ci fu strage di molti;
ma l'ira non durò a lungo,
[21]perché un uomo incensurabile si affrettò a difenderli:
prese le armi del suo ministero,
la preghiera e il sacrificio espiatorio dell'incenso;
si oppose alla collera e mise fine alla sciagura,
mostrando che era tuo servitore.
[22]Egli superò l'ira divina non con la forza del corpo,
né con l'efficacia delle armi;
ma con la parola placò colui che castigava,
ricordandogli i giuramenti e le alleanze dei padri.
[23]I morti eran caduti a mucchi gli uni sugli altri,
quando egli, ergendosi lì in mezzo, arrestò l'ira
e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi.
[24]Sulla sua veste lunga fino ai piedi vi era tutto il mondo,
i nomi gloriosi dei padri intagliati
sui quattro ordini di pietre preziose
e la tua maestà sulla corona della sua testa.
[25]Di fronte a questo lo sterminatore indietreggiò,
ebbe paura,
poiché un solo saggio della collera bastava.



      • Sapienza - Capitolo 19
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  • Settimo contrappasso: il Mar Rosso
[1]Sugli empi si riversò sino alla fine
uno sdegno implacabile,
perché Dio prevedeva anche il loro futuro,
[2]che cioè, dopo aver loro permesso di andarsene
e averli fatti in fretta partire,
cambiato proposito, li avrebbero inseguiti.
[3]Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti
e piangevano sulle tombe dei morti,
presero un'altra decisione insensata,
e inseguirono come fuggitivi
coloro che gia avevan pregato di partire.
[4]Li spingeva a questo punto estremo un meritato destino,
che li gettò nell'oblio delle cose avvenute,
perché colmassero la punizione,
che ancora mancava ai loro tormenti,
[5]e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario,
essi incorressero in una morte singolare.
[6]Tutta la creazione assumeva da capo,
nel suo genere, nuova forma,
obbedendo ai tuoi comandi,
perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi.
[7]Si vide la nube coprire d'ombra l'accampamento,
terra asciutta apparire dove prima c'era acqua,
una strada libera aprirsi nel Mar Rosso
e una verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti;
[8]per essa passò tutto il tuo popolo,
i protetti della tua mano,
spettatori di prodigi stupendi.
[9]Come cavalli alla pastura,
come agnelli esultanti,
cantavano inni a te, Signore, che li avevi liberati.
[10]Ricordavano ancora i fatti del loro esilio,
come la terra, invece di bestiame, produsse zanzare,
come il fiume, invece di pesci, riversò una massa di rane.
[11]Più tardi videro anche una nuova produzione di uccelli,
quando, spinti dall'appetito, chiesero cibi delicati;
[12]poiché, per appagarli, salirono dal mare le quaglie.

  • L'Egitto più colpevole di Sodoma
[13]Sui peccatori invece caddero i castighi
non senza segni premonitori di fulmini fragorosi;
essi soffrirono giustamente per la loro malvagità,
avendo nutrito un odio tanto profondo verso lo straniero.
[14]Altri non accolsero ospiti sconosciuti;
ma costoro ridussero schiavi ospiti benemeriti.
[15]Non solo: ci sarà per i primi un giudizio,
perché accolsero ostilmente dei forestieri;
[16]ma quelli, dopo averli festosamente accolti,
poi, quando gia partecipavano ai loro diritti
li oppressero con lavori durissimi.
[17]Furono perciò colpiti da cecità,
come lo furono i primi alla porta del giusto,
quando avvolti fra tenebre fitte
ognuno cercava l'ingresso della propria porta.

  • Una nuova armonia

[18]Difatti gli elementi scambiavano ordine fra loro,
come le note di un'arpa variano la specie del ritmo,
pur conservando sempre lo stesso tono.
E proprio questo si può dedurre
dalla attenta considerazione degli avvenimenti:
[19]animali terrestri divennero acquatici,
quelli che nuotavano passarono sulla terra.
[20]Il fuoco rafforzò nell'acqua la sua potenza
e l'acqua dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere.
[21]Le fiamme non consumavano le carni
di animali gracili, che vi camminavano dentro,
né scioglievano quella specie di cibo celeste,
simile alla brina e così facile a fondersi.

  • Conclusione
[22]In tutti i modi, o Signore, hai magnificato
e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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