Esdra

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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miriam bolfissimo
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Leggere la Sacra Bibbia in un anno

Messaggio da miriam bolfissimo » gio apr 03, 2008 2:13 pm

      • Esdra - Capitolo 8
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[1]Questi sono, con le loro indicazioni genealogiche, i capifamiglia che sono partiti con me da Babilonia, sotto il regno del re Artaserse.

[2]dei figli di Pincas: Ghersom;
dei figli di Itamar: Daniele;
dei figli di Davide: Cattus [3]figlio di Secania;
dei figli di Paros: Zaccaria; con lui furono registrati centocinquanta maschi;
[4]dei figli di Pacat-Moab: Elioenai figlio di Zerachia, e con lui duecento maschi;
[5]dei figli di Zattu: Secania figlio di Iacaziel e con lui trecento maschi;
[6]dei figli di Adin: Ebed figlio di Giònata e con lui cinquanta maschi;
[7]dei figli di Elam: Isaia figlio di Atalia e con lui settanta maschi;
[8]dei figli di Sefatia: Zebadia figlio di Michele e con lui ottanta maschi;
[9]dei figli di Ioab: Obadia figlio di Iechièl e con lui duecentodiciotto maschi;
[10]dei figli di Bani: Selomìt figlio di Iosifia e con lui centosessanta maschi;
[11]dei figli di Bebai: Zaccaria figlio di Bebai e con lui ventotto maschi;
[12]dei figli di Azgad: Giovanni figlio di Akkatan e con lui centodieci maschi;
[13]dei figli di Adonikam: gli ultimi, di cui ecco i nomi: Elifèlet, Ieièl e Semaia e con loro sessanta maschi;
[14]dei figli di Bigvai: Utai figlio di Zaccur e con lui settanta maschi.

[15]Io li ho radunati presso il canale che scorre verso Aava. Là siamo stati accampati per tre giorni. Ho fatto una rassegna tra il popolo e i sacerdoti e non ho trovato nessun levita. [16]Allora ho mandato a chiamare i capi Elièzer, Arièl, Semaia, Elnatàn, Iarib, Natàn, Zaccaria, Mesullàm e gli istruttori Ioiarib ed Elnatàn [17]e ho ordinato loro di andare da Iddo, capo nella località di Casifià, e ho messo loro in bocca le parole da dire a Iddo e ai suoi fratelli oblati nella località di Casifià: di mandarci cioè inservienti per il tempio del nostro Dio. [18]Poiché la mano benefica del nostro Dio era su di noi, ci hanno mandato un uomo assennato, dei figli di Macli, figlio di Levi, figlio d'Israele, cioè Serebia, con i suoi figli e fratelli: diciotto persone; [19]inoltre Casabià e con lui Isaia, dei figli di Merari suo fratello e i loro figli: venti persone. [20]Degli oblati, che Davide e i principi avevano assegnato al servizio dei leviti: duecentoventi oblati. Furono registrati per nome. [21]Là, presso il canale Aavà, ho indetto un digiuno, per umiliarci davanti al Dio nostro e implorare da lui un felice viaggio per noi, i nostri bambini e tutti i nostri averi. [22]Avevo infatti vergogna di domandare al re soldati e cavalieri per difenderci lungo il cammino da un eventuale nemico; anzi, avevamo detto al re: «La mano del nostro Dio è su quanti lo cercano, per il loro bene; invece la sua potenza e la sua ira su quanti lo abbandonano». [23]Così abbiamo digiunato e implorato da Dio questo favore ed egli ci è venuto in aiuto. [24]Quindi ho scelto dodici tra i capi dei sacerdoti: Serebia e Casabià e i dieci loro fratelli con essi: [25]ho pesato loro l'argento, l'oro e gli arredi, che costituivano l'offerta per il tempio del nostro Dio fatta dal re, dai suoi consiglieri, dai suoi principi e da tutti gli Israeliti che si trovavano da quelle parti. [26]Ho pesato dunque e consegnato nelle loro mani:

argento: seicentocinquanta talenti;
arredi d'argento: cento, del peso di altrettanti talenti;
oro: cento talenti.
[27]Inoltre:
coppe d'oro venti: di mille darici;
vasi di bronzo pregiato e lucente: due, preziosi come l'oro.

[28]Ho detto loro: «Voi siete consacrati al Signore; questi arredi sono cosa sacra; l'argento e l'oro sono offerta volontaria al Signore, Dio dei nostri padri. [29]Sorvegliateli e custoditeli, finché non possiate pesarli davanti ai capi dei sacerdoti, ai leviti e ai capifamiglia d'Israele a Gerusalemme, nelle stanze del tempio». [30]Allora i sacerdoti e i leviti presero in consegna il carico dell'argento e dell'oro e dei vasi, per portarli a Gerusalemme nel tempio del nostro Dio.

[31]Il dodici del primo mese siamo partiti dal fiume Aava per andare a Gerusalemme e la mano del nostro Dio era su di noi: egli ci ha liberati dagli assalti dei nemici e dei briganti lungo il cammino. [32]Siamo arrivati a Gerusalemme e ci siamo riposati tre giorni. [33]Il quarto giorno sono stati pesati l'argento, l'oro e gli arredi nella casa del nostro Dio nelle mani del sacerdote Meremòt, figlio di Uria, con cui vi era Eleàzaro figlio di Pincas e con essi i leviti Iozabàd figlio di Giosuè e Noadia figlio di Binnui; [34]ogni cosa era secondo il numero e il peso e si mise per iscritto il peso totale.

In quel tempo [35]quelli che venivano dall'esilio, cioè i deportati, vollero offrire olocausti al Dio d'Israele:

tori: dodici per tutto Israele,
arieti: novantasei,
agnelli: settantasette,
capri di espiazione: dodici,
tutto come olocausto al Signore. [36]Hanno consegnato i decreti del re ai satrapi del re e al governatore dell'Oltrefiume, i quali sono venuti in aiuto al popolo e al tempio.



      • Esdra - Capitolo 9
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  • La rottura dei matrimoni con gli stranieri

[1]Terminate queste cose, sono venuti a trovarmi i capi per dirmi: «Il popolo d'Israele, i sacerdoti e i leviti non si sono separati dalle popolazioni locali, nonostante i loro abomini, cioè dai Cananei, Hittiti, Perizziti, Gebusei, Ammoniti, Moabiti, Egiziani, Amorrei, [2]ma hanno preso in moglie le loro figlie per sé e per i loro figli: così hanno profanato la stirpe santa con le popolazioni locali; anzi i capi e i magistrati sono stati i primi a darsi a questa infedeltà». [3]Udito ciò, ho lacerato il mio vestito e il mio mantello, mi sono strappato i capelli e i peli della barba e mi sono seduto costernato. [4]Quanti tremavano per i giudizi del Dio d'Israele su questa infedeltà dei rimpatriati, si radunarono presso di me. Ma io restai seduto costernato, fino all'offerta della sera. [5]All'offerta della sera mi sono alzato dal mio stato di prostrazione e con il vestito e il mantello laceri sono caduto in ginocchio e ho steso le mani al mio Signore, [6]e ho detto:

«Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare, Dio mio, la faccia verso di te, poiché le nostre colpe si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpevolezza è aumentata fino al cielo. [7]Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli e per le nostre colpe, noi, i nostri re e i nostri sacerdoti, siamo stati dati nelle mani dei re stranieri; siamo stati consegnati alla spada, alla prigionia, alla rapina, all'insulto fino ad oggi. [8]Ora, da poco, il nostro Dio ci ha fatto una grazia: ha liberato un resto di noi, dandoci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un pò di sollievo nella nostra schiavitù. [9]Perché noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia; ci ha fatti rivivere, perché rialzassimo la casa del nostro Dio e restaurassimo le sue rovine e ci ha concesso di avere un riparo in Giuda e in Gerusalemme. [10]Ma ora, che dire, Dio nostro, dopo questo? Poiché abbiamo abbandonato i tuoi comandi [11]che tu avevi dato per mezzo dei tuoi servi, i profeti, dicendo: Il paese di cui voi andate a prendere il possesso è un paese immondo, per l'immondezza dei popoli indigeni, per le nefandezze di cui l'hanno colmato da un capo all'altro con le loro impurità. [12]Per questo non dovete dare le vostre figlie ai loro figli, né prendere le loro figlie per i vostri figli; non dovrete mai contribuire alla loro prosperità e al loro benessere, così diventerete forti voi e potrete mangiare i beni del paese e lasciare un'eredità ai vostri figli per sempre. [13]Dopo ciò che è venuto su di noi a causa delle nostre cattive azioni e per la nostra grande colpevolezza, benché tu, Dio nostro, ci abbia punito meno di quanto meritavano le nostre colpe e ci abbia concesso di formare questo gruppo di superstiti, [14]potremmo forse noi tornare a violare i tuoi comandi e a imparentarci con questi popoli abominevoli? Non ti adireresti contro di noi fino a sterminarci, senza lasciare resto né superstite? [15]Signore, Dio di Israele, per la tua bontà è rimasto di noi oggi un gruppo di superstiti: eccoci davanti a te con la nostra colpevolezza. Ma a causa di essa non possiamo resistere alla tua presenza!».



      • Esdra - Capitolo 10
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[1]Mentre Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo, prostrato davanti alla casa di Dio, si riunì intorno a lui un'assemblea molto numerosa d'Israeliti, uomini, donne e fanciulli, e il popolo piangeva dirottamente. [2]Allora Secania, figlio di Iechièl, uno dei figli di Elam, prese la parola e disse a Esdra: «Noi siamo stati infedeli verso il nostro Dio, sposando donne straniere, prese dalle popolazioni del luogo. Orbene: c'è ancora una speranza per Israele nonostante ciò. [3]Ora noi facciamo questa alleanza davanti al nostro Dio: rimanderemo tutte queste donne e i figli nati da esse, secondo il tuo consiglio, mio signore, e il consiglio di quelli che tremano davanti al comando del nostro Dio. Si farà secondo la legge! [4]Alzati, perché a te è affidato questo compito; noi saremo con te; sii forte e mettiti all'opera!». [5]Allora Esdra si alzò e fece giurare ai capi dei sacerdoti e dei leviti e a tutto Israele che avrebbero agito secondo quelle parole; essi giurarono. [6]Esdra allora, alzatosi davanti alla casa di Dio, andò nella camera di Giovanni, figlio di Eliasib. Là egli passò la notte, senza prendere cibo né bere acqua, perché era in lutto a causa dell'infedeltà dei rimpatriati. [7]Poi fu fatta passare la voce in Giuda e Gerusalemme a tutti i rimpatriati che si radunassero in Gerusalemme: [8]a chiunque non fosse venuto entro tre giorni - così disponeva il consiglio dei capi e degli anziani - sarebbero stati votati allo sterminio tutti i beni ed egli stesso sarebbe stato escluso dalla comunità dei rimpatriati. [9]Allora tutti gli uomini di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme entro tre giorni; si era al nono mese, il venti del mese. Tutto il popolo stava nella piazza del tempio, tremante per questo evento e per gli scrosci della pioggia.

[10]Allora il sacerdote Esdra si alzò e disse loro: «Voi avete commesso un atto d'infedeltà, sposando donne straniere: così avete accresciuto la colpevolezza d'Israele. [11]Ma ora rendete lode al Signore, Dio dei vostri padri, e fate la sua volontà, separandovi dalle popolazioni del paese e dalle donne straniere».

[12]Tutta l'assemblea rispose a gran voce: «Sì, dobbiamo fare secondo la tua parola. [13]Ma il popolo è numeroso e siamo al tempo delle piogge; non è possibile restare all'aperto. D'altra parte non è lavoro di un giorno o di due, perché siamo in molti ad aver peccato in questa materia. [14]I nostri capi stiano a rappresentare tutta l'assemblea; e tutti quelli delle nostre città che hanno sposato donne straniere vengano in date determinate e accompagnati dagli anziani della rispettiva città e dai loro giudici, finché non abbiano allontanato da noi l'ira ardente del nostro Dio per questa causa».

[15]Soltanto Giònata figlio di Asaèl e Iaczeia figlio di Tikva si opposero, appoggiati da Mesullàm e dal levita Sabbetài. [16]I rimpatriati fecero come era stato proposto: il sacerdote Esdra si scelse alcuni uomini, capifamiglia, uno per casato, tutti designati per nome. Essi iniziarono le sedute il primo giorno del decimo mese per esaminare la questione [17]e terminarono di esaminare tutti gli uomini che avevano sposato donne straniere il primo giorno del primo mese.

  • La lista dei colpevoli
[18]Tra gli appartenenti ai sacerdoti, che avevano sposato donne straniere, c'erano:

dei figli di Giosuè figlio di Iozadàk e tra i suoi fratelli: Maaseia, Elièzer, Iarib e Godolia.

[19]Essi hanno promesso con giuramento di rimandare le loro donne e hanno offerto un ariete in espiazione della loro colpa. [20]Dei figli di Immer: Canàni e Zebadia. [21]Dei figli di Carim: Maaseia, Elia, Semaia, Iechièl e Uzzia. [22]Dei figli di Pascur: Elioènai, Maaseia, Ismaele, Natanaele, Iozabàd ed Eleasà.

[23]Degli appartenenti ai leviti: Iozabàd, Simei, Chelaia, chiamato il Chelita, Petachia, Giuda ed Elièzer.
[24]Dei cantori: Eliasib.
Dei portinai: Sallùm, Telem e Uri.
[25]Tra gli Israeliti: dei figli di Paros: Ramia, Izzia, Malchia, Miamin, Eleàzaro, Malchia e Benaià.
[26]Dei figli di Elam: Mattania, Zaccaria, Iechièl, Abdi, Ieremòt ed Elia.
[27]Dei figli di Zattu: Elioenài, Eliasib, Mattania, Ieremòt, Zabad e Aziza.
[28]Dei figli di Bebai: Giovanni, Anania, Zabbai e Atlai.
[29]Dei figli di Bani: Mesullàm, Malluch, Adaia, Iasub, Seal e Ieramòt.
[30]Dei figli di Pacat-Moab: Adna, Kelal, Benaià, Maaseia, Mattania, Bezaleèl, Binnui e Manàsse.
[31]Dei figli di Carim: Elièzer, Ishshia, Malchia, Semaia, Simeone, [32]Beniamino, Malluch, Semaria.
[33]Dei figli di Casum: Mattenai, Mattatta, Zabad, Elifèlet, Ieremai, Manàsse e Simei.
[34]Dei figli di Bani: Maadai, Amram, Uel, [35]Benaià, Bedia, Cheluu, [36]Vania, Meremòt, Eliasib, [37]Mattenai, Iaasai.
[38]Dei figli di Binnui: Simei, [39]Selemia, Natàn, Adaia.
[40]Dei figli di Azzur: Sasai, Sàrai, [41]Azareèl, Selemia, Semaria, [42]Sallùm, Amaria, Giuseppe.
[43]Dei figli di Nebo: Ieièl, Mattitia, Zabad, Zebina, Iaddai, Gioele, Benaià.

[44]Tutti questi avevano sposato donne straniere e rimandarono le donne insieme con i figli che avevano avuti da esse.
      • Io voglio amare soltanto per Te tutto quello che amo... (santa Teresa di Lisieaux)[/list:u][/list:u][/list:u]

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