Beata Elena Guerra

Raccolta di preghiere e testi religiosi d’Autore, a cura di miriam bolfissimo
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Beata Elena Guerra

Messaggio da Giammarco De Vincentis » dom dic 18, 2005 12:16 am

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Biografia della Beata DAL SITO INTERNET

Scrittrice, teologa, apostola, santa, dice di lei il suo biografo padre Domenico Abbrescia. Ha studiato in casa italiano, francese, musica, pittura, ricamo e, di nascosto, anche latino. A 19 anni è infermiera tra i colerosi di Lucca e a 22 l’aggredisce un male che la terrà per quasi otto anni a letto. E lei studia i Padri della Chiesa, crea un gruppo di “Amicizie spirituali” tra le sue visitatrici, progetta forme di vita contemplativa.
Guarita, studia e viaggia: nel 1870 assiste in Roma a una seduta del concilio Vaticano I; e a Lucca, dopo prove e insuccessi, nasce infine per opera sua una comunità femminile, ma di vita attiva, dedita all’educazione delle ragazze e intitolata a santa Zita, patrona della città. E’ una comunità senza voti, un sodalizio di volontarie dell’insegnamento, pilotata da lei anche con gli scritti: i suoi agili “librini”, efficaci guide all’approfondimento della fede. Qui è accolta per qualche tempo, e fa la prima comunione nel 1887, la futura santa Gemma Galgani. Più tardi, l’istituto verrà riconosciuto dalla Chiesa come congregazione religiosa. Con la sua comunità, lei ha già problemi e anche conflitti. Ma ora decide pure di lanciarsi in un’impresa che va oltre la congregazione, oltre Lucca e l’Italia, per investire l’intera Chiesa. Ci ha pensato in segreto per anni e ora parte: bisogna ricondurre tutti i fedeli verso la conoscenza e l’amore per lo Spirito Santo, del quale Cristo ci ha detto: "Egli vi guiderà alla verità tutta intera" (Gv 16,13). I cristiani sono troppo fiaccamente consapevoli della prospettiva gloriosa che ci attende col “rovescio di Babele” (come scriverà nel 1987 Severino Dianich), rinnovando l’evento della Pentecoste di Gerusalemme. E' tempo di agire, e nessuno la ferma: scrive al papa Leone XIII, insiste, riscrive, andrà anche in udienza: chiede forti spinte per un “ritorno allo Spirito”, che nel secolo successivo sarà così vivacemente annunciato da movimenti e gruppi. Tre documenti pontifici, fra il 1895 e il 1902, invitano a operare per questo scopo, personalmente caro a Leone XIII; e il vecchio Papa dà alle suore di Elena il nome di Oblate dello Spirito Santo. Chiarissimo segno che è stata capita. L’hanno capita a Roma. Ma a Lucca, in casa sua, c’è chi le si mette contro: suore, figlie spirituali sue. E si arriva alle dimissioni di lei da Madre generale, ma con accompagnamento di inique umiliazioni. Elena sa accettare anche questo, sostenuta dalle consorelle fedeli e dalla sua limpida visione dell’esempio di amore che bisogna sempre saper offrire. E’ il suo momento più alto. E si chiude al mattino di un Sabato santo, sùbito dopo che lei ha indossato l’abito di Oblata dello Spirito Santo. Il suo corpo è sepolto a Lucca nella chiesa di Sant’Agostino. Nel 1959, papa Giovanni XXIII l’ha proclamata beata
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l’Orologio Eucaristico

Messaggio da Giammarco De Vincentis » dom dic 18, 2005 12:21 am

l’Orologio Eucaristico

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La Beata Elena Guerra Elena Guerra portò nel mondo una lucente minuzia, l’Orologio Eucaristico. Fu l’inventrice e la costruttrice di un apparecchio che permette di individuare immediatamente le zone geografiche del globo in cui si celebri nella stessa ora la Messa. Per tale invenzione, l’Académie Parisienne des Inventeurs ha inserito il nome di Elena Guerra fra i propri membri. Riteniamo difficile contenere un’anima in un albo professionale. E infatti, proprio nello scarto tra la vocazione di Beata e la professione di inventrice, è ravvisabile l’abisso di incomprensione universale che separa la cultura laica dalla spiritualità cristiana e da ogni autentica spiritualità. Perché l’Orologio Eucaristico, al di là dell’albo dell’Acadèmie Parisienne des Inventeurs, non è un’invenzione, è un simbolo: il viatico dell’intera esistenza di Suor Elena Guerra. Lo Spirito Santo che ad ogni ora rinnova la faccia della terra. Quando Elena Guerra sentì l’urgenza di riaprire la stagione dello Spirito Santo, certamente fu per una specifica pienezza dei tempi. Già nel mondo si affacciava il disagio connesso agli albori della prima rivoluzione industriale, al sorgere delle grandi città, al nascere delle masse al lavoro. Noi amiamo pensare che proprio quando insieme al Progresso si affacciava il Regresso, il Consolatore abbia voluto bussare ai nostri cuori e farci sapere che Lui è la Carità, Lui la ragione amorosa che fa di ogni minuto degli ultimi duemila anni dopo Cristo, l’epoca potentemente mite del Messianesimo.

Nell’occasione di questo centenario, ci è data la possibilità di valutare attentamente l’attualità del messaggio profetico di Elena Guerra e contabilizzarne l’imponente ricchezza spirituale. Quante volte tutte le persone di buona volontà, si soffermano e guardano smarrite l’uomo che sostituisce il Dio Creatore con il sé creatore e fatalmente si adora. Se mai vi fu un tempo pienamente pagano, è certamente questo. Su tutta la terra, il dio è «Io». Simmetricamente, se mai vi fu un tempo più bisognoso dello Spirito Santo, di una nuova Pentecoste, è questo nostro tempo di scontro elidente tra Io e Dio.
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Divinum illud munus

Messaggio da Giammarco De Vincentis » dom dic 18, 2005 12:22 am

Divinum illud munus

La Beata Elena Guerra ispiratrice della «Divinum illud munus», fondatrice delle Suore Oblate dello Spirito Santo
Avvertì l'esigenza di promuovere il culto dello Spirito Santo

Il 9 maggio 1897 il Papa Leone XIII pubblicò l'Enciclica Divinum illud munus, interamente dedicata allo Spirito Santo. Allora la comunità cristiana aveva un'insufficiente percezione della presenza vivificante dello Spirito Santo nella Chiesa e nell'esistenza del credente, come rileva il Sommo Pontefice nell'Enciclica medesima. «Forse non mancano anche ai nostri giorni di quelli, che, se fossero interrogati, come una volta l'Apostolo Paolo interrogò alcuni se avessero ricevuto lo Spirito Santo, risponderebbero a loro volta: Noi non sappiamo neppure se lo Spirito Santo esiste; anche se l'ignoranza non arriva a tanto, certamente in gran parte è scarsa la conoscenza che se ne ha» (n. 9).

In quel tempo visse a Lucca Elena Guerra, nata in questa città il 23 giugno 1835, e quivi morta l'11 aprile 1914, la quale diede origine alla Congregazione delle Suore Oblate dello Spirito Santo per l'educazione scolastica e religiosa della gioventù. Elena Guerra, beatificata poi dal Papa Giovanni XXIII il 26 aprile 1959, avvertì fortemente l'esigenza di promuovere il culto dello Spirito Santo. A riguardo la Beata notava nel 1886: «Mi venne... il pensiero di scrivere al Papa ed anzi non potei fare a meno di buttar giù sulla carta ciò che avrei voluto dirgli...» (Miss. VI). Poi, anche dietro consiglio di persona di fiducia, lasciò cadere il progetto.

Ma insieme alla Beata Elena vi furono altri personaggi dell'ambiente lucchese, che in modo complementare avvertirono la medesima esigenza e contribuirono a spingere Elena ad esternare al Pontefice il voto di una più ampia propagazione del culto dello Spirito Santo: Erminia Giorgetti, una donna di servizio presso la comunità della Beata Elena, di profonda vita interiore; Maria Vangioni, poi religiosa della stessa Congregazione; ed infine Mons. Giovanni Volpi, decano della chiesa di s. Michele in Lucca, poi Vescovo ausiliare in questa città, e successivamente Vescovo di Arezzo, direttore spirituale di Elena e di s. Gemma Galgani.

Nell'agenda - diario del 1897 la Beata Elena annotava di essere sollecitata a scrivere al Papa da un portavoce di questa ispirazione interiore (Erminia) e da un piccolo portavoce (Maria Vangioni, allora in giovane età). La Beata Elena esortò Erminia Giorgetti a palesarle quanto asseriva di avere percepito interiormente, sebbene, come ella stessa notava, non fosse propensa a credere a cose straordinarie.

Ecco alcuni cenni di quanto Erminia disse alla Beata Elena. «Intesi in me la voce di Gesù che disse: L'Amore non è conosciuto, l'Amore non è amato, l'Amore è disprezzato... dì alla Madre che scriva una lettera al Santo Padre, pregandolo a riunire tutti i fedeli in una continua preghiera... cioè pregando molto lo Spirito Santo, e così procuri dirichiamare a Dio tutti i cuori» (Miss. VI novembre 1893).

Prosegue la Beata Elena, nel medesimo scritto: «Dopo la manifestazione fattami dalla suddetta Erminia mi convinsi essere volontà di Dio che rifiorisse tra i fedeli la devozione allo Spirito Santo... di scriverne al Papa... (VI).

Fu Mons. Volpi che, nel suo colloquio col Santo Padre per ottenere la rinunzia alla dignità di decano di s. Michele, parlò al Papa di Elena Guerra e del suo desiderio di propagare il culto dello Spirito Santo (7 febbraio 1894). Fece seguito a questa prima manifestazione del desiderio della Beata Elena una sua lettera a Leone XIII il 17 aprile 1895, che indusse il Pontefice a pubblicare il Breve Provida. Elena aveva fatto pervenire al Papa il suo scritto: «La lettera (di Elena Guerra) non solo Gli fu bene accetta, ma Lo indusse a dare quel Breve...» (8 giugno 1895). Vennero poi altre lettere della religiosa al Pontefice, in cui chiedeva insistentemente di adoperarsi ancor più per la propagazione del culto allo Spirito Santo e lo supplicava di «congiungere i fedeli in una preghiera unanime e universale allo Spirito Santo» (1° dicembre 1895), di «andare avanti e aprire definitivamente nella Chiesa la vera casa dell'orazione, un Cenacolo, dove i fedeli, uniti a quella divina Madre che tanto pregò con gli Apostoli nel cenacolo di Gerusalemme, impetrino dal Divino Spirito, con un Veni incessante, il sospirato rinnovamento della faccia della terra». (6 novembre 1896).

La risposta a questo desiderio fu data dall'Enciclica «Divinum illud munus», per cui Elena annotò tra i suoi appunti. «Questa Enciclica la ottenne la povera suor Elena con replicate lettere che ella scrisse al Pontefice Leone XIII, negli anni 189697».

Nell'Enciclica il Papa afferma che ogni riflessione sullo Spirito Santo deve partire da un'appropriata conoscenza della SS. Trinità, «Centro di tutto». L'Enciclica nei nn. 3-4-5 richiama poi il principio teologico dell'attribuzione, che consiste nel riferire in modo speciale ad una Persona divina qualche opera esterna della Trinità: «Di qui l'uso della Chiesa di attribuire al Padre le opere della potenza, al Figlio quelle della sapienza, allo Spirito Santo le opere dell'amore».

Perciò sono attribuite allo Spirito Santo le opere dell'amore, dal concepimento di Cristo a tutte le sue azioni. Come il Cristo, così la sua Chiesa è fecondata dallo Spirito Santo: «Basti sapere che se il Cristo è il Capo della Chiesa, lo Spirito Santo ne è l'anima, ciò che è l'anima del nostro corpo è lo Spirito Santo nella Chiesa, corpo di Cristo» (n. 6).

Il proseguo dell'Enciclica ha come tema centrale l'azione dello Spirito Santo nella vita del fedele, che perviene alla fede e alla fedeltà alla Grazia per opera dello Spirito Santo (vedi nn. 78 910).

Il Papa conclude esortando alla preghiera incessante allo Spirito Santo, «del quale tutti abbiamo grandissimo bisogno». Non c'è da dubitare che tali orazioni rimangano inesaudite, mentre egli stesso ci assicura che egli stesso intercede con insistenza per noi con gemiti inesprimibili». Le ispirazioni della Beata Elena furono davvero profetiche riguardo al cammino di conoscenza e di esperienza dello Spirito Santo, che la Chiesa ha compiuto in questo secolo, cammino aperto dall'Enciclica di Leone XIII, segnato profondamente dall'evento conciliare, che ha costituito per la Chiesa una rinnovata primavera dello Spirito, portato avanti dall'Enciclica Dominum et vivificantem dell'attuale Pontefice.

È un cammino di rinnovamento dell'azione dello Spirito nella vita della Chiesa e del cristiano per la trasformazione di questo mondo nel Regno di Dio, per cui così pregava la Beata Elena: «Emettete, o Dio Salvatore, l'Amore qual Fuoco divino... / mandatelo come vincolo di santa unione... / Mandatelo, il vostro Spirito, come creatore di una società universale di Santi, come rinnovatore della faccia della terra». (Ossequie e Preghiere allo Spirito Santo Elena Guerra).
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Leone XIII e La Beata Elena Guerra

Messaggio da Giammarco De Vincentis » dom dic 18, 2005 12:23 am

Leone XIII e La Beata Elena Guerra

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La Beata Elena Guerra La vita di Elena Guerra è un canto allo Spirito di Cristo. Suoi nutrimenti: la Parola di Dio, l’Eucarestia, la Croce. Qui avviene la sua chiamata che tutto a un tratto la colloca «sul monte». Qui, dalle profondità dell’anima, affiora il dono del suo carisma: «Lo Spirito Santo vuole continuare in noi quell’opera di amore che incominciò nel Cenacolo».

Così, Elena Guerra, a trentadue anni, coglieva il cammino spirituale della propria vita e poneva le fondamenta della sua scuola profetica.

Da questo momento prende vita in lei una nuova lettura del Cristo, della Chiesa e della propria chiamata. La illumina questo nucleo di verità: «L’incarnazione è opera del Divino Amore, l’immolazione di Gesù sul Calvario è opera del Divino Amore, l’istituzione dell’adorabile Eucarestia (chi può dubitarne?) è opera del Divino Amore». La sorregge questa certezza: lo Spirito Santo è una presenza ineffabile, dinamica, dialogica. Insomma è «La Presenza». Con la Sua opera silenziosa Egli solleva il mondo, ricostruisce la memoria della Parola di Gesù; rassicura il cristiano nella fede e nella vita, e quando è il tempo della sua testimonianza, lo sostiene fino al martirio.

Elena diviene così il profeta che vuole provocare «il ritorno allo Spirito Santo», perché constata, con la tristezza propria dei santi, che «i cattolici moderni» hanno dimenticato lo Spirito Santo: nessuno lo conosce, lo ama, lo prega; nessuno più ne parla, neppure i predicatori, che dovrebbero contribuire alla formazione delle coscienze cristiane.

Di qui il suo grido: «L’Amore non è conosciuto, l’Amore non è amato, l’Amore è disprezzato». Tanta certezza, però, non la libera dall’oppressione del dubbio, nonostante le sia sempre vicino il suo direttore spirituale, il Vescovo Giovanni Volpi, l’insostituibile messaggero con il Papa.

La sorpresa, però, è qui: Dio nelle sue opere raccoglie sempre il concorso delle anime semplici, e quindi, anche per questo vitale ritorno al Cenacolo, sceglierà due anime nascoste per confermare e sostenere la nuova irruzione dello Spirito. Elena stessa lo confesserà a Leone XIII, «Il Papa dello Spirito Santo», nell’udienza del 18 Ottobre 1897: «Io non sono altro che un misero portavoce di un’anima che fa bene orazione, e alla quale si può prudentemente credere che Dio talvolta manifesti i suoi voleri». I nomi di queste anime semplici sono: Erminia Giorgetti, la «povera servente di cucina», e la «piccola portavoce», Suor Crocifissa. È appunto da questa umile manovalanza che Elena riceve la mistica conferma di chiedere al Papa «di riaccendere in questo freddo mondo il Divin Fuoco dello Spirito Santo» ed «aprire ai fedeli un nuovo Cenacolo, unendoli in una preghiera unanime e universale allo Spirito Santo».

L’ispirazione della sua proposta giunge da molto lontano e i doni che fioriscono dalla sua vita sono elargiti dallo Spirito Santo, il Datore di tutti i doni. Perciò Elena non esita ad indicare come sorgente di rinnovamento alla Chiesa del suo tempo, ed alla Chiesa di ogni tempo, la riscoperta ed il ritorno a Colui che silenziosamente dirige i fedeli nella storia, nel nome di Cristo; a Colui che «dal nulla ci ha chiamati all’esistenza» e nel quale «viviamo, ci muoviamo e siamo»; a Colui che «rinnova la faccia della terra», e che in definitiva «fa i santi».

Per Elena Guerra, riflettendoci bene, «i primi cristiani facevano prodigi di fortezza perché risentivano più che noi i divini ardori del Cenacolo». E in effetti possiamo considerare la conquista spirituale del mondo romano, l’annuncio coraggioso del Vangelo, la rivelazione di Dio che mostra il suo volto di Padre, un’unica azione dirompente. Il valore terremotante di quest’azione, però, è tutto legato all’apertura di una nuova era di Amore per sempre, che va ben oltre l’Impero Romano: «... quando Gesù mandò sugli uomini lo Spirito Santo, si accese veramente l’Amore nei loro cuori. Venne l’Amore e l’uomo amò». Ma Elena vede nella sua Chiesa l’oblio dell’Amore Spirito Santo, e coglie la freddezza nel cuore dei fratelli. Anch’essi, infatti, attratti e respinti dalla rivoluzione del nuovo progresso scientifico, sono tentati dall’illusione di un possesso pieno della vita, finendo col relegare Dio tra i miti e le forme. È l’inizio dello smarrimento dell’uomo del nostro tempo: la rimozione progressiva di Dio coinciderà con la perdita della fratellanza, e oggi, temerariamente, con l’esonero del senso della vita. D’altra parte, Elena, aiutandoci in questo smarrimento, ci ricorda in quale tempo siamo stati collocati con la venuta del Figlio di Dio: «La solennità di Pentecoste (...) è il vero rinnovamento, poiché lo Spirito che visibilmente discese sulla Chiesa nascente, continua a discendere invisibilmente sui fedeli». Infatti, «la venuta dello Spirito Santo fu come un bacio della riconciliazione dato da Dio all’umanità, redenta dal sangue di Cristo».

«Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, / il Cristo rimane nel passato, / il Vangelo è lettera morta, / la Chiesa semplicemente una organizzazione, / l’autorità una dittatura, / la missione una propaganda, / il culto un rito magico, / l’attività cristiana una morale da schiavi».

Sono parole del Patriarca Atenagora, pronunciate nel cuore del Concilio Vaticano Secondo, come monito a noi cristiani, perché vediamo a quali gravi pericoli va incontro il Corpo mistico di Cristo, se lo Spirito scompare.

Circa un secolo prima, Elena Guerra parla cosi dello Spirito Santo: «il Cuore di Gesù, finché visse sulla terra dispensò doni preziosi ed innumerevoli benedizioni, ma il Dono dei Doni, la benedizione più feconda di effetti salutari, ce la mandò dal cielo, e questa è il suo divino eterno Amore, lo Spirito Santo, che è quel legame che congiunge al Cuore di Gesù il cuore dei fedeli, (...) è la virtù misteriosa con cui Gesù, il Maestro, guarisce le miserie umane e consola le tristezze dell’uomo».

Lo Spirito Santo, infatti, presiede alla trasformazione della nostra vita e la conduce con divina pedagogia fino alla nostra salvezza. Arricchendoci dei suoi doni, Egli ci impoverisce. In realtà ci libera dai nostri limiti e scolpisce in noi il volto dei veri figli di Dio. Per questo le anime che gli sono fedeli «rinunziano ai propri desideri ed inclinazioni, e aspettano solo che scenda in esse il Regno di Dio». Per Elena Guerra, Cenacolo, Eucarestia e Croce sono la geometria mistica di un triangolo alla cui base sta proprio il Cenacolo, luogo della nostra partecipazione al Mistero di Cristo. Elena ha lavorato senza sosta per «il ritorno dello Spirito Santo», ha parlato e scritto, amato e sofferto. Ha offerto la propria agonia, ed è morta avendo nel cuore il suo sogno incompiuto e sulle labbra il suo invito oracolare: «i cristiani tornino allo Spirito Santo, affinché lo Spirito Santo torni a noi». Nel 1870, l’anno che lei chiama «delle misericordie e delle benedizioni», la visione del suo «che fare» nella Chiesa è straordinaria per saldezza e coerenza.

In quest’anno sente di essere chiamata ad una partecipazione intima al Mistero del Cristo sofferente. Dirà: «vi dico, Signore, di voler essere anche vittima vostra, e nel fuoco del vostro Amore consumare i miei sacrifici fino all’ultimo, che sarà (lo spero), il più bello di tutti, (...) finché mi sia dato di esclamare: consummatum est!». Dio acconsente al sacrificio della sua serva e amorevolmente l’accompagna al suo Getsemani. Gli ultimi otto anni della sua vita si consumano nella sofferenza della Croce. Sospetti, trame di consorelle, equivoci dolorosi, portano inesorabilmente alla sua brutale deposizione da Superiora Generale, imposizione accolta e vissuta con l’obbedienza e la gioia dei santi. E il culmine di questa gioia soprannaturale va colto nel singolare episodio del 20 Settembre 1906, quando in cappella, nel rassegnare le sue forzate dimissioni, Elena canta il «Te Deum» insieme alle consorelle che hanno appena finito di tramare contro di lei.

Tutto in lei si compie nella pace; nel suo morire brilla la luce del Vangelo: «Chi ama la propria vita, la perde, e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna (Gv, 12 25)». Nell’intimo del cuore, la beata Elena custodisce la certezza che le sue figlie spirituali saranno memoria vivente, pietra angolare, e scuola profetica dello Spirito Santo.
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Le Preghiere e Le Poesie I°

Messaggio da Giammarco De Vincentis » dom dic 18, 2005 12:26 am

INVOCAZIONI PER OTTENERE IL DONO DELLO SPIRITO SANTO

Questa preghiera allo Spirito Santo ebbe origine da un’ esortazione del Sommo Pontefice Leone XIII. Infatti egli nel Breve del 5 Maggio 1895, suggeriva di fare devotamente la novena dello Spirito Santo, e come formula di speciale preghiera le parole "Manda il Tuo Spirito a rinnovare il mondo". A questo scopo la B. Elena Guerra compose queste invocazioni per chiedere il dono dello Spirito.

Padre Santo, nel nome di Gesù
manda il tuo Spirito
a rinnovare il mondo!
Vieni, Spirito di Sapienza,
distaccaci dalle cose della terra,
infondici amore e gusto
per le cose del cielo.

Manda il tuo Spirito
a rinnovare il mondo!
Vieni, Spirito di Intelletto,
rischiara la nostra mente,
con la luce dell’ eterna Verità
e arricchiscila di santi pensieri.

Manda…
Vieni, Spirito di consiglio,
rendici docili alle tue ispirazioni
e guidaci sulla via della salute.

Manda…
Vieni, Spirito di Fortezza,
donaci forza, costanza, vittoria
nelle battaglie contro i nostri
spirituali nemici.

Manda…
Vieni, Spirito di Scienza,
sii Maestro alle anime nostre,
e aiutaci a mettere in pratica
i tuoi insegnamenti.

Manda…
Vieni, Spirito di Pietà,
Vieni a dimostrare nel nostro cuore
per possederne e sacrificarne
tutti gli affetti.

Manda…
Vieni, Spirito di Santo Timore,
regna sulla nostra volontà
e fa che siamo sempre disposti a soffrire
ogni male anziché peccare.
Manda…
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Le Preghiere e Le Poesie II°

Messaggio da Giammarco De Vincentis » dom dic 18, 2005 12:26 am

Vieni Spirito Santo

E’ nello Spirito Santo che l’uomo,
secondo il Vangelo, rinasce
alla vita della grazia
e dell’ amore di Dio.
*
Vieni spirito divino
La nostra vita in Dio
è l’attuarsi, per opera
dello Spirito Santo,
di una piccola incarnazione.
*
Vieni spirito di Cristo
L’ Eucarestia è come la fornace
che mantiene sulla terra
il Fuoco che Gesù
venne a portarvi.
*
Vieni dolce Ospite
Il tuo cuore è
un nuovo e vero Cenacolo
nel quale lo Spirito Santo dimora
in qualità di Ospite dolcissimo
e di fedelissimo Amico.
*
Vieni ottimo Consolatore
La venuta dello Spirito Santo
nel Cenacolo fu come
un bacio di riconciliazione
dato da Dio all’ umanità,
redenta con il Sangue
di Gesù Cristo.
*
Vieni vera Vita
Lo Spirito Santo
è la tua vera vita
e tu non puoi fare niente di bene
senza di lui.

Vieni Padre dei poveri
Perché tu non fallisca la via,
né sii preda dei tuoi nemici,
Dio ti dona, t’infonde
il suo Spirito.
*
Vieni Luce beatissima
Se vogliamo intendere
la voce di Dio,
che in mille modi ci parla,
ricorriamo allo Spirito Santo
che è Padre dei Lumi.
*
Vieni parola al nostro labbro
Lo Spirito Santo
nella divina Scrittura
ci fa intendere che la preghiera
è un’ arma con la quale l’uomo
può vincere Dio stesso.
*
Vieni Dio-amore
Venne l’amore e
l’uomo amò!
*
Vieni datore dei doni
A ogni anima che lo invoca,
lo Spirito Santo accorre,
come una madre al grido
del suo bambino.
*
Vieni fuoco del cenacolo
Che il fuoco del Cenacolo
sia acceso nel mio cuore
e rimanga in esso sempre ardente
fino alla Pasqua eterna!
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MANUALE DI PREGHIERE ALLO SPIRITO SANTO

Messaggio da Redazione » dom dic 18, 2005 1:48 pm

MANUALE DI PREGHIERE ALLO SPIRITO SANTO

MANUALE DI PREGHIERE ALLO SPIRITO SANTO

Di Suor Elena Guerra (Beata)

Fondatrice Istituto Santa Zita Suore Oblate dello Spirito Santo



Prefazione dell'Autrice. Anno 1895

Torniamo, o Cristiani, allo Spi­rito Santo, affinchè lo Spirito San­to torni a noi, abbatta il regno di satana (che ora spaventosamente grandeggia in questo misero mon­do), e rinnovi la faccia della terra, rialzando tra noi il santo regno di Dio, che è giustizia pace e amore.

Ecco lo scopo di questo modesto librino; cioè far meglio conoscere l'Eterno Amore che è la Terza Persona della santissima Trinità, ora troppo dimenticata, e riaccen­dere la divozione nei fedeli del no­stro tempo come già ferveva nei primitivi cristiani. Tale parimente è lo scopo delle eccellenti opere sullo Spirito Santo di Mons. Gau­me, del Cardinale Manning e del P. Mechler, ma perchè esse sono voluminose e, dettate più per gli eruditi che per il popolo, non hanno raggiunto quella diffusione che pur meritano. Ecco dunque un librino che, sebbene non con­tenga quasi altro che pratiche di pietà, pure è condotto sulle tracce indicate da quei sommi scrittori, ed abbellito qua e là dei loro stessi concetti. E perchè sia letto, e per­chè le verità che contiene passino dalla mente al cuore, esso esce fuo­ri come manuale di divozione; e non solo è per coloro che bramano meglio conoscere il divino Ospite dell'anima e più strettamente a Lui unirsi, ma più particolarmenle si raccomanda a quelle savie e buone persone che, afflitte del ve­dere come lo spirito del male si­gnoreggia nel mondo, bramano che venga presto lo Spirito Santo a rin­novare la faccia della terra. Di che la Chiesa Cattolica supplica l'Al­tissimo colla preghiera: Emitte Spiritum tuum et ereabuntur; et renovabis faciem terrae.

Quanto poi sia giusto, lodevole, e necessario tributare allo Spirito Santo lo stesso culto di adorazione e riconoscenza che si presta al Pa­dre e al Figlio, oltre che lo atte­stano i santi Padri e Dottori, lo dimostra anche la cattolica dottri­na, la quale col dogma dell'unità d'essenza e dell'eguaglianza di per­fezioni nelle tre divine Persone, viene ad assicurarci anche dell’eguaglianza tra esse, dei diritti al culto delle ragionevoli creature. Come dunque si adora, si prega e si ringrazia il Padre e il Figlio, così devesi adorare, pregare e rin­graziare lo Spirito Santo.

Ma è proprio un piangere il ve­dere cme i moderni cristiani ab­biano dimenticato l'Eterno Amore! Secondo Mons. Gaume questa ignoranza e indifferenza verso lo Spirito Santo è la più lacrimevole disgrazia e rovina del nostro tem­po, che allontanandosi dallo Spi­rito di Dio, si va riaccostando allo spirito di Satana, il quale così ri­prende nel mondo il campo che aveva perduto per lo stabilimento del cristianesimo, ed empie la te­nebrosa sua reggia di anime strap­pate al seno del celeste Padre. Solo lo Spirito del bene (continua il medesimo scrittore) può difenderci da questa spaventosa invasione dello spirito del male e arrestare sì rovinoso torrente. Ripetiamo dun­que che la divozione allo Spirito Santo dev'essere la devozione fa­vorita dei cristiani moderni, come lo fu de' nostri Padri nella fede.

Quel savio e valentissimo Scrit­tore con ogni evidenza di ragioni ha detto e dimostrato che bisogna che il popolo cristiano torni alla divozione del Divino Spirito; ma il popolo non vi è tornato: ed è naturale, poichè le sue dotte e calde parole non sono arrivate al popolo il quale non ha modo di procurarsi tali preziosi scritti, ne tempo di leggerli. Ora noi faccia­mo dunque un passo di più, e mettiamo in mano al popolo un librino di divozione allo Spirito Santo, pregando coloro che ne hanno la possibilità a fare un po' di sacrifizio di denaro per diffon­derne molti esemplari, e così pren­der parte e aver merito a questa opera veramente cattolica, e al tut­to secondo lo Spirito della Chiesa, la quale nella sacra liturgia dà esempio ai fedeli di frequentissime invocazioni e preci allo Spirito Santo.

Tornerà poi maggiormente gra­dita ai fedeli quest'operetta se si consideri che è unica nel suo gene­re, poichè i divoti dello Spirito Santo non ebbero sin ora un libri­no per pascolo della loro devozio­ne, laddove per ogni altro genere di divozione se ne hanno a dovi­zia: e in quei manuali stessi di preghiere nei quali ogni divozione ha molte e belle pagine, la devo­zione al Divino Spirito ne ha poche o nessuna! Benedica dun­que l'Eterno Amore questo libri­no che è fatto per Lui; e lo accol­gano benignamente i fedeli, non solo perchè nel suo genere è, come abbiam detto, una primizia, ma anche perchè vi troveranno soavi e forti eccitamenti al bene. Infat­ti, i divoti del santissimo Cuore di Gesù vi troveranno una mano amica che sempre più li avvicinerà a quel divino Amore che nel sacro Cuore essi cercano. I devoti del­l'Incarnazione, Passione e Morte del Figliuol di Dio, cresceranno in fervore riflettendo che quell'ado­rabile Umanità è opera appunto dello Spirito Santo, e che il sacri­fizio di Gesù sulla croce fu consu­mato nel Fuoco di quell'Eterno Amore. I divoti della santissima Eucarestia, se saranno anche divoti dello Spirito Santo, avranno più lumi per meglio intendere quel gran Mistero d'amore, e più grazia per profittarne. Ma che diremo poi dei divoti di Maria? Diremo che le presteranno l'ossequio a Lei più gradito se la imiteranno nella divozione a quel Santo Spirito, del quale essa fu sovrappiena, e dal quale fu fatta Madre di Dio. Quello che abbiamo detto circa l'utilità e necessità della divozione al Divino Spirito è nulla in con­fronto a ciò che resterebbe a dir­ne. Ma altro non aggiungeremo, eccetto un'osservazione sopra un avvenimento nefando, che ha de­stato orrore e indignazione in ogni cuore cristiano: spieghiamoci. Il superbo Lucifero voleva salire sul trono dell'Altissimo; non potè far­lo in Cielo (che anzi fu travolto negli abissi d'inferno); ebbene, ha tentato di farlo sulla terra, ed ha saputo trovare uomini tanto empi e scellerati che lo hanno portato in trionfo, rendendo così al nemi­co di Dio, allo spirito del male, quel culto che si deve a Dio solo. E lo scoppio di questo fulmine in­fernale non risveglierà i cristiani, anche più sonnacchiosi? E come il demonio, il quale non è altro che spirito di malignità e di odio, ha trovato chi si presta all'infame suo culto, non troverà fra noi ripara­tori e adoratori quello Spirito, che è tutto benignità e amore? Se i malvagi onorano l'odio che è Satanasso, non vorremmo noi ono­rare particolarmente l'Amore che è lo Spirito Santo?

Dopo queste considerazioni si ricusi chi può, d'aprire il cuore a una speciale divozione verso il Divino Spirito: per i veri cattolici sarà impossibile ricusarsi.

Ma essi debbono apprezzare questo librino anche come eco del­la voce del Vicario di Gesù Cristo, il quale in questi ultimi anni e massime nel 1897, ha più volte raccomandato una speciale divo­zione allo Spirito Santo.

In ossequio poi ai desiderii del Santo Padre medesimo abbiamo inserito nella Novena ed in altri di questi divoti esercizi, nuove preghiere per impetrare dallo Spi­rito Santo il ritorno alla vera Chie­sa di tutti i fratelli dissidenti, e speriamo che i fedeli se ne var­ranno per impetrare dal Cielo più pronti e più abbondanti gli effetti della divina Misericordia. Infine a mettere maggiormente in amore ai fedeli quest'operetta basterà l'urgente bisogno che tutti abbiamo della benefica opera del­lo Spirito Santo; poichè, come dis­se S. Paolo ai primi Cristiani, sen­za lo Spirito Santo non possiamo far nessun bene: neppure invocar con merito il santissimo Nome di Gesù! - Or se non può farsi nulla senza lo Spirito Santo, potremo forse senza di Lui pregar bene? Anzi chi è che prega in noi e per noi con gemiti inenarrabili se non questo dolcissimo Ospite dell'Anima? Un librino dunque che c'in­segni a profittare di tanta grazia e di sì valido aiuto è il miglior dono che possa offrirsi alla pietà dei fedeli.

Ma (ripetiamolo) se nulla pos­siamo senza il Divino Spirito, in Lui tutto possiamo, onde accesi del suo celeste fuoco potremmo avere anche il bel vanto di concor­rere a rovesciare il regno di Sata­na, e la consolazione di veder fi­nalmente il sospirato rinnovamen­to della faccia della terra.

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Il dono di Suor Elena Guerra ai devoti dello Spirito Santo

Messaggio da Redazione » dom dic 18, 2005 1:50 pm

Il dono di Suor Elena Guerra ai devoti dello Spirito Santo

Il « Veni» - come soleva chia­mare l'Autrice questo manualetto di « Ossequi e Preghiere allo Spi­rito Santo» - esce nella sua V Edizione. Piccolo di mole, denso di profonda spiritualità, scaturì dal cuore dell'Apostola dello Spi­rito Santo in una Veglia Eucari­stica. - « Pensai quella notte, Ella scrive, che tutti avevano il loro Manuale per le loro particolari di­vozioni, ma i devoti dello Spirito Santo non avevano nulla; come dunque avrebbero potuto ubbidire al Santo Padre, che aveva ingiunto nel Breve del 5 Maggio 1895, di pregare lo Spirito Santo?».

Lo scriverà Lei. - Ed eccola subito all'opera. Quella notte stes­sa ne abbozzò il sommario, ne scrisse l'indice.

Quando la campana della Co­munità la chiamò alla preghiera del mattino, scese in Cappella con un «dono nuovo» da presentare all'Amore increato, per le anime. Pochi giorni di lavoro assiduo, con prolungate veglie, e il Manuale per i Devoti dello Spirito Santo, fu pronto per dare alle stampe.

Oggi ritorna il piccolo libro, nella sua nuova veste tipografica per continuare nelle anime quel­la missione di bene, che fu il pal­pito più ardente del cuore del­l'Apostola dello Spirito Santo.

Veni Sancte Spiritus! Pentecoste, 6 Giugno 1954.



DIVOZIONI ALLO SPIRITO SANTO

Vieni o Spirito Creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. O dolce Consolatore, dono del Padre altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima. Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola. Sii luce all'intelletto, fiamma ardente nel cuore; sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore. Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male. Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore. Amen.

Manda il tuo Spirito e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della terra. Preghiamo: O Dio, che con il dono dello Spirito Santo guidi i cre­denti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del suo conforto. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Sequenza allo Spirito Santo. Vieni, Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto; ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano, i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen.

Preghiera allo Spirito Santo (Per la mattina)

O adorabile Spirito di Dio, Spi­rito vivificante e santificante, che fin dai primordi della creazione imprimeste alle nuove creature il suggello di quella perfezione che lor conveniva, deh! aleggiate ora sopra di me come aleggiaste allo­ra sulle acque, ed effondete in questa anima le ricchezze della grazia e dei Doni vostri, aggiun­gendo forza e costanza, affinchè io corrisponda ai vostri superni aiu­ti, e mai non mi stanchi di cor­rere quella via che mette al Cielo.

Vi supplico ancora, o Spirito Santo, Eterno Amore, a visitare il cuore di tutti i vostri fedeli e riempirlo di superna grazia; a vi­sitare il cuore dei tiepidi e, tra­scurati cristiani, e riaccendervi il fuoco del celeste amore; a visita­re il cuore dei peccatori, e risve­gliarlo dal funesto sonno di mor­te, a visitare le terre degl'infe­deli, ribenedirle, e mandare in quell'abbandonata messe tanti o­perai a raccogliervi i preziosi frut­ti della Redenzione.

Siate anche meco, o Santo Spi­rito, e fin dal principio di questo giorno beneditemi, guidate i miei pensieri, possedete i miei affetti, regolate la mia volontà, frenate i miei sensi e specialmente la lin­gua, e concedetemi d'arrivare a sera, anzi d'arrivare alla morte, senz'avervi contristato.



Preghîera allo Spirito Santo ( Per la sera )

Come la tortorella sull'imbruni­re ritorna al nido, così quest'ani­ma, o Divino Spirito, a Voi torna, e si rifugia sotto l'ombra delle vostre ali per unirsi a Voi sem­pre più strettamente, o Dio Amo­re, e per godere della validissima vostra protezione anche nelle ore notturne, quando il leone d'infer­no rugge e cerca preda di anime per divorarle. Deh! Bontà infinita, liberate me, liberate tutti dal vele­noso morso di quel tremendo ne­mico; e perchè non abbia nessuna ragione sopra di noi, concedeteci perfetto dolore dei commessi peccati, applicateci i meriti del San­gue di Gesù e perdonateci ogni colpa.

Mentre l'oscurità della notte ri­copre la terra, fate risplendere, o Signore, sopra di noi la vostra di­vina luce ed abbiate di noi mise­ricordia - Venite, o Spirito d'In­telletto e di Scienza, e visitate con nuovi lumi la mente di coloro che vegliano nell'orazione e nello stu­dio della vostra parola. - Venite, o Spirito di Consiglio, e fate che nel silenzio di questa notte aprano gli occhi al vero tanti miseri che sono ingannati dallo spirito mon­dano, o presi dal laccio dell'erro­re. - Venite, o Spirito di Fortez­za, e aiutateci a superare tutti gli ostacoli che ci impediscono la Santificazione dell'anima. - Venite, o Spirito di Timor santo, e fate che una cosa sola ci ispiri ve­ramente orrore: il peccato. - Ve­nite, o Spirito di Sapienza e di Pietà, e fate che tutti i fedeli chiudano gli occhi al sonno con devoti pensieri nella mente e con un palpito di santo amore nel cuore; e così chiudasi parimente la vita nostra sulla terra; allorchè ci chiamerete, o Eterno Amore, a miglior vita con voi nel Cielo.



PREGHIERE PER LA SANTA MESSA

Anima cristiana, che sei tempio vivo dello Spirito Santo, se brami onorare il divino, amabilissimo tuo Ospite, offri a sua maggior gloria il Sacrifizio della santa Mes­sa, e con ciò attirerai sopra di te i favori dell'Eterno Amore.

OFFERTA

O eterna Maestà del mio Dio, Creatore e Padrone dell'Universo, io meschina vostra creatura, a voi mi presento colla più preziosa ed eccellente oblazione, poiché vengo ad offrirvi nella santa Mes­sa quel Sacrifizio medesimo che vi offrì sull'altare della Croce il Fi­glio vostro umanato; e ve l'offro principalmente per ringraziarvi d'avere effuso nelle anime redente il vostro Santo Spirito, quell'Amo­re sostanziale che procede da Voi, o eterno Padre, e dall'Unigenito vostro; e di più ve l'offro per im­petrare maggior effusione di quel­lo Spirito santificatore in me e in tutti i fedeli.

AL PRINCIPIO DELLA MESSA

Ricordati, o anima mia, che senza lo Spirito Santo non puoi far nessun bene, e collo Spirito Santo tutto puoi. Raccomandati dunque a quell'onnipotente Amo­re dicendo: Emitte lucem tuam et veritatem tuam. Sì, rischiarate quest'anima, o divin Pàracleto, colla vostra luce, arricchitela del­la vostra verità, accendetela dei vostri ardori, santificatela colla vostra grazia, affinchè possa de­gnamente assistere a questi santi Misteri.

AL CONFITEOR

Solamente il peccato può chiu­dermi, o Signore, le porte dei vo­stri santi Tabernacoli; ed io pur­troppo sono colpevole di molti peccati commessi con pensieri, parole ed opere. Mio Dio, me ne accuso e me ne pento, invocando indulgenza, assoluzione e perdono per i meriti del Sangue che ha ver­sato per me Gesù mio Salvatore.

Create in me un cuor puro, o Signore, e rinnovate in me lo spi­rito di rettitudine; non vogliate rigettarmi dalla vostra presenza e non togliete da me il vostro San­to Spirito; confortatemi anzi nella vostra grazia con nuova e più ab­bondante infusione dello Spirito Santo.

IL SACERDOTE SALE ALL'ALTARE E LO BACIA

La venuta dello Spirito Santo nel Cenacolo fu come il bacio del­la riconciliazione dato da Dio al­l'umanità, redenta col Sangue di Gesù Cristo. - O Gesù Salvatore, che mandaste lo Spirito Santo agli Apostoli, mandatelo anche a noi, onde con l'anima purificata dal divino Amore, possiamo assistere a questi santi Misteri.

Gloria al Padre, gloria al Figlio, gloria allo Spirito Santo: gloria all'Altissimo, dal Cielo e dalla Terra, da tutte quante le creatu­re; e il suo santo Nome sia cono­sciuto e benedetto fino agli estre­mi confini del mondo.

ALLE ORAZIONI

O Dio onnipotente, che colla luce del Paracleto ammaestraste i cuori dei vostri fedeli, concedete­ci quella celeste Sapienza che è dono del medesimo vostro Spiri­to, a quel gaudio che da essa de­riva. Ve lo chiediamo nel Nome e per i meriti di Gesù Signor No­stro.

O amantissimo Salvatore Gesù, che tanto patiste per riscattarci dalla schiavitù dello spirito delle tenebre e renderci degni d'aver in noi il vostro divino Spirito, sono anch'io un'anima che Voi riscat­taste per farne tempio dello Spi­rito Santo; deh ! non permettete che mi renda indegna di tanta sorte; ma aiutandomi a mortifica­re in me lo spirito mondano ed ogni moto di passione disordina­ta, fate che io abbia sempre me­co lo Spirito vostro; e non lo con­tristi mai più.

ALL'EPISTOLA

O divino Maestro dei credenti Cristo Gesù, che dopo aver racco­mandato ai vostri Discepoli la preghiera, soggiungeste che il Ce­leste Padre avrebbe conceduto lo Spirito buono a chi gliel'avesse domandato, mostrandoci così che tal domanda non giunge mai inva­no a quel Padre che ci ha creati appunto per farci templi del suo Santo Spirito; deh ! come mai i fedeli pensano ora sì raramente a chiedere questa grazia delle gra­zie, questo Dono dei doni che è lo Spirito Santo? V'è forse qual­che cosa di più e di meglio da po­ter chiedere a Dio? Signore, ve Lo chiederò io per me e per tutti; e ad ogni palpito del mio cuore in­tendo domandarvi lo Spirito buo­no, lo Spirito vostro, lo Spirito Santo; supplicandovi a far sì che la divozione al Paraclito divino torni ora a primeggiare nel cuore dei cattolici come primeggiava nel cuore dei primitivi fedeli.

ALL' EVANGELO

Vi saluto e vi adoro, o Incarna­to Verbo, in tutti quegli ammira­bili Misteri da Voi operati per fare del cuore umano il taberna­colo della Divinità; ma ora spe­cialmente vi adoro nella prima ap­parizione che risorto faceste agli Apostoli, e vi ringrazio per il pri­mo dono che lor conferiste, che fu il vostro Santo Spirito. Infatti com­parso appena nel Cenacolo, Voi soffiaste, dice il Vangelo, sopra gli Apostoli, dicendo : Ricevete lo Spirito Santo. - Deh! buon Ge­sù, fate altrettanto sopra tutti noi, che assistendo alla Messa siamo come in un nuovo Cenacolo; e­mettete l'alito del vostro Cuore per infonderci il vostro Santo Spi­rito, e noi in uno slancio di fede e d'amore vi risponderemo non solo ripetendo divotamente il Credo, ma anche con un Credo di opere, conformando per l'av­venire tutta la nostra vita alla cat­tolica fede.

DALL'OFFERTORIO AL PREFAZIO

Dopo che gli Apostoli si furono per nove giorni apparecchiati nel più divoto ritiro alla venuta del promesso Paraclito, ecco un turbi­ne come di vento, ecco un globo di fuoco che si divide in fiammel­le; ecco insomma lo Spirito San­to, che comunicandosi a quei fortunati, li arricchisce d'ogni bene di paradiso; ed essi, accesi di quel divino fuoco, si immolano con ammirabile fortezza alla gloria di Dio, incominciando da quel mo­mento a compiere l'ardua missio­ne di convertire il mondo. - Si­gnore, ed io che nella santa Mes­sa e in tanti Sacramenti ho sì spesso ricevuto lo Spirito Santo e i suoi Doni, qual frutto ricavai da tanta grazia? Per dare anche a me il vostro Spirito Voi vi sacrificaste già sul Calvario, e vi sacrificate ancor sull'Altare; ed io che fac­cio, che soffro per amor vostro? Se per ora non posso deporre su que­sto Altare qualche accettevole of­ferta di passioni mortificate, di tentazioni vinte, o di altre opere buone, vi offrirò intanto, o Signo­re, la ferma risoluzione d'emen­dare la mia vita, e di spenderla, per quanto potrò, in opere di vo­stro gradimento. Ma scendano le fiamme del celeste Fuoco e m'ac­cendano in cuore quei santi ardo­ri che rendono efficace la volon­tà e soave il sacrifizio.

Padre santo, per i meriti della santissima Vittima che fra poco si offrirà alla Maestà vostra su que­sto Altare, aiutatemi a corrispon­dere davvero alle grazie e ai Doni dello Spirito Santo come vi corri­sposero i Congregati nel Cenaco­lo; e le purissime fiamme del Pa­raclito mondino d'ogni sozzura il cuor mio, e vi accendano quel santo zelo che non perdona nè a pene, nè a fatiche per dilatare sul­la terra il vostro santo regno.

Ma senza verace e costante spi­rito d'orazione nulla potrò far di bene. O Spirito Santo, Eterno A­more, fecondate l'arida terra del cuor mio colla celeste rugiada dei vostri Doni, liberatemi dal dissi­pamento e fate che l'orazione sia il pane quotidiano dell'anima mia.

AL PREFAZIO

La Chiesa, sempre guidata dal­lo Spirito Santo, rivolge ai fedeli per mezzo del Sacerdote la bella parola: Sursum Corda! Chi mai sarà che non le risponda con un fervido atto di amor santo, innal­zando il cuore fino al Cielo? Io pure vorrei in tal modo risponde­re al Sursum Corda, ma chi accen­derà nel cuor mio la divina cari­tà, se non quell'Eterno Amore che procede dal Padre e dal Fi­glio? Ah! venite, venite, Spirito del mio Dio, celeste Fuoco, ad ef­fondervi in noi, come già vi ef­fondeste nei primi figli di adozio­ne, ed esulti di gaudio l'anima no­stra da tanto Ospite visitata e be­nedetta; ed anche oggi, come nel giorno della Pentecoste, la terra riceva dal divino Amore il bacio d'eterna alleanza. Di che i nostri cuori esultanti sciolgono colle an­geliche schiere un inno di gloria all'Altissimo dicendo: Santo, san­to, santo è il nostro Dio, ed è sua volontà che i redenti siano san­ti. O Dio, santificatore delle ani­me, santificateci tutti.

DOPO IL SANCTUS

Eccoti, o Cristiano, più in Cie­lo che in terra. Gli Angeli del Pa­radiso stanno per discendere in questa Chiesa a corteggiare il loro Re che fra pochi istanti sarà qui, e rinnoverà su questo Altare, i più stupendi prodigi dell'amor suo. Lo Spirito Santo, che operò il mi­stero dell'Incarnazione nel seno della Vergine immacolata, è qui presente per applicare a noi i frutti di questa nuova incarnazio­ne che si avvera nel bel momen­to della Consacrazione. Preparati dunque, o anima mia, preparati ad assistere con gran riverenza a quel Mistero che in un supremo slancio d'amore l'Uomo-Dio isti­tuì in quella notte che precesse ai flagelli, alle spine, alla Croce, al­le ultime ore della preziosa sua vita.

O Spirito Santo, Padre dei po­veri, Dispensatore dei Doni, Lu­me dei cuori, come potrò io sen­za il tuo aiuto onorare il Salvator mio che ora viene, e arricchirmi a quella fonte di grazia che alla sua venuta si diffonde dall'Al­tare ?

Vieni dunque, o Santo Spirito, e accendi in me le fiamme di ce­leste carità; vieni e congiungi in un sol cuore i cuori di tutti i fe­deli. Lava le coscienze sordide, ir­riga le menti aride, risana i cuori piagati dal peccato. Fiacca la no­stra ostinazione nel male, riscalda la nostra freddezza, raddrizzaci dai nostri deviamenti, facci ricchi dei tuoi Doni, dacci il merito delle sante virtù, il conseguimento del­la salute, e il gaudio sempiterno. Di questo gaudio stiamo per go­dere un saggio ora che discende Gesù sull'Altare.

Angeli benedetti che siete in questa Chiesa, adoratelo per noi presentategli i nostri cuori, e in­vocate su di noi un torrente di grazie.

All'elevazione adora, ringrazia, prega, o anima pia, e fa ciò che faresti se ti fosse dato contempla­re svelatamente il tuo Salvatore mentre qui rinnova per te il Sa­crifizio del Calvario.

DOPO L'ELEVAZIONE

Mio Dio! non invidierò più la Maddalena, che abbracciata al­l'Albero della Croce, potè aprir l'amante anima sua a quel torren­te di grazie che sgorgava dalle vo­stre Piaghe. Anch'io, mediante questo divin Sacrifizio, ho la sorte di riposarmi all'ombra della Cro­ce e partecipare ai frutti della vo­stra Passione e Morte. Ah! potessi restar sempre all'ombra di que­st'Albero benedetto! Ma ora che ci sono, non voglio starvi invano. - Vi adoro, vi benedico, vi ringra­zio, mio Dio, Trinità santissima, che avete piantato sulla terra que­st'Albero di Paradiso che è l'Eu­caristia, la quale col divino suo Frutto riempie di benedizione o­gni vivente. Ma Voi, o Spirito Santo, onnipotente Amore, accen­dete tanti cuori di quel fuoco che comunicaste agli Apostoli, e fate che dapertutto risuoni quella vo­ce che chiama gli erranti al pa­terno seno del Salvatore, e ad ogni Messa che si celebra sulla terra Gesù possa abbracciare gran nu­mero di anime che a Lui ritorna­no. - E a me, o Spirito Santo, che non posso andare come gli Apostoli e come i Missionari in cerca di anime, a me concedete il dono di quella voce che si fa udi­re in Cielo; voglio dire la fervente preghiera, e così farò io pure un apostolato fecondo di eletti frut­ti. - Mi unisco, intanto a Gesù, Vittima di salute, che qui s'immo­la; ed in Lui, con Lui e per mez­zo di Lui intendo offrirvi, o ado­rabile Trinità, quest'Ostia imma­colata con tutti i sacrifizi d'amore e di lode che vi si offrono in cielo e in terra; e ve l'offro a vostra maggior gloria, in espiazione dei

nostri peccati, e impetrazione di abbondantissime grazie; ma spe­cialmente ve l'offro perchè il fuo­co del divin Paraclito riaccenda­si sulla Terra, e produca in ogni luogo frutti di santo zelo, di con­versione e di salute. Riaccendasi anche in me e consumi nel cuor mio quanto v'ha di vizioso e di terreno.

AL PATER NOSTER

Felice il Cristiano che, avendo ricevuto lo Spirito di filiale ado­zione, può innalzare la voce al Cielo e chiamare l'Altissimo col dolce nome di Padre! in Voi dun­que e con Voi, o Spirito Santo, an­ch'io divotamente ripeto: Pater noster ecc.

Sì, o gran Padre, liberaci da o­gni male per amore del divin Pa­raclito che in noi dimora, facendo testimonianza che siamo figli tuoi, e perciò tuoi eredi, e coeredi al tuo Cristo; cioè compartecipi dei suoi patimenti nel tempo, e della sua gloria nell'eternità. Così sia.

AVANTI LA COMUNIONE

La santa Chiesa vuole che i Sa­cerdoti prima di salire all'Altare eucaristico invochino ripetuta­mente lo Spirito Santo; anch'io dunque, prima di appressarmi a ricevere in me, o realmente, o spiritualmente l'Ostia immacola­ta, supplicherò il divino Spirito dicendo: Venite, o Dio Amore, aiutate la mia infermità, e con­giungetemi all'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Puri­ficate la mia coscienza e quella di coloro che meco assistono al santo Sacrifizio, affinchè, venendo Gesù Cristo Signor nostro, trovi in noi preparata un'accettevole mansione.

Ma io mi riconosco indegno d'appressarmi al mio Dio. So non­dimeno che Voi, o amante Salva­tore, tanto più siete glorificato quanto più e meglio i membri del vostro mistico corpo, che sono i Cristiani, si congiungono a Voi che siete il nostro mistico Capo. Vi ringrazio d'avere sì mirabil­mente accordato colla vostra maggior gloria il nostro maggior bene; ed esaltando la Bontà e sa­pienza vostra infinita, vengo a git­tarmi con piena fiducia nel seno della vostra misericordia.

Qui, se ti è possibile, ti appres­serai, o anima fedele, alla sacra Mensa; altrimenti farai devota­mente la Comunione spirituale.

DOPO LA COMUNIONE

Quanti prodigi in sì breve tem­po! Con un miracolo, che può dir­si una nuova Incarnazione, siete disceso, o buon Gesù, nelle mani del Sacerdote sotto le specie eu­caristiche; sotto quelle medesime specie avete rinnovato il sacrifizio di Redenzione; e poi quello stes­so Eterno Amore che già vi portò a immolarvi sulla Croce, vi ha portato nel mio seno; e Voi state ora abbracciando l'anima mia con infinita tenerezza! E potrò io de­gnamente ringraziarvi di tanto ec­cesso di carità? Ma il divin Para­cleto, che è Ospite dolcissimo di quest'anima, vi ringrazia per me, ed io posso innalzarvi gli affetti del mio cuore unitamente ai suoi gemiti inenarrabili, e così render­vi accettevoli ringraziamenti.

ALLE ULTIME ORAZIONI

Una vostra parola esprimente l'infinito desiderio che Voi avete, o Signore, di beneficarmi, viene ora ad accrescermi fiducia; Voi mi diceste per mezzo del divotissimo Profeta David: «Allarga la tua bocca ed io la empirò » facendomi così intendere che bramate vi si domandino molte e grandi cose. Mio Dio, Voi sapete ciò che mi ab­bisogna, ed io non solo vi chiedo molto, ma tutto: sì, concedetemi tutte le virtù, tutte le grazie, tutti i doni che possono rendervi più cara l'anima mia. - Rispondendo poi colla maggior fiducia possi­bile all'immensa carità vostra, io appresserò con riverenza le labbra all'amorosa piaga del vostro Costa­to, e quivi facendo come m'avete insegnato Voi per mezzo del vo­stro Profeta, aprirò la bocca per attirare a me il vostro Spirito. Da­temelo, o Gesù, lo Spirito Santo, e da ora in poi sia esso l'anima dell'anima mia; si effonda nel mio intelletto, infiammi il cuor mio, diriga la mia volontà, santi­fichi le mie azioni e possieda pie­namente e per sempre tutto l'es­sere mio.

Discenda intanto sopra di me e sopra tutti i redenti l'abbondanza delle vostre benedizioni: Nel No­me del Padre, ecc.

ALL'ULTIMO VANGELO

L'ultimo e consolantissimo Mi­stero della nostra salute fu la Mis­sione dello Spirito Santo che riem­pì di Se stesso e d'ogni bene gli Apostoli: i quali infiammati di celeste ardore, e usciti dal Cena­colo per portare verità e salute per tutta la terra, infusero nei nuovi Cristiani anche la più fervida divozione al Paraclito. Il frutto di tal divozione fu quel­l'ardente carità e quell'invincibile fortezza che in essi ammiriamo. Deh, Spirito Santo, abbiate pietà dei moderni Cristiani, i quali di­mentichi di Voi, son caduti nella più deplorabile freddezza. - A quelli poi che ancor vi onorano ispirate di formare come un nuo­vo Cenacolo, e così, con fervide preci richiamarvi, o divino Spiri­to, su questa misera terra. - Deh, cacciate via dal cuore di tutti gli uomini il cattivo spirito che li go­verna e venite a regnare in tutti i redenti; e la terra, che ora è rav­volta nelle tenebre del peccato, sia finalmente rinnovata. - Emit­te Spiritum tuum et creabuntur; et renovabis faciem terme.

Anima pia, dopo la Messa at­tendi di non fare come coloro che

escono spensieratamente di Chie­sa senza portarsi in cuore una di­vota rimembranza del gran Sacri­fazio; rifletti invece con quali pen­sieri scesero il Calvario quei pochi amanti di Gesù che avevano assi­stito alla sua Morte. Pensa pari­mente con che cuore uscirono dal Cenacolo quei fortunati che per i primi avevano ricevuto lo Spirito Santo; e leggendo attentamente quanto segue, procura d'imitarli.

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PENSIERI PER LA GIORNATA

Messaggio da Redazione » dom dic 18, 2005 1:51 pm

PENSIERI PER LA GIORNATA

Calvario e Cenacolo

Cristiano, che hai assistito alla Messa in onore dello Spirito San­to, ecco dove oggi ha da correr sovente il tuo pensiero, e dove ha da riposare il tuo cuore: sul Cal­vario e nel Cenacolo: sul Calva­rio perchè ivi l'Uomo-Dio offrì quel Sacrifizio che si rinnova nella Messa; e nel Cenacolo perchè ivi lo Spirito Santo venne per appli­care i preziosi frutti della Reden­zione agli uomini in particolare, e stabilire in essi la sua dimora. A ricordare il Calvario ti aiute­ranno anche le frequenti tribola­zioncelle che s'incontrano nella giornata: ed oh, come le soppor­terai pazientemente se saprai te­nerti ai piedi della croce di Gesù!

Al Cenacolo poi ti condurrà spesso il tuo buon Angelo Custo­de, ricordandoti le cose lette nel­la santa Messa. Al Cenacolo ti condurrà 1'amantissima Madre Maria, che tanto ivi pregò per gli Apostoli, e impetrerà anche a te abbondanza di doni e fiamme di santo amore.

Ma non pensare solo a te: il Cenacolo è casa di fraterna carità. Prega dunque lo Spirito Santo a risvegliare dal sonno della tiepi­dezza i moderni Cristiani, a riem­pirli dei suoi doni, e principal­mente di quell'ammirabile fortezza che sosteneva i Martiri fra i tor­menti. Pregalo che mandi molti e santi Apostoli per tutta la terra a salvar anime. Pregalo infine ad abbattere il regno di Satana, a ri­chiamare tutte le menti alla ve­rità, e tutti i cuori alla virtù, on­de compiasi il sospirato rinnova­mento della faccia della terra.

Confessione (Sacramentale Preghiera preparatoria Molte volte, o Signore, ho rice­vuto quel gran Sacramento che rende, ovvero accresce la vita spi­rituale alle anime, e le libera dal­la schiavitù di Satana per tornarle figlie vostre; sì, molte volte l'ho ricevuto, ma con frutto così scar­so, che è un dolore a pensarvi. Oh, come presto tornai a offen­dervi dopo che mi aveste conce­duto con tanto amore il perdo­no! Forse il mio povero cuore in quelle confessioni non era ben preparato a ricevere il Divino Spirito, che in ogni Sacramento viene e sopravviene nell'anima cri­stiana... Forse io non pensai nep­pure all'Autore e Donatore di quella grazia santificante che io veniva a cercare in questo Sacra­mento, e però ricevendola in me­no abbondante misura, non ebbi la forza di profittarne e di con­servarla. - Perdonatemi, o Spirito Santo, tanta ignoranza e tanta negligenza; e poichè siete Amore, compatitemi e rendetemi bene per male, moltiplicando in questa po­ver'anima i vostri lumi e i vostri conforti, onde io riceva questo Sacramento di misericordia colle più efficaci disposizioni.

O Santi Apostoli, che con l'alito vitale del Salvatore risorto riceve­ste lo Spirito Santo e insieme la potestà di rimettere i peccati, im­petratemi i lumi del divin Para­clito per conoscere le mie colpe, e il dono della sua Pietà per accu­sarle e detestarle con perfetto do­lore.

ESAME

Entra ora, o anima cristiana, nel segreto della tua coscienza per trovare tutte le colpe di cui sei rea al purissimo sguardo di Dio, e pensa che senza un accurato esa­me non si fa un'esatta Confes­sione.

Rifletti dunque se bene adempi­sti i precetti del Decalogo e quelli di santa Chiesa. - Rifletti se adempisti i doveri del tuo stato, specialmente se sei padre o madre di famiglia, per conoscere se non mancasti nell'educare santamente i figli e nel dar loro buon esem­pio. Se poi sei figlio, rifletti seria­mente al dovere di onorare e ob­bedire i genitori, d'impiegar bene il tempo e di fuggire i cattivi compagni e altri pericoli di pec­care. - In particolare poi riflet­ti, o cristiano, sui doveri che ti le­gano a Dio, cioè sulle pratiche della vita cristiana e sulla santifi­cazione del giorno festivo, per co­noscere in che hai mancato. - Ri­fletti sui doveri che ti legano al prossimo; e vedi se per avvantag­giare i tuoi temporali interessi non hai commesso ingiustizie o se in qualsiasi modo hai contri­stato ed offeso il prossimo tuo. E quella fraterna carità tanto racco­mandata da Gesù Cristo ai suoi discepoli, l'hai praticata a dove­re? Non hai mai preferito agli altrui bisogni e giusti desideri, le esigenze del tuo amore proprio, dell'interesse, dell'orgoglio?

Rifletti ai doveri che hai verso te medesimo, che consistono nel procurare il vero bene, del tuo spi­rito mediante il santo pascolo del­l'orazione e dell'istruzione religio­sa; nel procurare il vero bene del tuo cuore, purgandolo da vizi, passioni ed affetti biasimevoli; e nel procurare anche il tuo bene temporale, guardandoti dal dan­neggiare la santità per dare sfogo all'intemperanza, all'incontinenza, o ad altra dannosa passione.

Rifletti bene se hai accettato e seguito le buone ispirazioni, ovve­ro se le hai rigettate per non mor­tificare qualche tua voglia, per non vincere la pigrizia... e pensa se hai contristato in nessun modo lo Spirito Santo che abita in te qual dolce Ospite dell'anima.

Sarà poi meglio compiuto il tuo esame se rifletterai anche ai pec­cati che puoi aver commesso con pensieri, parole, ed azioni riprove­voli, o per cattive abitudini non frenate, o per omissione, mancando nell'adempimento di qualche tuo dovere.

Uno sguardo in ultimo ai vizi capitali per trovare la maligna ra­dice di quei peccati, che più di frequente, commetti, e poterla co­raggiosamente svelgere in questa Sacramento di misericordia. -

Se hai la lodevole abitudine di confessarti frequentemente, e se ogni sera esamini le azioni della scorsa giornata, non ti occorre, o anima pia, per la Confessione, un esame particolareggiato, ma basta uno sguardo a ciò che facesti, o che ti occorse dopo l'ultima confessio­ne. Piuttosto ti giova ricordare che lo Spirito Santo raccomanda al­l'anima fedele non solo di fuggire il male, ma anche di fare il bene; quando dunque hai dato uno sguardo alla coscienza per cono­scere i mancamentì commessi, dan­ne un altro al dovere di fare il bene per vedere se davvero tu fai il bene che devi e che puoi e per conoscere in quel modo fai questo bene. Sono molte le persone divo­te che fanno del bene, ma oh, co­me son poche quelle che davvero lo fanno bene! Il Signore ha det­to: Ego iustitias iudicabo, e ciò vuol dire che nell'ultimo rendi­conto saremo da lui giudicati, an­che sul modo col quale adempim­mo i nostri doveri e le pie pratiche della nostra S. Religione. Qui dun­que, o anima pia, esaminati seria­mente, e vedi se il vano desiderio di primeggiare o d'essere stimata non macchiò mai le tue opere di zelo; vedi se non fosti mai indotto a qualche opera pia da meno retta intenzione; se non accompagnasti il bene con atti di vanagloria, ov­vero con ostinazioni, litigi, o di­sprezzo verso altri, che pur fanno del bene.

Vedi se nelle divozioni cerchi la moltiplicità e il tuo gusto, e se le compi in fretta o con poca atten­zione più per isbarazzarti d'un pe­so, che per dar gloria a Dio. Vedi poi se ne ricavi buon frutto, cioè l'emenda dei tuoi difetti e maggio­re spirito di raccoglimento e di unione con Dio. Pensa che la santa Messa, la Comunione, il Rosario, ecc. poco ti gioveranno se dopo sì sante pratiche persisti nella impa­zienza, nella pigrizia, nella legge­rezza... - Ma forse ti crederai scu­sabile di quegli scoraggiamenti, lagnanze, malumori e mormora­zioni in cui cadi allorchè Dio per­mette che dal tuo buon volere, dalle tue lodevoli fatiche tu ricavi umiliazioni e pene... Ma del ben fare vuoi tu il premio in questo mondo? - Se hai vera rettitudine e se fai il bene solo per amor di Dio, non cadrai nei ricordati man­camenti. Chiedi lumi al Divin Paraclito per ben conoscere anche il male che purtroppo commetti mentre ti occupi d'opere buone, e confessandotene con sincero pen­timento, procura di riformare la tua vita, non solo quanto a fuggire il male, ma anche quanto a fare il bene.

PENTIMENTO

Il vero dolore dei peccati, o anima pia, hai da eccitarlo nel tuo cuore, non tanto leggendo qualche libro divoto, quanto con­siderando il gran male che è il peccato in se stesso, i danni che cagiona a chi lo commette, e il disonore che reca a Dio che lo proibisce. Ah, pensa che peccando hai contristato, hai allontanato, e forse cacciato da te quell'infinito Amore che vuol essere chiamato dolce Ospite dell'anima! Pensa che peccando hai inacerbato le piaghe al crocifisso Gesù, e calpestato il suo Sangue! Pensa che peccando hai chiamato sopra di te lo sdegno e i castighi dell'Onnipotente, e hai fatto dell'anima tua una vil serva del demonio! Possibile mai che queste considerazioni non ti muovano a sincera detestazione del peccato? Fermati dunque a versa­re nel cuore del tuo Dio le lacrime del più amaro pentimento. (Qui giova trattenersi alquanto in atti di sincera contrizione).

PREGHIERA

Mio Dio, eccomi davanti a Voi, povera anima vergognosa e dolen­te, ricoperta dalla lebbra del pec­cato. Vengo per supplicarvi a mon­darmi, risanarmi e tornarmi sì bella che sia degna del nome di vostra figlia. Io intanto, o Signore, adempirò il debito mio, accusan­domi al vostro ministro di tutte le colpe che la coscienza mi rim­provera, e Voi degnatevi cancel­larle tutte dal vostro libro.

O Divino Spirito, senza il cui aiuto non posso far nulla di bene, venite in me con nuova effusione di grazia, affinchè io riceva in que­sto Sacramento remissione di tutti i peccati e nuovi aiuti per emen­darmi di tutti i miei vizi.

O Divino Spirito, che siete fonte di acqua viva che risale fino al Cielo, irrigate l'arida terra dell'a­nima mia, che senza Voi non può offrire alla divina Maestà accette­voli affetti di pentimento. O Divino Spirito, che tanto pietosamente lavate le sordidezze delle anime, fate scorrere nell'anima mia quel sangue che il buon Gesù versò quando negli ardori della vo­stra carità, o Santo Spirito, si of­ferse immacolato al Padre per me.

O Benedetta fra le donne, o amorosissima Madre dei poveri peccatori, che non aveste mai la disgrazia di offendere Dio, accom­pagnatemi Voi al tribunale di pe­nitenza, che voglio anch'io schiac­ciare la testa al serpente d'inferno, col fare una buona confessione.

Angelo mio, vieni meco, e aiu­tami a vincere ogni rossore e ripu­gnanza nell'accusare le mie colpe.

DOPO LA CONFESSIONE

Colla gioia di chi è come risorto da morte a vita, e colla ricono­scenza del prigioniero liberato, e dell'infermo guarito, mi getto, o Signore, ai vostri piedi, e vi rin­grazio d'avere spezzato in questo sacramento le catene dei miei pec­cati, d'aver sanato le piaghe di quest'anima, d'averla mondata d'o­gni macchia e richiamata a nuova vita; vita di grazia e d'amore. Nè solamente la vita soprannaturale, ma anche l'Autore di vita sì pre­ziosa a me ora si dona, e torna ad abitare in me come dolce Ospi­te di quest'anima ! Sì, la fede m'insegna che ora lo Spirito San­to è personalmente in me, colla sua essenza divina, colla sua gra­zia, coi suoi doni, col suo amore; ed è contento di me, e volentieri in me rimane ed a Sè mi congiun­ge nell'amplesso di un amore infi­nito, e nella forza e nella tenerez­za d'una carità che incessante­mente benefica e incessantemente ripete le sue preziosi effusioni.

Anima mia, solamente la divi­na luce del Paraclito può farti intendere (ma intieramente non potrai mai intenderlo su questa terra) quanto eccellente, soave ed acceso sia l'amplesso dello Spirito Santo all'anima che a Lui ritor­na dopo una confessione ben fat­ta. Solamente un lume di Para­diso può svelarti quell'ammirabile commercio d'incomprensibili af­fetti tra un'anima, che con fermo proposito di non più peccare si lega a Dio, e Dio che accetta, be­nedice e rafferma colla sua grazia quel sincero proposito... Ed ora è per te, o anima mia, il solenne momento di questo ritorno al tuo Dio; gittati dunque come il Fi­gliuol prodigo fra le sue braccia, promettigli nuovamente di non più peccare; e procura che il pa­terno amplesso del celeste Padre non sia per te passeggero, ma per­manente: e sarà davvero perma­nente se manterrai la promessa di amarlo sempre e di non offender­lo mai più. Però nelle occasioni e nei pericoli di peccare farai questa riflessione: Il peccato mi strappa dalle amorose braccia di Dio, per gittarmi nelle unghie del demonio... Mio Dio, non mi ac­cada mai tanta disgrazia!

Sarei poi eccessivamente ingra­to se non apprezzassi quella cari­tà veramente paterna colla quale oggi, o Signore, mi avete disteso le braccia e serrato al vostro Cuo­re; però torno a promettervi amo­re e fedeltà... Ma ve l'ho promes­so pur tante volte, e poi ?... Ah ! venga, o Celeste Padre, venga ad accrescermi virtù e fortezza il vo­stro Divino Spirito, affinchè il mio proponimento non sia manchevo­le come fu altre volte, ma fermo e durevole, onde io resti fra le vostre braccia, finchè la morte conduca quest'anima a immedesi­marsi con Voi nel Cielo.

Ora adempi divotamente, o ani­ma pia, alla penitenza imposta dal Confessore; e partendo di Chiesa pensa alla preziosa veste della grazia or ora ricevuta, e guarda bene di non insozzarla mai più col peccato.

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LA SANTA COMUNIONE

Messaggio da Redazione » dom dic 18, 2005 1:52 pm

LA SANTA COMUNIONE

Atti per l'Apparecchio

Prima di appressarmi alla Men­sa degli Angeli, prima di ricevere sulla mia lingua e introdurre nel petto mio il Signore nascosto nel­l'Eucaristico Pane, ricorro a Voi, o Dio Amore, o Spirito Santo, che il Sacramento dell'Amore non si può ben ricevere se non con amo­re ed in amore; chi dunque lo ri­ceve in Voi e con Voi, o sostanzia­le ed eterno Amore di Dio, può star sicuro di ben riceverlo. M'in­duce poi a ricorre a Voi per ben comunicarmi anche san Tomma­so, il quale osserva che la Chiesa istituì la Festa del Sacramento Eucaristico appunto dopo la so­lennità di Pentecoste, onde i fe­deli, caldi ancora dei santi ardori del Cenacolo, fossero meglio di­sposti a celebrare le Feste Euca­ristiche. E' poi cosa lodevole con­giungere alla Comunione la divozione allo Spirito Santo; giacchè Eucaristia e Pentecoste sono due prodigi d'amore, e Dio li volle uniti anche relativamente al luo­go dove si effettuarono, che fu la medesima stanza: il Cenacolo. Chi va dunque al Cenacolo per godere dei doni Eucaristici, pro­curi d'arricchirsi anche dei doni del Paraclito.

O Spirito di Dio, eterno vinco­lo di carità, che non solo con­giungi il Padre col Figlio negl'i­naccessibili splendori della Divi­nità, ma congiungi pur anche Creatore e creatura negli ammira­bili misteri della Grazia e del­l'Eucaristia, io oggi ti supplico di condurmi alla sacra Mensa Tu stesso, o santo Amore, e ad accen­dermi del tuo purissimo fuoco.

Adorato Gesù, degnatevi acco­gliere un'anima che, per far co­sa a Voi gradita, viene a ricevervi in onore dell'Eterno Amor vostro, che è lo Spirito Santo, e viene accompagnata da quel medesimo Amore che già portò Voi sulla terra nel Mistero dell'Incarnazio­ne e vi rivestì della nostra uma­nità nel seno di Maria; da quel­l'Amore che vi condusse nel de­serto a digiunare, pregare e com­battere contro il demonio; che vi condusse a immolarvi sulla croce per noi; da quell'amore che nel­l'ultima Cena vi trasse dal Cuore il dolcissimo Mistero dell'Eucari­stia. Ed ecco, o Gesù, come un medesimo Amore, un medesimo Spirito porta Voi a me, e me a Voi... Deh! sia pur anche l'indis­solubile vincolo che mi leghi a Voi nel tempo e nell'eternità.

Ma prima d'appressarmi al ce­leste Convito ho da piangere un gran disordine della passata mia vita; disordine che mi ha impe­dito d'imitarvi, o Gesù, in cosa importantissima. Infatti, voi, Si­gnor mio, nella nostra umanità operaste e patiste in Spirito San­to, cioè nell'impulso del divino Amore, onde santissime e perfet­tissime furono tutte le opere vo­stre; ma io non così, o dolce Gesù. Oh! quante mai cose ho fatto, detto e pensato lungi e fuori del vostro Spirito, e fin anche in op­posizione a quello Spirito santis­simo! e invece di lasciarmi da esso guidare, andai dietro allo spi­rito mondano, alla superbia, al­l'amor proprio: insomma a quel cattivo spirito, che cerca le pro­prie soddisfazioni, anzichè la glo­ria di Dio e il bene dell'anima. Questo disordine, cagione d'in­numerevoli colpe, lo detesto, o Si­gnore, e vi supplico a rimediarvi coll'arricchirmi sempre più dei Doni del vostro Spirito e coll'ac­cendermi di quel fuoco di carità che distrugge la moltitudine dei peccati; ed io col vostro aiuto che invoco, vi prometto di voler vive­re e regolarmi in tutto secondo il vostro Santo Spirito.

Venite, o Gesù, col vostro Eter­no Amore, ad accogliere e render ferma questa promessa. Ispiratela anche a tutte le anime cristiane. Ricordatevi quanto mai vi è co­stato renderci degni di ricever Voi e il vostro Santo Spirito; quanto mai avete patito per distruggere nei cuori il regno di Satana e per aprire le vie del cuor nostro al divin Paraclito. Deh! o buon Gesù: Tantus labor non sit cassus! tanto vostro travaglio non sia va­no per me, nè pei miei fratelli i peccatori; non sia vano neanche pei poveri infedeli. Deh! quel tur­bine benedetto che scosse il Cena­colo, quel fuoco che consumò ne­gli Apostoli quanto era in essi di terreno e di imperfetto, vi accom­pagni, o Gesù, nell'Eucaristia, e risusciti le anime morte alla gra­zia, infiammi le tiepide, e tutti co­loro che ricevono l'eucaristico Pa­ne, ricevano pure l'altro frutto del Cenacolo, che è il vostro adora­bile Spirito.

O Gesù, che avendo amato i vostri che erano nel mondo, giun­to al fine della vita, quasi non potendo più contenere gli ardori d'una infinita carità, apriste il Cuore, che emise nel Cenacolo il prodigio dell'Eucaristia, col quale vi metteste vivo e vero nelle nostre mani, nella nostra bocca, nel no­stro petto, fino a volervi consu­mare come Pane nelle nostre vi­scere, la mente umana non vale ad apprezzare come si conviene questo eccesso d'amore, nè il cuo­re a ringraziarvene, nè la volontà a corrispondervi. Ma Voi, o buon Gesù, non potrete cogliere in noi i frutti dell'Eucaristia, se non ag­giungete a sì gran dono un altro dono, egualmente prezioso ed ec­cellente: il Dono dell'Altissimo, cioè il vostro Santo Spirito. Ah! ricordatevi che già prometteste ai Discepoli di chiederlo per essi al Padre; chiedetelo ora anche per me; e in questa Comunione veni­te a me unitamente allo Spirito Santo, per rinnovare e fecondare l'arida terra di quest'anima, onde ne possiate cogliere frutti a Voi graditi. Venite, o Gesù; venite, o Spirito Santo; venite!

Dopo la Comunione trattengasi l'anima in divoti colloqui ed in atti di adorazione, d'amore e di fiducia, domandando al suo Gesù tutte le grazie che desidera, e pro­mettendogli generosa corriispon­denza e fedeltà.



Breve Ringraziamento

Quanto è soave, mio Dio, il tuo Spirito, poichè per infondere nei figli d'adozione la tua dolcezza volesti saziarli del soavissimo Pa­ne celeste, e così riempirli d'ogni bene di Paradiso! Quanto è dolce lo star presso al Tabernacolo, san­to, dal quale a noi viene il Pane di eterna vita! Anche il passero si trovò una casa, e un nido la tortorella; ma la mia casa, il mio nido, è qui presso al tuo Altare, o mio Re e Signor mio. Ed io eleggo essere abbietto nella casa del mio Dio, anzichè abitare tra i peccatori, e preferisco, o Gesù mio, una Comunione di più a tutte le comodità, onori e piaceri del mondo. Grazie, o Signore, gra­zie di avermi preparato una Men­sa dove s'apre il fonte d'ogni be­ne; un banchetto nuziale in cui si compie e si perfeziona l'unione del Creatore colla creatura, me­diante quel vincolo d'eterno amo­re che è il Paraclito divino. Chi mai arriverà a ben intendere que­sti misteri d'incomprensibile cari­tà? L'Amore, e solo l'Amore è quel gran Maestro che insegna ogni verità, onde solamente chi ben ama intenderà i Misteri del­l'Amore.

Oh, se anche il cuor mio fosse di quelli che amano bene, come potrebb'essere già addentro nel conoscimento di questo Mistero di paradiso, e come ad ogni Co­munione risplenderebbe sempre più nel mio intelletto la luce che viene da Dio! Ma ora che siete in me, o Gesù, togliete dal cuor mio ogni affetto non santo, e infonde­te in me il vostro Spirito e fate che l'amor che in me arde sia con­forme al vostro, che dell'uno e dell'altro si formi un solo e me­desimo amore, onde Voi possiate avere in me una sposa di confor­mi affetti.

Ma nei felici momenti dell'am­plesso eucaristico io dovrei scio­gliere il canto della lode, e invece sono un'anima muta come gli Apostoli nell'ultima Cena, quan­do Voi, o buon Gesù, alzati gli occhi al Genitore, faceste manife­sto il più gran portento di infini­ta carità, dandovi a noi come ci­bo. Allora quel santissimo e nuo­vo rito non fu accompagnato se non da divoto e tacito sospirare, perchè gli attoniti Discepoli am­miravano senza intenderlo il gran mistero dell'Eucaristia, non essen­do ancor venuta dal Cielo la luce del Paraclito a rischiarare la men­te dei credenti. Ma in breve (e fu nella Pentecoste) risuonarono nel medesimo Cenacolo cantici di lo­de; ed infiammate espressioni d'a­more e di aperta confessione della vostra Divinità uscivano da cuori accesi e ripieni del vostro Spirito. Così chi ha la sorte di comuni­carsi ora che il Paraclito è venu­to, deve accompagnare la Comu­nione con affetti di santa esultan­za, seguìti poi dalla franca profes­sione d'una Religione tutta veri­tà, tutta amore.

O Spirito Santo, che cambiate i cuori freddi e timorosi in cuori caldi d'amore e pieni di coraggio, ora che in Voi e con Voi ho rice­vuto questo Sacramento che por­ta il paradiso nelle anime, deh! fate in me ciò che faceste nella Pentecoste: illuminate, infiamma­te, fortificate e santificate que­st'anima e disponetela a rendere al suo Dio amore per amore. Sì, amor per amore; ma amore di fatti; cidè amore per opere sante, amor di costante abnegazio­ne, d'umiltà sincera e di fervente divozione; amor di generoso sa­crifizio: un amore insomma come quello di cui infiammaste i nuovi credenti nel Cenacolo. Questo a­more operoso e costante che implo­ro, o Gesù, dal vostro divino Spi­rito, sarà l'offerta del mio ringra­ziamento per il Dono che mi ave­te fatto di Voi medesimo in que­sta Comunione.

Ma col consumarsi delle specie sante, l'adorata Umanità vostra, o Gesù, si parte da me e la Comu­nione sacramentale finisce... Ah! Gesù mio, lasciatemi il vostro Spi­rito Santo che resti in me da una Comunione all'altra per tenere sempre a Voi unita quest'anima, rendendo così permanente la mia Comunione spirituale con Voi, o Gesù, che appunto per unirvi al Cuore le anime redente mandaste il vostro Spirito che è vincolo di perfetta carità.

Fate dunque meco, o Signore, come dopo la Risurrezione face­ste cogli Apostoli, voglio dire, e­mettete dal Cuor vostro l'alito del­la divina carità, e dite anche a me: - Ricevi lo Spirito Santo. - Sì, che lo ricevo, o Gesù, sì che lo voglio tener sempre nel cuore; deh! aiutatemi ad ascoltarne gl'in­segnamenti, a seguirne gl'impulsi, e a vivere in modo che Egli sia lo Spirito del mio spirito e il Cuo­re del cuor mio fino all'estremo anelito.

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PIA INTENZIONE PER OGNI MATTINA

Messaggio da Redazione » dom dic 18, 2005 1:52 pm

PIA INTENZIONE PER OGNI MATTINA

Oggi, mio Dio, intendo tenermi unito in ispirito a Maria Vergine e ai santi Apostoli che nel Cena­colo invocavano tanto fervida­mente il divino Spirito; e ad ogni palpito del cuor mio intendo ripetere ed offrirvi tutte le preghie­re che essi vi innalzarono nei dieci giorni in cui stettero uniti in quel santo luogo. Signore, esauditeci siamo vostri figli e vi chiediamo lo Spirito Santo. Ve lo chiediamo nel Nome e pei meriti di Gesù; ve lo chiediamo per noi e per tutti i redenti. Ricordatevi aver Gesù promesso che a chi lo do­manda voi lo darete. Datecelo dunque, o Padre santo, mentre noi con la Chiesa vi ripetiamo: Vieni Spirito Santo a rinnovare la faccia della terra.



Per impetrare i doni dello Spirito Santo

Vieni, o Spirito di Sapienza, che la moltitudine dei figli di Adamo, essendo caduta in tanta stoltezza da apprezzare più i beni tempo­rali che gli eterni, ha bisogno d'essere da Te richiamati a più savio sentire; deh! infondi in tut­te le anime, o Santo Spirito, amo­re e gusto pei beni eterni, e la grazia di preferirli sempre ai be­ni temporali. Pater, Ave e Gloria.

Vieni, o Spirito d'Intelletto, vie­ni a togliere le tenebre dell'errore e dell'ignoranza dalla mente dei figli degli uomini, e rischiararla cogli splendori delle celesti veri­tà. Deh! innalzala con santi pen­sieri fino al Cielo, dove troverà pascolo verace e santo riposo in Dio. Pater Ave e Gloria.

Vieni, o Spirito di Consiglio, ed abbi pietà di tanti sconsigliati ed erranti, che corrono le vie di perdizione. Deh! fa loro sentire i salutari impulsi della tua grazia, rendili docili alle tue ispirazioni e riconducili sulle vie dell'eterna salute. Pater Ave e Gloria.

Vieni, o Spirito di Fortezza, e soccorri a tante anime fiacche, trascinate a perdizione da quel cattivo spirito che ora impera nel­l'umana società: vieni e a tutti infondi quella santa Fortezza di cui abbiamo bisogno per combat­tere e vincere i nostri spirituali nemici. Pater Ave e Gloria.

Vieni, o Spirito di Scienza, e ri­metti in amore a tutti i Cristiani le tue sante Dottrine (ora pur­troppo così neglette) e fa che noi, seguendo Te, o infallibile Mae­stro delle anime, mettiamo in pratica i tuoi santi insegnamenti e giungiamo felicemente al porto della salute. Pater Ave e Gloria.

Vieni, o Spirito di Pietà che abiti nei cuori puri e fervorosi; vieni, e col tuo soffio onnipoten­te sgombra dal cuor nostro ogni vizioso affetto, accendivi i tuoi santi ardori, e stabilisci in noi, o dolcissimo Ospite dell'anima, la tua dimora per sempre. Pater Ave e Gloria.

Vieni, o Spirito di santo Timo­re, e infondi nel cuore degli uo­mini quel filiale e amoroso Timor di Dio che apre la via alla vera sapienza; e questo santo Timore fa che regoli e governi la nostra volontà e c'induca a fuggire ad ogni costo il peccato, per non più amareggiare il Cuore del Celeste Padre. Pater, Ave e Gloria.

Vieni Spirito Santo a rinnovare la faccia della terra.

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Per impetrare i Frutti dello Spirito Santo

Messaggio da Redazione » dom dic 18, 2005 1:53 pm

Per impetrare i Frutti dello Spirito Santo

O Eterno Spirito, Luce, Verità, Amore e Bontà infinita, che abi­tando qual Ospite dolcissimo nel­l'anima cristiana, la rendete atta a produrre frutti di santità, i qua­li derivando da Voi, o Principio sempre fecondo della vita sopran­naturale, si chiamano appunto frutti dello Spirito Santo, noi ani­me sterili, vi supplichiamo a in­fonderci quella vitalità e fecondità che produce e matura i vostri santi Frutti. Amen.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di Castità perfetta.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di angelica Continenza.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di cristiana Modestia.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti d'operosa e costante Fedeltà.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di celestiale Dolcezza.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di santa Lon­ganimità.

Vieni o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di vera e co­stante Bontà.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di sopranna­turale Benignità.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, e Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di serena e generosa Pazienza.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di celeste Pace.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di santa e permanente Gioia.

Vieni, o Fuoco di Paradiso, o Alito della Divinità, e fa che in noi maturino frutti di Carità di­vina.

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PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO e varie

Messaggio da Redazione » dom dic 18, 2005 1:56 pm

PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO


O Spirito vivificante, che nella creazione dell'universo aleggiando sopra le acque deste vita agli es­seri che uscivano dalla paterna Destra, deh! tornate ad effondervi nelle ragionevoli creature e ricon­ducetele al loro vero Principio che è Dio.

O Divino Spirito, che tanto amorevolmente vi comunicaste ai nostri Progenitori nei bei giorni della loro innocenza, effondetevi ora anche più largamente nei figli della Chiesa Cattolica; e noi me­mori che dove non è lo Spirito di Dio ivi è lo spirito di Satana, faremo ogni sforzo per allontana­re da noi il peccato, il solo ladro che ci può rubare il vero nostro tesoro che siete voi, o Divino Spirito.

O santissimo Amore di Dio, che dalla colpa d'origine cacciato dal cuore umano, tanto faceste per ri­tornarvi, abbiate pietà di coloro che vi hanno miseramente perdu­to, o che per tiepidezza si sono da Voi allontanati; e a tutti conce­dete perfetta conversione, sincero ritorno a Voi e costante fervore nella pratica delle cristiane virtù.

O Spirito di verità, che parlaste per bocca dei Patriarchi e dei Pro­feti, e riempiste le sacre Scritture di celesti dottrine, di salutari pre­cetti e di paterni ammonimenti, ora che lo spirito di menzogna e di stoltezza regna sulla terra, de­gnatevi tornare a parlare per boc­ca di santi ministri, affinchè la verità torni a regnare nel cuore dell'uomo.

O Spirito Santo che guidaste la penna di Salomone e d'Isaia, e muoveste la cetra di David, fate che la scienza e l'arte umana, tanto gonfie di sè, divengano, com'è giu­sto, umili vostre ancelle, e il sapere non più allontani da Voi la mente dell'uomo, ma invece a Voi più fermamente la unisca.

O amore Eterno, che tanta parte aveste al nostro riscatto, poichè dopo aver vestito il Verbo di uma­na carne, lo conduceste poi a sa­crificar per noi sulla Croce quel­l'Umanità immacolata, deh! illu­minateci a ben intendere gli am­mirabili misteri della Redenzione, e fate che possiamo goderne in eterno i salutari frutti.

O Dio Santificatore, che vi ef­fondeste sopra la terra dopo che il Sangue del Redentore l'ebbe mon­data dalla maledizione del peccato, noi vi supplichiamo a fare altret­tanto ad ogni Messa che si celebra nel mondo, ed appena il Sangue del Sacrifizio eucaristico è stato offerto all'Eterno in espiazione dei nostri peccati, venite con tutti i vostri doni a riposare nell'anima dei credenti.

O Fuoco di paradiso, che span­deste i vostri ardori divini sulla Chiesa nascente e ne faceste una società di santi, tornate a effon­dervi anche ora nella Chiesa Cattolica, e fate in essa sempre meglio fiorire la vera santità.

O Spirito rinnovatore della fac­cia della terra, guardate il campo in cui nostro Signor Gesù Cristo sparse il buon seme della verità e della virtù, e lo fecondò coi suoi sudori e col suo Sangue, e vedete come il nemico d'ogni bene vi ha soprasseminato zizzania d'errori e di vizi; deh! affrettatevi, o Spirito Santo, a rimediare a tanto male, affinchè le umane generazioni non divengano preda del demonio.

O Paraclito divino, che tanto bramate che i frutti dell'albero della Croce si estendano a tutta la terra, incatenate l'antico avver­sario che suscita sempre nuovi ostacoli alla Propagazione della Fede, e fate che presto si avveri la predizione del Salvator nostro che disse: E sarà un solo ovile e un solo Pastore.



DIVINO ESERCIZIO

Da praticarsi nei Lunedì dell'an­no, essendo il Lunedì partico­larmente consacrato allo Spirito Santo.

I. Portati, o Cristiano, col pen­siero al principio dei tempi, e ri­corda quell'alito divino che par­tendo dal seno di Dio, passò nel­l'uomo, nuova creatura, e gl'infuse non solo un'anima immortale, ra­gionevole e ricca di doni sopran­naturali, ma anche lo Spirito del medesimo Creatore, che stabilì nell'uomo la sua dimora. E' vero che il peccato d'origine e i peccati attuali ci han privato di tanta gra­zia, ma ce la rende il Sangue del Redentore applicatoci nei Sacra­menti. Questa inabitazione dello Spirito Santo in noi è una delle più ammirabili e consolanti verità che offra la nostra santa Fede alla meditazione del Cristiano. E tu, anima cara, come spesso te la ri­chiami alla mente? Come ti con­sola il pensare che sei tabernacolo eletto del Dio vivente? Pensa che il dimenticare e apprezzar poco i più segnalati benefizi di Dio è una vera ingratitudine, da cui poi deri­va raffreddamento nel divino ser­vizio, infedeltà e mille altri mali. Ce lo dice anche il medesimo Spi­rito Santo: La terra è piena di desolazione perchè non v'è più chi pensi di cuore; cioè, chi me­diti le meraviglie della divina Bontà, fra le quali una delle più stupende è l'aver Dio comunicato il suo Spirito all'anima nostra.

Sono anch'io, o Signore, di que­gl'ingrati che poco apprezzano sì gran dono e facilmente lo pon­gono in oblìo. Vi domando per­dono di tanta sconoscenza; e sa­pendo come l'infinita Bontà vo­stra compatisce la nostra stoltezza e rende bene per male, vi supplico ad arricchirmi di nuova e più larga effusione del vostro divino Spirito, ond'io vieppiù ap­prezzando tanta grazia, fedelmente vi corrisponda. Pater, Ave e Gloria.

II. Considera ora, o pio Cristia­no, gli effetti consolantissimi di quel mistero d'amore che è 1'ina­bitazione dello Spirito di Dio nel­l'anima fedele. Eccone i principa­li: chiarezza d'intelletto, pace di cuore, rettitudine e fermezza di volontà; le azioni poi di un'anima congiunta alo Spirito Santo por­tano un'impronta divina che le rende accettabili all'Altissimo, il quale le ricambia di premio eter­no. Potrebbe mai il tuo Dio, o ani­ma cristiana, esserti largo di mag­gior grazia? Ma tu come vi corri­spondi? Come ti porti con quel­l'Amico divino che è lo Spirito di Dio in te? Ne assecondi i desi­deri; o non piuttosto lo contristi quasi ogni giorno? E si contri­sta il divino Ospite dell'anima sempre che la nostra volontà, la­sciandosi muovere da uno spi­rito a Lui contrario, si deter­mina al male; e si contrista ancora ricusando di seguire le sue sante ispirazioni. Affinchè non t'incolga tal disgrazia attendi bene, o Cristiano, a frenare i primi moti delle passioni, e a non lasciarti vincere dalla pigrizia, a non la­sciarti piegare dalle esigenze dello spirito mondano, riflettendo che l'unica cosa interessante è il secon­dare lo Spirito di Dio, e ritenerlo in sè qual dolce Amico ed Ospite dell'anima.

Dopo avervi tante volte e in tanti modi contristato, o dolce Spi­rito del mio Dio, conosco d'aver demeritato la vostra benevolenza, i vostri doni, ma d'altra parte so che siete Amore, e Amore infinito, Amore che mai non nega il per­dono a chi lo chiede e che sempre abbraccia chi a Lui ritorna. Do­lente dunque di avervi tanto con­tristato, a Voi ritorno, ed insieme col perdono vi domando la fortez­za necessaria per resistere ad ogni tentazione del cattivo spirito, ad ogni male tendenza della mia cor­rotta natura e ad ogni allettamen­to dello spirito mondano. Venite, venite in me, o Spirito Santo, per­chè senza di Voi non posso fare nulla di benie. Pater, Ave e Gloria.

III. Com'erano felici i nostri progenitori finchè, mantenutisi­ innocenti, ebbero in sè lo Spirito di Dio! Ma quando lo Spirito in­fernale li ebbe indotti a disobbe­dire, e il Divino Spirito si fu par­tito da loro, oh! che desolazione in quelle anime!... Timore, rimor­si, tenebre, agitazione, vergogna e perfino la disperazione, se la di­vina Misericordia non avesse posto la mano su tanti mali colla promessa d'un Redentore. Il motivo dunque, l'unico motivo per il quale lo Spirito di Dio abbando­na l'uomo è il peccato. - Ma quell'Eterno Amore, che è lo Spirito Santo, abbandona poi del tut­to l'uomo allorchè il peccato lo rende ribelle all'Altissimo? Ah! che anche nei giorni delle nostre infe­deltà non mancano i suoi benefizi; chè or ci sveglia col timor santo e con salutari rimorsi per eccitarci a pentimento; or ci chiama con buone ispirazioni per ricondurci sulla via della virtù... Ah, sì, biso­gna confessarlo: l'anima nostra, anche quand'è ingrata e ribelle, non ha, nè può avere miglior ami­co che lo Spirito di Dio. - Ma se il Cristiano prosegue a resistere a tanta grazia e a contristare il divi­no Spirito?... disgraziato! perderà per sempre quell'ottimo Amico, perchè Egli, che è sommo Bene, non può stare insieme col sommo male che è l'ostinazione nel peccato. - Che fai dunque, o povera anima mia, allorchè apri le porte al peccato, e nel peccato t'indori?

Tu allora altro non fai che la tua rovina, perchè cacci da te lo Spi­rito di Dio.

Me lo dice anche il cuore colle sue agitazioni e coi suoi rimorsi, o Signore, che col peccato io perdo il vostro Spirito, che È Spirito di luce e di amore, Spirito di conso­lazione e di pace. Mai più peccati, o mio Dio, mai più. Io voglio che abiti in me il vostro Spirito, però rinunzio nuovamente, come feci nel santo Battesimo, al mondo, al demonio e alle mie sfrenate pas­sioni; e Voi, Santo Spirito, fonte d'ogni bene, restate meco per sem­pre. Pater, Ave e Gloria. Veni Crea­tor.



Per il giorno di Pentecoste e suo Ottavario

Preghiere Preparatorie

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen.

Preghiera avanti la Meditazione

O divino Spirito, che dalla Chie­sa siete chiamato Creatore, non solo perchè tale veramente siete rispetto alle creature, ma anche perchè eccitando nelle anime di­voti pensieri e santi affetti, create in esse quella santità che è opera vostra, deh! si spanda anche so­pra di noi la vostra benefica virtù, e mentre noi vi onoriamo con questo divoto esercizio, voi degna­tevi di visitare con lume superno la nostra mente, e con superna grazia il cuor nostro, affinchè le nostre preghiere salgono gradite a Voi, e da Voi a noi discenda l'abbon­danza delle divine misericordie.

Meditazione

LE MERAVIGLIE DELLA PENTECOSTE

I. Quel Dio, le cui opere sono tutte ammirabili e grandi, dopo aver mirabilmente creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, e più mirabilmente riformatolo coi misteri della Redenzione, venne finalmente a operare la maravi,glia delle maraviglie, che è l'infusione reale e personale del suo Spirito nel cuore dell'uomo. Spun­tò dunque quel giorno di grazia e di benedizione, e dopo la scossa di un turbine di vento che ridestò l'aspettativa degli Apostoli adu­nati nel Cenacolo, ecco comparire in quel fortunato asilo, in mezzo a raggi di vivissima luce un glo­bo di fuoco, che, diviso in tante fiammelle quanti erano quei feli­ci congregati, si posò, sul capo di ciascheduno; era il promesso Spi­rito Santo che pienamente si co­municava ai primi Discepoli di Gesù Cristo, riempiendoli di sè e dei suoi doni più ammirabili. - Rifletti, o Cristiano, che nel gior­no di Pentecoste, che fu appunto il giorno del trionfo dello Spirito Santo, quell'Eterno Amore si mo­strò come luce e come fuoco per indicare i due principali effetti; cioè d'illum,inarle sui misteri e sulle verità della fede, sui propri doveri e sui dolci segreti della di­vina Bontà, e di accenderle del divino Amore che le purifica e le santifica. Oh preziosissimi effetti della venuta dello Spirito Santo nelle animel E noi felici, che lo Spirito Santo non venne solo pei primi Cristiani, ma viene per tut­ti; e più strettamente si unisce a coloro che meglio si dispongono a riceverlo. Tre Pater, Ave e Gloria, e Accende, ecc.

II. Alziamo, o Cristiani, il velo che ricopre sì bel mistero, e con­templiamo come 1'Increato e So­stanziale Amore di Dio per comu­nicarsi ai primi fedeli non prese già la forma di Colomba, come altra volta aveva fatto; non prese la forma di cuore, sebbene Ei sia l'Amore stesso, e neppure la forma di fulgida stella, sebbene Ei sia luce delle menti e dei cuori, ma volle prendere la forma di lingue di fuoco; e ciò non solo per indi­care il dono della favella e del co­noscimento di molti idiomi che allor conferiva ai primi predica­tori del Vangelo, ma anche per in­segnarci che la nostra lingua deve essere strumento di verità e di carità, e che la regola del nostro parlare e il motore delle no­stre parole ha da essere il me­desimo Spirito Santo. E beata quella lingua che è regolata dallo Spirito di Sapienza e di Consigliol Ma purtroppo le sfrenate passioni padroneggiano sulla nostra lingua e ne fanno strumento di discordia e di scandalo! - Riflettiamo poi che se tutti i nostri membri sono stati in un certo modo divinizzati, essendoseli appropriati nell'adora­bile sua Umanità il Divin Verbo, la lingua ha conseguito una san­tificazione maggiore, avendone preso la forma lo Spirito Santo nell'ammirabile Mistero della Pen­tecoste. Deh! non sia mai che noi osiamo profanarla con parole di peccato, nè farla vile schiava di passioni e del rispetto umano. Ma chi è che lasci davvero allo Spirito Santo la guida della propria lin­gua? Chi può anzi numerare i pec­cati di parole che ha commessi? E se ad ogni parola peccaminosa fosse stata a noi recisa una parti­cella, anche minima della lingua, che ne sarebbe ormai della lingua nostra? - O Divino Spirito che, mentre in sì bel giorno santificaste i cuori col vostro divin fuoco, vo­leste col mistero delle lingue san­tificar anche le nostre parole, aiu­tateci a usar sempre :santamente della lingua. Tre Pater, Ave, Gloria e Accende, ecc.

AFFETTI

O desiderato Consolatore dei mortali, o dolce Ospite dell'anima, noi nel bel giorno della vostra venuta non eravamo nel Cenaco­lo... Non vedemmo i vostri divini splendori... non ardemmo del vo­stro beato fuoco... non ci fu dato bere a quel fonte di paradiso a cui s'inebriarono gli Apostoli, ma sap­piamo e crediamo che voi torna­ste più volte a discendere sui no­velli Cristiani, e che siete ognor pronto a comunicarvi alle anime che vi desiderano, che vi suppli­cano, e che si dispongono a rice­vervi. - Eccone dunque ai vostri piedi, o Santo. Spirito, di quelle anime che hanno sete di voi; e poichè l'amor vostro per le anime è ancor vivo e ardente come nel giorno in cui scendeste nel Cena­colo, degnatevi esaudire i nostri voti, e rinnovare in noi le mara­viglie di quel giorno di grazia e di carità. - Sl venite, o Spirito Santo Amore; venite, e rischiara­teci della vostra luce, accendeteci del vostro fuoco, arricchiteci dei vostri Doni, frenate e governate la nostra lingua e fate che mai 'più si contamini di peccato, ma sia fatta degna di lodarvi e ringra­ziarvi eternamente nel Cielo. - Vi raccomandiamo anche tanti ciechi nostri fratelli, che non vi desiderano perchè non vi cono­scono; vi raccomandiamo ogni ani­ma creata a vostra immagine deh! ricordatevi che siete il Santi­ficatore delle anime, e tutte illu minatele, tutte convertitele, o San­to Spirito, e tutte salvatele, Amen. Pater…

PREGHIERA PER TUTTI I GIORNI DELLA NOVENA DI PENTECOSTE

O promesso e sospirato Conso­latore, Spirito Santo, procedente dal Padre e dal Figlio, che ascol­tando l'unanime preghiera dei Di­scepoli del Salvatore fraternamen­te raccolti nel Cenacolo, scendeste a consolare e santificare la Chiesa nascente, deh! siate propizio anche alle nostre suppliche, riaccendete il vostro divin fuoco nel cuore de­gli uomini, fate risplendere la vo­stra luce fino alle estreme parti della terra, e richiamate al seno della Madre Chiesa Romana tutte le Chiese dissidenti. In particolar modo poi vi raccomandiamo l'In­ghilterra , che già fu detta l'isola dei Santi e il misero Oriente dove per tanti secoli, o Santo Spirito, Voi foste più che altrove oltrag­giato, e dove la divina Giustizia ha più che altrove fatto sentire il suo tremendo sdegno... O Spirito Santo, che siete Amore, pietà di tanta sciagura, e di tante anime che si perdono, fate che presto si avveri ciò che David profetava dicendo: Manderai il tuo Spirito che ci farà come nuove creature, e così rinnoverai la faccia della terra. E noi di sì consolante pro­fezia, formando una preghiera, co­me c'insegna la Chiesa, con piena fiducia ripetiamo: Manda il tuo Spirito e sarà una nuova creazione e rinnoverai la faccia della terra



ESERCIZI DIVOTI IN DELLO SPIRITO SANTO

Anima fedele, ricordati che lo Spirito Santo abita personalmente in te, e che da Esso in te deriva, ogni bene; non passi dunque gior­no che tu non offra al dolce tuo Ospite qualche particolare e divo­to ossequio. - Il presente esercirzio, poi ti offre anche un oppor­tuno mezzo di riparazione per la troppa dimenticanza in cui ora è lasciato da tanti Cristiani lo Spi­rito Santo.

INTRODUZIONE

Quanto bella e consolante pa­rola è quella con cui la Chiesa Cattolica nella sacra Liturgia in­comincia quasi tutte le sue pre­ghiere, invocazioni e lodi allo Spi­rito Santo! - VENI: e che vuol dire quel VENI? Vuol dire: Con­cedi a noi Te medesimo, o Santo Spirito: datti a noi! Con quel pieni chiediamo dunque più che una grazia, anzi il Fonte delle gra­zie; chiediamo più che i Doni, anzi l'Autore e Datore dei Doni; chie­diamo l'Eterno Amore, chiediamo Dio! VIENI. E poichè nella preghie­ra chi chiede ottiene, e poichè la parola vieni ce la mette sul labbro la Chiesa, che ne segue? - Ne segue che dopo un Vieni emesso proprio dal cuore con viva fede, lo Spirito Santo è con noi ed in noi. - Vi ringrazi per noi, o Di­vino Spirito, il Cielo e la terra.

Inno

Vieni o Spirito Creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. O dolce Consolatore, dono del Padre altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell'anima. Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola. Sii luce all'intelletto, fiamma ardente nel cuore; sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore. Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male. Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore. Amen.

I

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) non puoi ritenere in te i tesori delle tue grazie, e con ardentissimo deside­rio brami d'effonderli nelle ragio­nevoli creature; vieni ed emetti i raggi della divina tua luce nelle ottenebrate menti dei mortali. Gloria…

Vieni, o Lume di Paradiso, e dissipa di mezzo al popolo cristia­no le tenebre di tanti errori, che accecano l'intelletto, pervertono la volontà e spingono tante anime sulla via di perdizione. Gloria…

Vieni, Chiarezza eterna, e splen­di fra le ombre della nostra igno­ranza, affinchè ogni anima fedele sia da te arricchita di quel santo sapere, che distacca i cuori dalle terrene vanità. Gloria…

Vieni, o Sole della Divinità, e fa che nel Cristianesimo si risvegli l'amore e lo zelo per le cattoliche dottrine e per la divina Parola, ed ogni Cristiano faccia tesoro della tua Scienza e ti onori con una santa vita. Gloria...

Vieni, o Luce beatissima, e riem­pi l'intimo del cuore dei tuoi fe­deli, onde tutti si distacchino dal­l'amore ai beni terreni, e anelino unicamente ai beni eterni del Cie­lo. Gloria…

Vieni, o splendore della celeste Sionne, e colla onnipotente tua virtù rischiara anche coloro che tengono chiusi gli occhi dell'intel­letto per non vedere la tua luce. Deh! sfolgorali come Saulo, e con­vertili. Gloria…

Vieni, o Face suprema d'ineffa­bil chiarezza, che illumini e ralle­gri il Paradiso; vieni e accendi in tutti gli uomini quel celeste lume che guida rettamente le anime per la via della salute. Gloria…

Considera, o Cristiano, che seb­bene lo Spirito Santo sia Luce, e Luce divina, Luce delle menti e dei cuori, che vince e dissipa qua­lunque ombra d'errore, d'ignoran­za e d'inganno, pure vi ha tre clas­si di persone che non possono es­sere illuminate da sì preziosa Lu­ce, e sono 1° coloro che voglion tenere chiusi gli occhi dello spi­rito; cioè, che non si curano di conoscere Dio e le sante verità da Lui rivelate; 2° coloro che bra­mosí delle soddisfazioni dei sensi, si fanno schiavi delle esigenze della gola, e si ravvolgono nel fan­go d'immondi piaceri; 3° quelli, che, infingardi nel corrispondere alla divina grazia, vorrebbero che in esso tutto facesse Dio da se me­desimo, perchè non vogliono darsi la pena di cooperare alla grazia col vincere le ripugnanze della na­tura, col mortificare le passioni e praticare l'annegazione indispen­sabile a chi vuol salvarsi. Vedi ora, o Cristiano, a quale di queste tre classi di persone tu apparten­ga; e pensa che cosa devi fare per ottenere che il celeste lume del Paracleto ti rischiari, e ti sia nella presente vita scorta sicura alla bea­ta eternità. Riflessione.

II.

Vieni, o Amore Eterno, che (appunto perchè sei amore) non puoi fare a meno d'effondere nei cuori le fiamme della tua carità, ah! vie­ni e accendi nel freddo cuor no­stro quel fuoco di paradiso, che alimenta ogni virtù e matura in noi i frutti della grazia. Gloria…

Vieni, o celeste Ardore, a riscal­darci, e riempirci di santo corag­gio; e fa che la tua divina carità sia in noi feconda di santi affetti e di lodevoli azioni. Gloria…

Vieni, o Fuoco divino, e consu­ma nel cuor mio e in quello di tutti i fedeli ogni sregolato affetto alle cose della terra, onde aspi­riamo efficacemente ai beni eterni del Cielo. Gloria…

Vieni, o carità ardentissima, Ca­rità che toglie via ogni peccato, e purificando da ogni macchia le anime nostre, falle degne d'aspi­rare alle nozze dell'Immacolato Agnello. Gloria…

Vieni, o Divino Amore, da cui deriva quel generoso zelo che for­ma i veri apostoli; vieni ed accen­di il tuo fuoco in tanti cuori e poi mandali a salvar anime, per tutta la terra. Gloria…

Vieni, o Fiamma soavissima, che metti consolazione e pace di paradiso nelle anime; vieni a noi, af­finchè le pene di questa valle di lacrime più non valgano ad agi­tare e abbattere il nostro povero cuore. Gloria…

Vieni, o Santo Spirito, come già nel Cenacolo, ove apparisti in fi­gura di lingue di fuoco; vieni, purifica il cuor nostro e la nostra lingua, e fa che il nostro parlare sia sempre santo, sempre diretto alla tua maggior gloria, e al bene del nostro prossimo. Gloria…

Considera, o Cristiano, come be­ne lo Spirito Santo venga simbo­leggiato dal fuoco, essendo Egli la sostanziale Carità di Dio, cioè quell'Amore eterno, infinito, che congiunge l'Eterno Padre e l'Eter­no Figlio, e dall'uno e dall'altro egualmente procede. Ma ciò non basta all'Amore. - Uscita appena dalla paterna Destra una nuova creatura, uscito appena dall'alito della Divinità un nuovo spirito ragionevole e immortale a infor­mare quella creatura, ecco che lo Spirito Santo in esso si effonde e lo accende del beato suo fuoco. Caccitone dalla colpa, trova modo di tornarvi operando il mistero dell'Incarnazione del Verbo, e dando così alla perduta umanità quel Divino Agnello, che avrebbe tolto i peccati del mondo, offren­dosi immacolato a Dio per mozio­ne del medesimo Spirito Santo, sull'altare della Croce. Aperta così la via, ecco l'Amore, ecco il Fuoco del Paracleto, che soavemente e fortemente investe l'animo dell'uo­mo redento, e l'accende del santo suo ardore. - Vedi, o Cristiano, che prodigi di carità! Ed anche in te quel divin Fuoco si accese: ma poi?... oh, quanta cenere d'imperfezioni! oh, quanto fango di pec­cati gittasti su quella fiamma di­vina! e se non la spengesti del tut­to, l'affogasti almeno sotto quella cenere, sotto quel fango! E ora che farai? Riflessione.

III.

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) non puoi fare a meno d'effondere i tuoi pre­ziosi Doni nei miseri figli d'Eva, vieni, e infondi in noi quel Ti­mor santo che è principio della vera Sapienza; quel Timor filiale e amoroso, che allontana le anime dal peccato, e le porta a più stret­ta unione con Dio. Gloria…

Vieni, a Spirito infinitamente santo, e infondi in noi quella fer­vente e soda Pietà, che imprezio­sisce e rende meritorie tutte le opere pie. Gloria…

Vieni, o Spirito di Scienza so­vrumana, dissipa le tenebre della nostra ignoranza, e arrichisci la nostra mente di quel tesoro di verità che emana dal seno stesso di Dio. Gloria…

Vieni, o Spirito di Fortezza, e compatendo alla fiacchezza e pu­sillanimità dei Cristiani del no­stro tempo, rivestici tutti di forza sovrumana, onde possiamo vincere i nostri spirituali nemici. Glo­ria…

Vieni, o Spirito di Consiglio; sii nostra guida e nostro lume in mez­zo agli inganni e alle tenebre di questa vita, e fa che docilmente sempre seguiamo le tue sante ispi­razioni. Gloria…

Vieni, o Spirito d'Intelletto, Splendore della Divinità, che tutto vedi e tutto sai, e tanto degnati infondere della tua luce nella no­stra mente, da farne eletto tempio della divina Verità. Gloria…

Vieni, o Spirito di Sapienza, e compatendo agli stolti mortali, che apprezzano e gustano i falsi beni di quaggiù, anzichè i veri ed eterni beni del Cielo; raddrizzane il torto sentire, e arrichiscili del Dono della tua Sapienza. Glo­ria…

Considera, o Cristiano, da una parte l'indigenza dell'anima tua, e dall'altra la libertà dello Spirito Santo e l'ardentissimo suo deside­rio di comunicare i sette Doni a ogni essere capace d'intendere è di amare: giacchè, dopo aver dato la potenza di corrispondere ai suoi Doni, Ei li concede quei Doni stessi con larghezza ammirabile. Ma come ogni altro divino favore così anche questo suole andare soggetto a una condizione, ed è che sia chiesto e desiderato: petite et accipietis. Se ad un povero fosse posto innanzi un tesoro e gli fosse detto: Purchè tu chieda, riceverai gran parte di quelle ricchezze; po­trebbe mai quel povero rimaner muto e indifferente? E tu, anima povera, poverissima, cui vengono posti innanzi i tesori del Paracle­to, che fai? Riflessione.

IV

Vieni, o Amore Eterno, che (appunto perchè sei amore) hai voluto farti dolce Ospite dell'ani­ma fedele, non potendo meglio dimostrare l'amor che ci porti se non dichiarandoti Ospite nostro. Sì, vieni; le nostre anime a Te si aprono col più vivo desiderio e col più riconoscente affetto; vieni, e rimani sempre in noi. Gloria…

Vieni, o inseparabile Compagno delle anime che custodiscono la divina grazia, e fa che siamo sem­pre fedeli nel corrispondere alle sante ispirazioni che ti degni far sentire al nostro cuore. Gloria…

Vieni, o solerte Custode delle anime pellegrine in questa valle di dolori; vieni, e coi tuoi santi ammonimenti, colla tua infallibile scorta conduci a felice termine il nostro mortal viaggio. Gloria…

Vieni, o fedelissimo Amico delle anime redente da Gesù, e col tuo santo conversare nell'intimo del cuor nostro, attiraci soavemente a quel vivere soprannaturale e san­to, che è proprio dei veri credenti. Gloria…

Vieni, o dolce Ospite dell'ani­ma, che di noi ti compiaci più che l'artefice non si compiace dell'ope­ra sua; deh! che la tua dimora in noi concorra a perfezionarci in una fedelissima imitazione degli esempi di Gesù. Gloria…

Vieni, o, Benefattore tanto gene­roso e tanto paziente, che tolleri scortesie e ingratitudini, e non abbandoni le anime se non sei da esse cacciato col peccato mortale; deh! non permettete che noi giun­giamo a tanto eccesso, e preservaci anche dal contristarci col peccato veniale. Gloria…

Vieni, o Gloria dei cuori cri­stiani, che sono tuo vivo tempio, e coi tuoi santi influssi di grazia e d'amore disponici a quella per­fetta unione con Dio, sì amorosa­mente domandata per noi dal buon Gesù al Padre dopo l'istitu­zione dell'Eucarestia. Gloria…

Considera, o Cristiano, e am­mira la somma grazia che ti con­cede il tuo Dio facendo risiedere nell'anima tua il suo divino Spi­rito in qualità di Ospite dolcis­simo. Pensa qual onore e quale riconoscenza a tanto Ospite sia dovuta, e vedi se l'anima tua per rispetto al medesimo si mantiene pura; vedi se discaccia tutto ciò che potrebbe contristarlo, vedi se apprezza sopra ogni altro bene il suo Ospite divino, e se in Lui si compiace, e procura di onorarlo e dargli gusto. Vedi se in Esso confida e con Lui spesso conversa, o se piuttosto lo lascia lunghe ore in oblìo e non pensa neppure d'a­verlo seco! - O Spirito Santo, Eterno Amore, dolce Ospite del­l'anima, sei pur disconosciuto e dimenticato da tante anime ingra­te ai tuoi benefizi; e per quanto tempo ti fui ingrato anch'io! Ri­flessione.

V.

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) discendi fino a dimorare in noi, e col tuo alito vitale, e coll'ineffabile opera tua, rendi capaci di atti sopranna­turali i poveri figli di Adamo; deh! vieni, e spiega in noi la vivificante tua virtù. Gloria…

Vieni, o Divino Spirito, senza il quale nulla è nell'uomo; nul­l'affatto di bene; vieni e crea in noi un cuor puro e uno spirito retto. Gloria…

Vieni, o Vita dell'anima, chè senza di Te non solo siamo privi d'ogni bene, ma restiamo purtroppo in preda ad ogni male, poichè senza Te nulla è in noi di innocente. Gloria…

Vieni, o Sostegno dei fiacchi, e investi la nostra mente della di­vina tua virtù, acciocchè s'innalzi spesso al Cielo con santi pensieri, e faccia della meditazione il suo pane quotidiano. Gloria…

Vieni, o Dito della paterna De­stra, e aiutaci nel difficile lavoro di purificare il cuor nostro da ogni biasimevole e terreno affetto, e specialmente dal soverchio amor proprio. Gloria…

Vieni, o Promesso del Padre, e concedi grazia 'alla debole nostra volontà di fare il bene, sempre il bene, e tutto il bene che può; an­che a costo di contradizioni e di sofferenze. Gloria…

Vieni, o Spirito Principale, ed effondi in noi quella sovrumana virtù che sostiene il cristiano nelle battaglie contro i suoi spirituali nemici e lo conferma nelle vie del Signore. Gloria…

Considera, o Cristiano, quanto sia vero che in te non v'è nessun bene senza lo Spirito Santo, essen­do proprio Lui quello che ti dà forza di produrre atti virtuosi e meritevoli di ricompensa nell'eter­nità. Anche san Paolo ti assicura che senza il Divino Spirito non puoi neppure invocare il santo Nome di Gesù. Figurati poi se tu potresti mai senza di Lui mortifi­care le tue passioni, vincere il mondo, resistere al Demonio, su­perare gli ostacoli che incontri nell'adempimento dei tuoi doveri, e sopportare con merito le tue tri­bolazioni. - Rifletti ora quanto meglio sarebbero andate le cose tue, quanti meno peccati avresti commesso, e quanti più meriti acquistati se tu avessi avuto divo­zione al Santo Spirito e tu avessi corrisposto al benefico influsso della sua grazia! Ah! se in te stes­so non trovi, o Cristiano, nessuna potenza dell'anima e nessun senti­mento del -corpo che sia impron­tato del bel suggello dell'innocen­za, confessa pure che ciò è colpa d'aver tu trascurato la divozione e l'unione allo Spirito Santo, sen­za il quale (come dice la Chiesa) nulla è d'innocente nell'uomo! Riflessione.

VI.

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) vuoi chiamarti ed essere ottimo Consolatore di tutti gli afflitti; vieni e rasciuga le lacrime di tanti miseri, che non trovano conforto sulla terra. Gloria…

Vieni, o Pace di Paradiso, libe­raci da ogni turbamento, e fa che il nostro spirito in te sempre tran­quillamente riposi, levandosi al disopra di tutte le umane vicen­de. Gloria…

Vieni, o Divino Spirito, sempre pacifico, sempre eguale; e togli da noi quell'irrequieta instabilità di mente, di cuore e di voleri, che tanto ci nuoce, e fissa in Te tutte le potenze dell'anima nostra. Gloria…

Vieni, o Conforto dei tribolati, ed abbi compassione di tutti quei ciechi che invece di ricorrere a Te, ottimo Consolatore, vanno inutilmente a cercar consolazione dalle creature. Deh! Santo Spirito, richiama a Te tutti i cuori erranti e sviati. Gloria…

Vieni, o Spirito di verità, e fa che intendiamo una volta esser va­no cercare nelle cose terrene vera­ce e durevole consolazione, essen­do noi creati pei beni eterni del Cielo. Gloria…

Vieni, o Consolatore di chi vo­lentieri si priva dei godimenti ter­reni, e fa che generosamente ri­nunīiàmò a tutte le contentezze di quaggiù, per godere nell'intimo dell'anima le tue celesti delizie. Gloria…

Vieni, o Santificatore delle ani­me, e fa che i Cristiani del nostro tempo tornino a viver di Fede co­me i nostri antichi padri, e pos­sano esclamare con verità come l'Apostolo: “In ogni mia tribola­zione io sovrabbonda di gaudio”. Gloria…

Considera, o Cristiano, che l'in­finita carità del tuo Dio, quantun­que permetta che i suoi fedeli va­dano soggetti per loro maggior be­ne a temporali tribolazioni, non ha voluto però lasciare ad altri il dolce incarico di alleviarne le pe­ne, e s'è dichiarato Ei medesimo nostro Consolatore. Ma rifletti altresì che hanno in Dio il loro Con­solatore solo quei buoni Cristiani che con filiale fiducia si abban­donano nelle sue braccia, e senza andar medicando consolazioni al­le creature attendono ogni confor­to dal vero Consolatore delle ani­me immortali, che è il Divino Spi­rito. Ordinariamente troppo tar­di, e dopo aver tentato altre vie noi ricorriamo all'ottimo Consola­tore, e però non proviamo nella pienezza della loro efficacia le con­solazioni e gli aiuti del Paracleto. - In queste considerazioni scopri­rai, o Cristiano, la ragione per cui talora nel tuo soffrire sei privo dei divini conforti; e per l'avve­nire nelle tue pene ricorrerai più prontamente all'ottimo Consolato­re che è lo Spirito Santo. Ri­flessione.

VII.

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) riempi di Te stesso la mente dei fedeli e ne fai il santuario della verità e della grazia; deh! ci metti, o San­to Spirito, nel -numero dei tuoi veri divoti, e fa che l'anima nostra conseguisca tutti i frutti delle a­morevoli visite che ti degni di far­le. Gloria…

Vieni, o Santo Spirito, che noi t'invochiamo non solo nella men­te nostra, ma imploriamo un rag­gio della tua luce anche nella mente di coloro che non ti cono­scono ancora, o a te non pensano. Gloria…

Vieni, o Face che illumina tutto il mondo, e fa risplendere più vivi i tuoi raggi agli occhi di quegli sconsigliati popoli che si divisero dalla tua Chiesa, e riconducili tutti all'unico ovile ed al solo Pa­store che lo governa. Glo­ria...

Vieni, o eterna Chiarezza, ri­splendi sopra le tenebre che in­gombrano la mente di tanti figli di Adamo, che tutti dediti alle cose temporali, hanno dimenticato le eterne, e fa che rinsaviscano, e più non trascurino l'unica cosa ne­cessaria. Gloria…

Vieni, o Spirito di Dio, ē visita questo povero mondo invecchiato nella menzogna e nella stoltezza, e coi fulgori della tua divina scienza togli dalla mente degli uo­mini ogni errore. Gloria…

Vieni, o Fuoco di Paradiso, e visitando le anime fredde e tie­pide, accendile dei tuoi divini ar­dori, e fa che tutte le nostre azio­ni sieno abbellite del suggello del­la tua santa carità. Gloria…

Vieni, o Vita della vita nostra, visita le nostre menti e sollevale al cielo, visita i nostri cuori e riempili di grazia, visita i nostri sensi e purificali d'ogni sozzura, visita le anime nostre e santificale. poichè Tu sei il Santificatore del­le anime. Gloria…

Considera, o Cristiano, quanto sieno preziose le visite del divin Paraclito: preziose per se medesi me, essendo esse un inchinarsi, an­zi un donarsi che fa Dio alla sua creatura; e preziose poi per gli ef­fetti veramente ammirabili e con­solantissimi che producono in noi. E di queste preziose visite, oh! co­me è largo colle anime fedeli lo Spirito Santo; e quante ne ha già fatte anche a te, o anima pia; a te, che forse le lasci passare senza apprezzare convenientemente, sen­za rallegrartene, senza ricavarne profitto!... Ma non sai che sono vi­site del Divino Spirito quei lumi che tu ricevi nell'orazione, quelle buone ispirazioni che senti nelle occasioni di praticare qualche vir­tù; quei pii desiderii di adoperarti per dare maggior gloria a Dio e fare del bene al prossimo, e quei ripetuti inviti all'emenda dei tuoi vizi?... E tu come accogli quelle visite? come rispondi a quegli in­viti, a quelle ispirazioni? Eppure un giorno avrai da render conto delle visite dello Spirito Santo; e allora: buon per te se non le avrai ricevute invano! Riflessione.

VIII.

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) riempi di superna grazia le tue ragion g­voli creature; vieni, e fa pago il moroso tuo desiderio, che è di ar­ricchirci appunto della tua santa grazia. Gloria…

Vieni, o Condottiero delle ani­me viatrici, e guidaci a salvezza so­stenendoci nella via di perfetta giustizia e di quella cristiana pru­denza che ad ogni bene temporale antepone i beni eterni. Glo­ria…

Vieni, o. vero Maestro delle ani­me redente, e facci ben intendere e praticare la virtù della tempe­ranza, armandoci al tempo stesso di soprannaturale fortezza, onde possiamo mortificare e vincere ogni desiderio sfrenato. Glo­ria…

Vieni, o nostro Celeste Benefat­tore, e versa in noi grazie di viva e operosa fede, di ferma speranza e di fervida Carità, e infondici an­cora verace e costante spirito di orazione. Gloria…

Vieni, o Dispensatore di grazie, e ricolmaci di quelle amabili virtù che arrecano la vera pace e colti­vano la fraterna carità: dacci dunque moderazione, pazienza, condiscendenza, dolcezza, e gene­roso amore per le anime. Glo­ria…

Vieni, o Spirito d'infinita pu­rezza e santità, e togli da noi ogni macchia coll'infonderci contrizio­ne perfetta e costante spirito di mortificazione. Gloria…

Vieni, o Spirito di Dio, Amico delle anime umili e nemico delle superbe, vieni, e infondici quella sincera umiltà che chiama sulle anime i paterni tuoi sguardi e i tuoi favori. Gloria…

Considera, o Cristiano, che non può esservi sulla terra padre così sollecito di procurare del bene agli amati figli, quanto è sollecito lo Spirito Santo d'empir di grazia i cuori da Lui creati; e però chi non frappone ostacoli al torrente delle sue beneficenze sarà colmato di grazia: di quella grazia che in­nalza l'uomo fino a renderlo figlio dell'Altissimo: di quella grazia che è aiuto, conforto e sostegno nella via della virtù: di quella grazia che dà forza nei combatti­menti, consolazione nelle pene e valido soccorso nei pericoli: di quella grazia che rende carissima a Dio l'anima del Cristiano. E pe­rò coloro che amano Dio, l'anima propria e l'altrui, non cessino di rivolgere al divin Paracleto questa supplica: Imple superna gratia qute tu creasti pectora. Cristiano, qual premura avesti fin ora di chiedere allo Spirito Santo la sua grazia, e di allontare da te tutto­ciò che può impedire gli effetti della grazia medesima? - Oh, se tu sapessi di quali e quanti beni ti privi, a quali e quanti mali ti esponi facendo sì poco conto della divina grazia! Riflessione.

IX.

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) innalzi a suprema eccellenza il nostro creato intelletto col farci conosce­re Dio. Concedici dunque di ben conoscere il Padre nostro che è nei Cieli, e di onorarlo e obbe­dirlo con riverenza e timore vera­mente filiale. Gloria…

Vieni, o Santo Spirito, e per Te ci sia nota sempre meglio la po­tenza, bontà, misericordia e carità infinita del Celeste Padre, ed un perfetto amore a Lui strettamente ci unisca. Gloria…

Vieni, o Spirito d'infinita po­tenza e virtù, che operasti l'inef­fabile Mistero dell'Incarnazione; vieni nella nostra mente, e facci meglio conoscere il Figlio di Dio, fatto per opera tua e per nostra salute Figlio dell'uomo. Glo­ria…

Vieni, o Spirito d'infinita Sa­pienza, che conducesti 1'umanato Verbo in un deserto, affinchè ivi dopo aver digiunato e pregato per quaranta giorni, vincesse in tre battaglie l'infelice nemico, vieni e fa che colla orazione e colla pe­nitenza, vinciamo ogni tentazione. Gloria…

Vieni, o Spirito d'infinita bon­tà, che conducesti l'Incarnato Ver­bo a immolarsi immacolato a Dio sull'altar della Croce per cancella­re i nostri peccati e salvarci vieni e imprimi nel cuor nostro la Pas­sione e Morte del Salvatore. Gloria…

Vieni, o alito vitale, e fa che i mortali ti credano qual sei vera­mente, cioè lo Spirito del Padre e del Figlio. Teque, utriusque Spi­rituin, credamus omni tempore. Gloria…

Vieni, o Fonte di salute, per mezzo del quale si opera in noi ogni atto buono, e senza il quale non v'è in noi nessun bene; vieni e fa che la nostra fede in Te, ci conduca a corrispondere fedelmen­te alla tua vitale azione dentro di noi. Gloria…

Considera, o Cristiano, che co­noscere Dio è il supremo bene del nostro intelletto, e che questo su­premo bene lo dobbiamo al lume e alla grazia dello Spirito Santo, che rischiarandoci nel conoscimento delle divine verità, ci apre le vie di quel santo vivere in terra, dopo il quale saremo ammessi a un beato ed eterno vivere in Cie­lo. -Conoscere Dio, cioè conosce­re quell'amoroso Padre che ha creato le anime nostre in un atto d'amore infinito, quasi traendose­le dall'intimo del cuore... Cono­scere il Figlio che è ,quel Dio che s'è fatto a noi fratello, e ci ha sal­vati da eterna, morte prendendo in sè le nostre colpe e le nostre pene... Conoscere e credere lo Spi­rito Santo: quell'Eterna Amore che in noi dimora, e ci aiuta a ope­rare la nostra salute... O felice co­noscimento, o consolantissima Fe­de! dono prezioso del Paracleto, principio e fondamento d'ogni al­tro dono! Oh! quanto sono da com­piangere quei miseri che . ne sono ancor privi, e quegli stolti che non lo apprezzano!... anime morte o moribonde, per le quali non si prega abbastanza. Riflessione.

X.

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) allonta­ni da noi il nemico della nostra salute; vieni, e liberaci da ogni in­ganno e tentazione del demonio, aiutandoci a tenerlo sempre lon­tano colla mortificazione delle passioni e dei sensi. Gloria…

Vieni, o Spirito Santo, e allonta­na da noi quel prepotente nemico che è lo spirito della superbia, in­fondendoci vera e sincera umiltà. Gloria…

Vieni, Spirito Santo, e allontana da noi quel pernicioso nemico che è lo spirito d'avarizia e degnati purgare il cuor nostro da ogni at­tacco ai beni della terra. Glo­ria…

Vieni, o Spirito d'immacolata purezza, e allontana da noi il mor­tifero spirito della lussuria. Sì, vie­ni, o Colomba del paradiso, e fa belle le anime nostre del tuo di­vino candore. Gloria…

Vieni, o Spirito di pace, di man­suetudine e di cartità, allontana da noi lo spirito dell'ira e dell'in­vidia, e fa che imitiamo sempre il nostro Esemplare Gesù nella mansuetudine e mitezza e nella verace carità. Gloria…

Vieni, o Spirito di perfetta san­tità, che hai creato l'uomo per innalzarlo quasi a pari degli Ange­li, e allontana da noi quel malo spirito di gola e d'intemperanza che ci abbassa fino alla condizione dei bruti. Gloria…

Vieni, o Spirito di santa opero­sità e di generoso zelo, ed allonta­na da noi lo spirito d'accidia ecci­tandoci a quella santa operosità che non perdona a pene e fatiche per ben servire a Dio e giovare ai fratelli. Gloria…

Considera, o Cristiano, che su questa terra tu sei quasi continua­mente insidiato da un nemico sì potente e maligno, che senza un superno aiuto non puoi resistere ai suoi assalti, nè respingerlo da te; e però hai bisogno d'una.forza che si adopera in tua difesa e al­lontani da te quel nemico: Ho­stem repella longius. Questo nemi­co è il demonio ;troppo ben aiuta­to da altri nostri nemici, coi quali esso lavora a tutto nostro danno; e questi sono i sette vizi capitali. - Ricorri, o Cristiano, ricorri allo Spirito dei sette Doni, il qua­le non solo allontanerà da te il demonio, ma ti fornirà anche le armi per combattere quei sette vi­zi e tutte quelle passioni che, sotto il maligno influsso del tentatore, t'inducono al peccato per trasci­narti poi all'eterna dannazione. Aver nemici solo esterni, come il demonio e il mondo, non è gran male, ma i nemici interni, cioè i vizi, le passioni e le cattive inclina­zioni, oh, come sono pericolos,1 e però quant'è necessario l'aiuto del­lo Spirito Santo per tenerli in fre­no! Ma lo Spirito Santo non ab­bandona un'anima che si morti­fica e prega. Riflessione.

XI

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) vai rin­novando coll'opera tua santifica­trice la faccia della terra; vieni, che il mondo, pieno com'è di stol­ti e di empi, non può essere rin­novato se non dalla tua infinita sapienza e dalla tua onnipotente virtù. Gloria…

Vieni, o purissima Luce, e ri­schiara i reggitori dei popoli onde governino secondo lo spirito del Vangelo pel maggior bene tempo­rale ed eterno dei loro sudditi. Gloria…

Vieni, o pietoso Amico dei re­denti, rimuovi i traviati dalla via

di perdizione, e infondi nei fede­li quella perfetta rettitudine di spirito che conduce le anime al­l'eterna salvezza. Gloria…

Vieni, o Promesso del Padre, e rinnova la faccia della terra col ridestare nei fedeli quella super­na fortezza e generosa annegazio­ne che convertiva in veri eroi i primitivi Cristiani. Gloria…

Vieni, o Maestro dei redenti, ed effonditi nei Pastori del popolo cristiano confermandoli nello Spi­rito Principale e nella scienza di­vina, onde cooperino a un salu­tare rinnovamento delle menti e dei cuori. Gloria…

Vieni, o dolce Vincolo, che lega Creatore e creatura, aduna nella vera Chiesa tutte le nazio­ni, e col dono della tua Pietà riac­cendi ed accresci in noi quel fuo­co che Gesù venne a portar sulla terra per rinnovarla. Gloria…

Vieni, o Spirito di Dio, Princi­pio della vera Sapienza, e fa che i redenti temano sopra ogni altro male il peccato, e bramino sopra­ogni altro bene i beni eterni del Cielo, affinchè sia finalmente rin­novata la faccia della terra. Gloria…

Considera, o Cristiano, che lo spirito del mondo è in tutto e sempre contrario allo Spirito di Dio; e purtroppo tutti. più o me­no, siamo soggetti ai maligni in­flussi dello spirito mondano e ne risentiamo in noi, nel nostro mo­do di giudicare e nelle nostre abi­tudini i perniciosi effetti. Vi sono però due rimedi a tanto male; uno è la divozione allo Spirito Santo, e l'altro è l'istruzione reli­giosa che si acquista per mezzo di buone letture, e dell'ascoltare la divina Parola, e collo studio delle dottrine cattoliche e dei li­bri santi (che ora per nostra di­sgrazia sono dai fedeli abbando­nati). Pensa un po', o Cristiano, se fin ora fosti sollecito di premu­nirti in tal modo contro lo spi­rito mondano, ed aprire invece l'anima ai salutari influssi dello Spirito di Dio. Per l'avvenire non solo a te stesso hai da procu­rare il prezioso pascolo di sante dottrine, ma anche a molti altri per quanto ti sarà possibile. La devozione poi allo Spirito Santo siati sommamente cara, e pensa quanto bene sarebbe stato per te averla coltivata anche per il pas­sato. Riflessione.

XII

Vieni, o Amore Eterno, che (ap­punto perchè sei Amore) porti teco 1'a pace e la infondi nelle anime dei tuoi divoti; vieni, che in mezzo a tante agitazioni e pe­ne abbiamo bisogno, o Divino Spirito, della tua santa pace. Gloria…

Vieni, o Spirito del Signore, e metti pace nello spirito degli uo­mini, così irrequieto e agitato per. ché cerca pace e consolazione fuori di te. Gloria…

Vieni, o Spirito di santa calma; e acquieta i palpiti di tutti quei cuori che sono come mare in tem. pesta per colpa del prepotente impero delle passioni. Gloria…

Vieni, o Spirito Onnipotente, e frena la ribellione dei nostri sen­si, affinchè più non si sottragga­no all'impero della Fede, ma con­corrano anzi con volontaria mor­tificazione alla salvezza dell'ani­ma. Gloria…

Vieni, o Spirito di celeste Pace, e congiungi la mente di tutti i fedeli in un medesimo santo pen­sare, in un medesimo santo crede­re, e togli di mezzo a noi l'incre­dulità e l'errore. Gloria…

Vieni, o Spirito di santa Con­cordia, e unisci in un amor solo, anzi nel tuo stesso amore, il cuo­re di tutti i Cristiani, togliendo di mezzo a noi il pernicioso spi­rito d'interesse, che priva tante famiglie della tua santa pace. Gloria…

Vieni, o Spirito di perfetta uni­tà, e congiungi tutte le volontà in un solo e santo volere, che sia il tuo volere medesimo, e fa che pie­namente in noi si avveri quell'ac­ceso desiderio, quella preghiera del nostro Gesù: E sieno una so­la cosa in noi, o Padre, come io sono una sola cosa teco. Glo­ria….

Considera, o Cristiano che cer­chi pace, considera la felice sorte di quelle anime docili, obbedien­ti e confidenti, che in tutto e sempre si lasciano guidare dallo Spirito di Dio, il quale è per esse il vero condottiero, la scorta sicu­ra, che le guida per la via della salute fino al soggiorno della pace e della felicità eterna. E dall'altra parte ripensa la disgrazia di colo­ro, che, servi dello spirito monda­no, schiavi dell'amor proprio e di ribelli passioni, non vogliono sot­tomettersi alla piena e dolce di­rezione dello Spirito di Dio, e ca­dono preda dello spirito mondano che li conduce all'eterna rovina. Rientra ora in te, o anima cri­stiana, e vedi qual sia lo spirito di Dio che dirige tutti gli atti della tua volontà, che regge il fre­no dei tuoi sensi o regna sugli af­fetti del tuo amore. Ovvero tal­volta contristi e allontani da te lo Spirito Santo per secondare lo spirito di ribellione, di interesse, di peccato? Ah, metti una volta in buone mani le sorti dell'anima tua che sono eterne! Datti dun­que intieramente e per sempre al­lo Spirito di Dio, e lo Spirito di Dio per la via d'una dolce e san­ta pace ti condurrà all'eterna vi­ta. Riflessione.



PREGHIERE PER L'ACQUISTO DELLE INDULGENZE

Colle seguenti o somiglianti preghiere si acquistano le indul­genze quando per le medesime è ingiunta la visita d'una Chiesa.

O eterno Padre, io vi raccoman­do la Santa Chiesa Cattolica, e vi prego che la difendiate contro gli assalti del demonio, che la fac­ciate vittoriosa di tutti i suoi ne­mici, e che accresciate sempre più il numero dei suoi veri figli. Fate che si moltiplichino e giungano in essa a perfezione quelle sante istituzioni, che son dirette a sal­vamento delle anime. Regni sem­pre nella Chiesa Cattolica la pa­ce, e tutti i Principi cristiani la difendano, rispettano le sue leggi, e ne sieno figli divoti e fede­li. Pater, Ave, Gloria.

O Gesù Salvator nostro, che tra gli spasimi della morte di croce deste vita alla santa Chiesa, sposa vostra amatissima, a Voi di cuore raccomando questa Chiesa. Versa­te, o Signore, sopra tutti i suoi figli le vostre benedizioni. Rischia­rate le nostre menti, Voi, che sie­te luce di eterna verità. Fate che presto tornino nel seno della vo­stra Chiesa gli eretici, gli scisma­tici, gl'increduli e i protestanti.

Vi entrino pure tanti poveri infedeli, che vivono nelle tenebre dell'idolatria, e conoscano, e ado­rino, e amino Voi, o Salvator no­stro, insieme col Padre e con lo Spirito Santo, e sieno fatti parte­ tipi della gloria del Cielo. Pa­ter, Ave, Gloria.

O Spirito Santo, che siete Dio eterno e onnipotente insieme col Padre e col Figliuolo, a Voi che siete fonte di santissimo amore e Santificatore delle anime, racco­mando la santa Chiesa Cattolica. Venite, o Spirito Santo, coi vostri doni, e arrichitene l'anima di tut­ti i fedeli. Ma in modo speciale vi prego pel Sommo Pontefice difendetelo, confortatelo, santifi­catelo, ed esaudite i suoi santi de­siderii. Vi prego anche per tutti i Sacerdoti: discendete sopra di loro come discendeste sopra gli Apostoli nel Cenacolo; accendete­li della vostra divina carità, santi­ficateli, e fate che guidino tutti i fedeli per la via che conduce al Cielo. Pater, Ave, Gloria.



DI’ ALLA SS VERGINE MARIA

IL SANTO ROSARIO

Dopo che sua Santità Leone XIII ha tanto raccomandato e dif­fuso questa dirò così, regina fra tutte le divozioni alla Madre di Dio; dopo che in modo provviden­ziale e ammirabile la Vergine del Santo Rosario ha palesato la sua potenza e la sua misericordia nella fortunata valle di Pompei, ove da tutto il mondo accorrono i divoti a supplicare e ringraziare la gran Benefattrice dell'umanità, nulla, nulla resta a dire per raccoman­dare la pratica del Rosario ai fe­deli. Solamente esortiamo a ricor­dare e ammirare nei Misteri del medesimo, (specialmente nel pri­mo dei gaudiosi che è come fon­damento della grand'opera della Redenzione e nel terzo dei gloriosi che ne è come il felice compimen­to) l'opera dello Spirito Santo: di quell'infinito Amore, che con tan­ta sapienza e bontà ha sì efficace­mente cooperato al nostro riscatto. Attesa poi la necessità che ora ha il misero mondo dell'opera dello Spirito Santo per tornare a Dio, i divoti del Rosario nel suddetto terzo Mistero dei gloriosi si uni­scano ben di cuore a Maria e agli Apostoli per supplicare il Divino Spirito a effondere gli splendori della sua luce per dissipare tanti errori dalla mente degli uomini, e ad effondere il suo divín fuoco per accendere tutti i cuori dell'a­more di Dio.

La seguente offerta, e le brevi orazioni da premettersi ai Misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, sono per coloro che recitando il Rosario desiderano anche di pregare secon­do l'intenzione del Sommo Ponte­fice: cosa non mai troppo racco­mandata, perchè Esso è il Capo della Chiesa, noi ne siamo i mem­bri, e la preghiera idei membri giungerà più accetta a Dio se con­giunta a quella del Capo. - Il tuo Rosario dunque, o pio lettore, sarà più meritorio e più caro al Cielo se accompagnato dalle se­guenti orazioni.

OFFERTA

da premettersi al santo Rosario

O Immacolata Vergine Maria, Regina del santo Rosario, accet­ta l'ossequio di questa Corona che ti offro a tua maggior gloria, per salute dell'anima mia, e per im­petrare dal materno tuo cuore gra­zia di conversione ai peccatori, di perseveranza ai giusti, di suffra­gio alle anime purganti.

Ma principalmente te l'offro, o Maria, perchè ti degni appagare i santi desiderii del Padre nostro, il Papa, che tanto brama e tanto si adopera pel ritorno delle Chiese scismatiche al materno seno della Chiesa Romana... O Sposa dello Spirito Santo, deh! supplica quel­l'Eterno Amore, che unisce i fedeli nel vincolo di perfetta carità, a compiere presto la riunione di tutti i redenti in un solo ovile ' sotto la guida del solo Pastore, on­de si affretti il rinnovamento della faccia della terra, a maggior gloria di Dio e salvezza delle anime. Gloria…

ORAZIONE da prettersi ai Misteri Gaudiosi

Per quel gaudio, o Maria, che ti infuse nell'anima lo Spirito San­to quando ti fece Madre del Figlio di Dio, e quando te lo mise Pargo­letto fra le braccia affidando la preziosa sua Infanzia alle tue ma­terne cure, intercedi per la salvez­za delle anime nostre, per la con­versione dei peccatori e per la riu­nione di tutti i popoli della terra alla vera Chiesa.

ORAZIONE da premettersi ai Misteri dolorosi

Per quella spada di dolore che trafisse la tua bell'anima, o Maria, nei dolorosi Misteri della Passione e Morte del tuo divin Figlio, in­ tercedi per la salvezza delle anime nostre, per la conversione dei pec­catori, e per la riunione di tutti i popoli della terra alla vera Chiesa.

ORAZIONE da premettersi ai Misteri gloriosi

Per quella inesprimibile alle­grezza che provasti, o Maria, nei gloriosi Misteri che incoronaro­no la dimora del Salvatore sul­la terra; per la salutare discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, e per il tuo esaltamento in Cielo, intercedi, o Madre universale, per la salvezza delle anime nostre, per la conversione dei peccatori e per la riunione di tutti popoli della terra alla vera Chiesa.

DOPO IL ROSARIO

Noi ti abbiam offerto, o Maria, una corona tanto gradita al tuo Cuore; or tu che sei Madre aman­tissima ricambiaci questo filiale ossequio coll'impetrarci quella grazia che è corona di tutte le altre; cioè, che in noi sopravvenga lo Spirito Santo, che in noi sem­pre regni, e trionfi, e compia l'o­pera della nostra santificazione. Amen.



Maria nel Cenacolo

Com'è consolante al Cristiano trovare la Vergine nazzarena, l'Im­macolata Maria in tutti i Misteri della nostra Redenzione! Nel pri­mo che è l'Incarnazione del Verbo, dove si fermano gli sguardi dell'a­nima che medita, se non sulla più santa ed insieme umile delle uma­ne creature, che col suo Ecce an­cilla Domini, col suo Fiat chiama in terra e accoglie in sè il Re del Cielo? E se andiamo a Betlem, dove vediamo noi il Dio fatto Bambino, se non tra le braccia della Vergine Madre? E così nel Tempio di Gerusalemme e nella fuga in Egitto. E quando opera il primo miracolo in Cana di Gali­lea, Gesù, non è presso a Maria?

Non lo opera anzi per compiacere a Maria? Sul Calvario chi non am­mira sotto la Croce del morente Figlio la Madre colla spada del dolore nel cuore, che s'immola nel medesimo sacrifizio col Redentore del mondo? - Ma come ammiria­mo e onoriamo Maria nei ricor­dati Misteri, ammiriamola e ono­riamola anche in quello che è di tutti compimento e corona. Chi vediamo nel Cenacolo in mezzo agli Apostoli e ai primi fedeli, che orando attendevano il promesso Consolatore? Maria. - Chi porse ad essi esempio di fervida orazio­ne ed eccitamento a ferma spe­ranza? Maria. - Qual fu la prece che salì più efficace al Cielo per far discendere sì presto e con tanta abbondanza di doni lo Spirito Santo? Fu la prece di Maria. - Chi ricevè con migliore apparec­chio e con maggior pienezza il Di­vino Spirito? Maria. – Onoriamo dunque Maria nel Cenacolo; e se vogliamo ricevere noi pure lo Spi­rito Santo, procuriamo di aver Maria Maestra e Compagna d'ora­zione e Mediatrice di grazia.

PREGHIERE

O Vergine Immacolata, nella qua­le la divina Colomba del Paracleto non trovando macchia giammai, potè dimorare colla pienezza non solo dei suoi doni, ma anche del più dolce compiacimento, impe­trate al colpevole nostro cuore, che tante volte ha disgustato quel­l'Amico sì buono che è lo Spirito Santo, lacrime di sincera contri­zione, affinchè, purificato da ogni macchia, possa dare in sè accette­vole ricetto al Divino Spirito. Ave Maria.

O Vergine prudentissima, che aveste Guida e Direttore della vita lo Spirito Santo, il quale in tutti i vostri atti impresse il prezioso suggello della perfezione, deh! aiu­tateci a imitarvi nella pronta e piena corrispondenza alle divine ispirazioni. Ave Maria.

O Madre del bello Amore, che fin dal principid dell'immacolata vostra esistenza foste piena di Spi­rito Santo, il quale sopravvenne poi in Voi quando vi fece Madre di Dio, colle vostre validissime preci impetrateci che cresca sem­pre in noi la divina grazia, e che i frutti ne sieno nelle anime no­stre abbondantissimi. Ave Maria.

O Immacolata Colomba, che nel mistero dell'Incarnazione in Voi operato dal Divino Spirito, fo­ste innalzata all'eccelsa dignità, di Sposa del medesimo Spirito Santo, e lo amaste più di tutti gli Angeli e Santi insieme, deh! fate che le fiamme del Paracleto dal cuor vo­stro passino al nostro cuore, e non vi si estinguano mai più. Ave Maria.

O Maria, Esemplare di santo e operoso zelo, che dopo accolto in Voi l'Eterno Figlio, e ricevuto con nuova e abbondantissima effu­sione lo Spirito Santo, non poten­done contenere in Voi sola i divi­ni ardori, andaste a comunicarli à Elisabetta e al Battista, e foste poi sì bene imitata dagli Apostoli, che dopo la Pentecoste andarono a portare il fuoco del Paracleto per tutta la terra; deh! accendete, fiamme di santo zelo anche nei Cristiani del nostro tempo, e spe­cialmente nei Sacerdoti. Ave Maria.

O Maria, vincitrice del serpente infernale, di cui trionfaste, non lo Spirito Santo, il quale in tutti i vostri atti impresse il prezioso suggello della perfezione, deh! aiu­tateci a imitarvi nella pronta e piena corrispondenza alle divine ispirazioni. Ave Maria.

O Madre del bello Amore, che fin dal principio dell'immacolata vostra esistenza foste piena di Spi­rito Santo, il quale sopravvenne po,i in Voi qùando vi fece Madre di Dio, colle vostre validissime preci impetrateci che cresca sem­pre in noi la divina grazia, e che i frutti ne siero nelle anime no­stre abbondantissimi. Ave Maria.

O Immacolata Colomba, che nel mistero dell'Incarnazione in Voi operato dal Divino Spirito, fo­ste innalzata all'eccelsa dignità, di Sposa del medesimo Spirito Santo, e lo amaste più di tutti gli Angeli e Santi insieme, deh! fate che le fiamme del Paracleto dal cuor vo­stro passino al nostro cuore, e non vi si estinguano mai più. Ave Maria.

O Maria, Esemplare di santo e operoso zelo, che dopo accolto in Voi l'Eterno Figlio, e ricevuto con nuova e abbondantissima effu­sione lo Spirito Santo, non poter done contenere in Voi sola i divi­ni ardori, andaste a comunicarli à Elisabetta e al Battista, e foste poi sì bene irritata dagli Apostoli, che dopo la Pentecoste andarono a portare il fuoco del Paracleto per tutta la terra; dehl accendete fiamme di santo zelo anche nei, Cristiani del nostro tempo, e spe­cialmente nei Sacerdoti. Ave Maria.

O Maria, vincitrice del serpente infernale, di cui trionfaste, non solo nella Concezione Immacolata, ma anche sul Calvario, immolan­do il diletto Unigenito per abbat­tere il regno di Satana e salvarci, deh! impetrate ai deboli figli vo­stri quell'ammirabile fortezza di cui foste investita Voi dal Divino Spirito, e fate di tutti i Cristiani altrettanti valorosi soldati che combattono costantemente contro il demonio e contro il peccato, e così il santo regno di Dio si sta­bilisca in tutti i cuori, in tutte le famiglie, in tutte le parti della terra. Ave Maria.

O unica e diletta Colomba del Paracleto, che dal Cenacolo di Gerusalemme innalzaste i gemiti dei più puri e caldi affetti al divi­no vostro Sposo, lo Spirito Santo, e lo faceste discendere con tanta abbondanza di grazie sui nuovi fe­deli, deh! fate ora altrettanto per

noi; e poiché il Divino Spirito é sempre pronto ad effondersi nel cuore dell'uomo purchè vi sia at­tirato da valida prece: quella pre­ce dunque, o Madre nostra, s'in­nalzi nuovamente dall'immacolato vostro Cuore per impetrare alla Chiesa Cattolica, al suo Capo, ai suoi Ministri, e a tutti i suoi mem­bri nuova e abbondante effusione dello Spirito Santo. Ave Maria.



Maria alle Nozze di Cana

PREGHIERA

Il santo Vangelo, o Maria, ci presenta un tratto, del vostro amo­re materno per gli uomini, ed in­sieme del vostro ammirabile po­tere sul Cuore di Gesù, allorchè ci narra come al banchetto delle nozze di Cana, venendo a man­care il vino, Voi o Vergine poten­tissima, induceste il divin vostro Figlio a fare un prodigio, anzi a incominciare la serie d'innumere­voli prodigi, sebbene vi avesse det­to che il suo tempo non era anche venuto. Ma Gesù non solamente vi rispose non essere ancor giunta l'ora dei prodigi, ma di più ag­giunse parole, che diedero occa­sione all'umiltà e carità vostra, o Maria, di sollevarsi a un eroismo ammirabile e di sperare contr'ogni speranza, e così riportare sulla vo­lontà dell'Onnipotente la più glo­riosa vittoria. Ed invero fu scorag­giante il rifiuto di Gesù; ma fu tale perchè più meritorio e più compiuto fosse poi il vostro trion­fo. - Voi tranquilla e serena co­me se invece d'un rifiuto aveste ottenuto una promessa, diceste ai servi di quella casa che facessero ciò che Gesù avrebbe loro ordina­to; essi obbedirono, e il Salvatore del mondo volle così avere da Voi l'impulso a incominciare la glorio­sa serie dei suoi benefici prodigi.

O Santissima Madre di Dio e Madre degli uomini, ora che vi assidete gloriosa all'eterno convito che Dio fa in Cielo coi suoi eletti, ora. conviene che raddoppiate le suppliche per noi, ai quali mane non solo il vino, simbolo del santo fervore, ma a molti e molti anche l'acqua della divina grazia e la lu­ce dello Spirito Santo, onde s'av­viano all'eterna perdizione; e se Voi, o Maria, non vi affrettate a soccorrerli, quei meschini sono ir­reparabilmente perduti. Deh! buo­na Madre, Voi che potete, fate che ci sia anticipato il momento delle divine misericordie, impetrando da Gesù che mandi nuovamente il Divino Spirito a creare negli uomini un cuor puro e uno spi­rito retto e rinnovare così la fac­cia della terra.



Saluti e preghiere a Maria SS.

Ti saluto, o Maria piena di gra­zia, tutta santa, sempre immaco­lata, nella cui anima benedetta lo Spirito Santo non solo non fu mai contristato, ma vi trovò sempre le sue delizie, riposandovi come in un paradiso d'amore. Ti supplico, o dolce Madre, a togliere dal cuor mio il vizio della superbia ed ogni sentimento d'alterigia, di vana gloria e d'amor proprio. Ave.

Ti saluto, o Maria, in quella sovrabbondanza di grazia e di do­ni che in te versò lo Spirito Santo nel momento della tua immacola­ta Concezione, e teco di cuore mi rallegro per quella fedeltà e gene­rosità con cui sempre corrispondesti alla grazia del divin Paracle­to. Deh, buona Madre, che tanto volentieri fai parte ai tuoi miseri figli dei beni tuoi, aiutaci a corri­sponder sempre fedelmente alla divina grazia. Ave.

Ti saluto, o Maria, Sposa fede­lissima dello Spirito Santo; e con­siderando quello slancio di gene­roso amore col quale corrisponde­sti all'invito dello Spirito divino, che ti chiamava a dimorare nel Tempio, sebbene ancor pargoletta, ti ammiro e ti lodo, e ringrazio Dio che ti sublimò alla più eccelsa santità. Ti raccomando intanto me, e tutte le anime deboli e tar­de nel corrispondere agli inviti della divina grazia. Ave.

Ti saluto, o Maria, Specchio di giustizia, nella quale con riflesso ammirabile rifulgendo le divine perfezioni, divenisti degna di es­ser Madre d'un Uomo

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I doni dello Spirito Santo

Messaggio da Redazione » dom dic 18, 2005 1:58 pm

I doni dello Spirito Santo

Secondo san Tommaso i doni dello Spirito Santo sono abitudini soprannaturali, che ci dispongono a obbedire prontamente allo Spi­rito.

Questi doni sorpassano in eccel­lenza tutte le virtù naturali infuse o acquisite, e tutte le virtù morali e soprannaturali, e vengono in noi col Dono dei doni, col medesimo Spirito Santo, che è detto il Dono dell'Altissimo Dio, il quale comu­nicato personalmente all'anima u­mana si diffonde in tutte le sue po­tenze, come il sangue in tutte le vene del corpo; e le avvalora, le deifica, e diventa il principio ge­neratore d'una vita tanto superiore alla vita naturale, quanto il Cielo è al disopra della terra. La ragio­ne si è che la vita naturale ci è comune cogli animali, coi pagani e con tutti i peccatori, laddove la vita della quale siamo debitori allo Spirito Santo ci assimila ai Santi, agli Angeli, a Dio. Come misurare la grandezza di tal bene­fizio?... Raccattare nella polvere quel vermiciattolo che si chiama uomo, comunicargli la vita stessa di Dio: cioè riempire il suo intel­letto di luce divina, il suo cuore di sentimenti divini, la sua volon­tà di forze sovrumane per com­piere il bene e fuggire il male... Questi benefizi inapprezzabili sono opera del divino Spirito e dei suoi Doni, poichè nel mondo morale uno è il principio Santificatore: la Spirito Santo.

I Doni dello Spirito Santo sono necessari all'eterna salute, ma la maggior parte dei Cristiani del 'nostro tempo lo ignorano, e a tale ignoranza bisogna attribuire il po­co casa che fanno di tal tesoro, la poca importanza che annettono al sacramento della Cresima e la po­chissima premura di conservarne i frutti. Ed Essendo lo Spirito di Sapienza e di vita sì poco cono­sciuto, che v'è da meravigliarsi se il mondo va in rovina?

Sarebbe errore, continua San Tommaso, considerare i Doni del­lo Spirito Santo solo come un alito fecondo, come un semplice impul­so senza virtù propria, poichè sono principii del movimento sopran­naturale, necessari per fare il bene e fuggire il male... Sono altrettan­te perfezioni, attive e vivificanti, aggiunte alle potenze dell'anima.

I doni dello Spirito Santo nel giusto sopravvivono anche alla morte temporale, e quelli che nel­l'esilio erano mezzi necessari di santificazione, divengono nella pa. tria fonti di gloria e di beatitu­dine, e saranno la misura della nostra felicità.

Ciascun dono è ordinato a met­tere in movimento una virtù par­ticolare, facendole produrre i suoi atti prontamente, facilmente, co­stantemente sotto l'impulso dello Spirito Santo, onde Isaia quei Doni li chiama « Spiriti» per in­dicare l'operativa loro virtù; e sant'Antonio aggiunge che sono sette Spiriti mandati per tutta la terra contro i sette spiriti maligni di cui parla il Vangelo: infatti lo Spirito di santo Timore caccia lo spirito dell'orgoglio e genera l'u­miltà; lo Spirito di Pietà cac­cia lo spirito d'invidia e accen­de la carità fraterna; lo Spirito di Scienza caccia lo spirito dell'ira e genera la mansuetudine; lo Spi­rito di Fortezza caccia lo spirito di pigrizia e genera una santa atti­vità; lo Spirito di Consiglio caccia lo spirito d'avarizia per dar luogo alla liberalità; lo Spirito d'Intel­ligenza caccia lo spirito di gola e induce alla pratica della mortifi­cazione; lo Spirito di Sapienza caccia lo spirito di lussuria, e ge­nera la castità.

Satana che è lo spirito del male, cammina accompagnato da sette altri spiriti peggiori di sè, che so­no, come abbiam veduto, i vizi capitali; e lo Spirito di Dio, che è lo Spirito del bene, porta sempre e dappertutto seco quei sette bene­fici Spiriti: i suoi Doni preziosi, che, al dire di san Tommaso, sono come il soffio permanente dello Spirito settiforme nell'anima per darle, conservarle ed accrescerle, la vita soprannaturale.

Ma senza l'impulso vivificante di tali doni noi non possiamo compiere nessun atto meritorio: anzi senza lo Spirito Santo nulla è nel­l'uomo che non si volga al male (nihil est innoxium). E' dunque cosa per noi importantissima il secondare quel salutare impulso al bene che è effetto dei suddetti doni; e felice quell'anima che lo seconda davvero, lo seconda sem­pre, lo seconda prontamente e ge­nerosamente; essa andrà ogni giorno avanti di più di virtù in virtù, di merito in merito, di gra­zia in grazia, finchè perseverando a corrispondere ai Doni dello Spi­rito Santo giungerà felicemente alla cristiana perfezione, e ne go­drà i frutti d'un'eterna beatitu­dine in Cielo.



Effetti dei Doni dello Spirito Santo nell'anima, raffiguràti da sette proprietà del Fuoco.

Lo Spirito Santo col dono del Timore purga le anime dai vizi, come il fuoco purga il ferro dalla ruggine.

Col dono della pietà ammollisce le anime, come il fuoco fonde il ghiaccio e perfino i metalli, e li­quefà la cera.

Abbellisce le anime colla Scién­za come il fuoco abbellisce e fa più lucidi i metalli.

Le corrobora colla Fortezza, co­me il fuoco assoda la creta dei mattoni nelle fornaci.

Le solleva a Dio col dono del Consiglio, come il fuoco solleva dalla terra e dalle acque i vapori.

Ne illumina l'intelletto, come la benefica fiamma della lucerna illumina la casa.

Addolcisce e riscalda le anime colla Sapienza, come il fuoco ad­dolcisce e riscalda i cibi.



Onore reso da Gesù Cristo allo Spirito Santo

La vita del Salvator nostro Ge­sù dall'istante dell'Incarnazione fino all'ultimo anelito sulla Croce fu un continuo e perfetto obbedi­re all'Eterno Amore, il quale può consisderarsi come il motore e direttore di tutti gli atti interni ed esterni dell'Uomo Dio. Questa ve­rità è talvolta apertamente espres­sa anche nel santo Vangelo, come allorchè è detto che lo Spirito San­to condusse Gesù al deserto, affin­chè dopo aver per quaranta giorni pregato e digiunato, fosse ivi ten­tato dal diavolo. Ci è mostrato poi presente lo Spirito Santo an­che al suo Battesimo nella candi­da Colomba, e alla sua Trasfigu­razione nella luminosa nube.

Quando parla dello Spirito San­to, oh, che riverenza ne mostra Nostro Signore! e come lo esalta presso i Discepoli, facendo loro intendere che da Esso avrebbero ricevuto la perfezione della sa­pienza, della virtù, e della elo­quenza, ed ogni conforto.

Nel difendere i diritti dello Spi­rito Santo Gesù sembra che di­mentichi i suoi; ed invero promet­te perdono a chi avesse parlato contro lui stesso, laddove il parla­re contro lo Spirito Santo lo qua­lifica di bestemmia, e minaccia di non perdonarlo.

Venuto il tempo di far luogo al divin Paracleto nelle anime, Gesù Cristo si separa da tutto ciò che ha di più caro al mondo, affinchè la sua sensibile presenza non sia un ostacolo al regno assoluto del­lo Spirito Santo, e dice: E' espe­diente che io vada: che se non andrò non verrà a voi il Paracli­to.

Trattandosi poi della grande missione che deve essere affidata agli Apostoli, Gesù li avverte che l'eroica fortezza di cui avranno bisogno per compierla sarà loro comunicata dallo Spirito San­to).

Finalmente dichiara ai Discepo­li che malgrado i tre anni passati alla sua scuola, la loro istruzione non è finita, e che la gloria di compierla è riserbata allo Spirito Santo, il quale, venuto che fosse, avrebbe insegnato loro tutte le cose, e annunziato il futuro (z).

Tale è la condotta dell'Uomo­Dio rispetto allo Spirito Santo. Il Cielo e la Terra non hanno mai inteso, nè mai intenderanno nul­la di più eloquente intorno alla Maestà dello Spirito Santo, e in­torno alla necessità della sua in­fluenza, tanto per rigenerare l'uo­mo, quanto per mantenerlo nello stato di rigenerazione.



Dottrina dei Padri e Dottori della Chiesa relativa allo Spirito Santo

Che cosa è lo Spirito Santo, e come si effonde nelle ragionevoli creature, e nella Chiesa.

Che cos'è lo Spirito Santo? E' l'Amore che ha il Padre per il Fi­glio e il Figlio per il Padre. Infatti il Padre da tutta l'eternità contem­pla se stesso e così genera il Fi­glio; Padre e Figlio da tutta l'e­ternità scambievolmente si amano e così producono lo Spirito Santo, che è il loro sostanziale Amore. Or questo eterno, infinito Amore, che procede dal Padre e dal Fi­glio, si effonde con incomprensibile affetto nelle creature, e quest'a­morosa effusione è bellamente e­spressa dal Dottore e Martire san Cipriano colle seguenti parole: «Questo Divino Spirito, anima di tutto ciò che esiste, riempie totalmente gli esseri della sua abbondanza... Non è esso già sostanzialmente l'anima in ciascu­na creatura; ma come distribu­ore magnifico della sua pienez­za, Egli comunica a ciascuna creatura e le fa proprie le sue diverse influenze. Simile al sole che per se stesso spontaneamen­te rifulge e dà colori e vita a tutta la natura senza diminuzio­ne o esaurimento..., simile alla pioggia che bagna e feconda, e simile al fonte che irriga, così il Divino Spirito infonde se mede­simo nelle anime. (Serm. de Pent.)

Similmente la pensano altri Santi che affermano essere il Divino Spirito alla nostra anima ciò che l'anima stessa è al nostro corpo: cioè principio e sostegno di vita, e virtù operativa in ogni sorta di bene.

E non solo ai fedeli in partico­lare, ma anche a tutta la Chiesa sono abbondantemente concedute le preziose effusioni del divin Pa­racleto: «Dio ha dato al corpo umano (così scrive San Gregorio) due parti principali che sono il capo e il cuore, affinchè servano di organi alle principali facoltà dell'anima, che sono l'intelletto e la volontà. Parimente ha dato al corpo mistico della Chiesa il Cristo che ne è il capo, e lo Spí­rito Santo che n'è il Cuore; per mezzo di quello noi apprendiamo la verità, per mezzo di questo l'amiamo e la pratichiamo.

Onde sant'Agostino ha detto che lo Spirito Santo fa nella Chiesa ciò che l'anima nostra fa in cia­scun membro del corpo, cioè le dà vita, forza e direzione ».

A queste consolanti verità una, vieppiù consolante per noi miseri peccatori, ne aggiunge la Chiesa, chiamando lo Spirito Santo (x) re­missione di tutti i peccati. Ed in­fatti il Signor nostro Gesù Cristo, dopo la sua risurrezione, quando conferì agli Apostoli la potestà di rimettere i peccati, diede loro an­che lo Spirito Santo soffiando so­pra di essi e dicendo: Ricevete lo Spirito Santo e saranno rimessi i peccati a quelli cui voi li rimette­rete e ciò ne conferma che an­che la remissione dei peccati e la santificazione delle anime è opera dello Spirito Santo. Ringraziamo dunque l'amatissimo Salvatore Ge­sù che colla sua passione e morte ci ha meritato tanto bene. Ecco le belle parole colle quali Ruperto Abbate esprime questa verità «La pietra, che percossa emette fuoco, rappresenta Cristo che per il mistero della Croce effonde in noi lo Spirito Santo». Anche il Padre ce lo dà con immenso amo­re; anzi come osserva Guerrico Ab­bate (Serm. 1 de Pent.) «era poco all'amor dell'Eterno Padre aver dato il Figlio per redimere il servo, se non dava anche lo Spi­rito Santo in grazia del quale adottare il servo in figlio. Diede dunque il Figlio in prezzo di redenzione e il suo Spirito in privilegio di adozione.

Grazie dunque al Padre, e gra­zie al Figlio i quali, come dice san Cipriano, a guisa di due lab­« bri amorosi, danno al mondo lo «Spirito Santo qual bacio d'info­tata carità » (Sinisch. Nov. 8° giorno).



La venuta dello Spirito Santo é compimento dei Misteri della Re­denzione.

Per bene intendere come il mi­stero della venuta dello Spirito Santo compie gli altri misteri del­la Redenzione; e come il medesi­mo Divino Spirito perfeziona l'o­pera di Gesù Cristo applicandone i frutti alla Chiesa in generale e ai fedeli in particolare, si legga ciò che segue Cristo merita d'essere da noi amato, e lo Spirito Santo ci comunica l'amore affinchè possiamo amarlo. Cristo ci ha dato il precetto della carità, lo Spirito Santo ci somministra il modo a d'eseguirlo. Cristo ci ha dato tanti motivi di amarlo, e lo Spi­rito Santo fa sì che lo amiamo. Cristo ci raccomanda tanto l'amore, e lo Spirito Santo ce lo dà. In Cristo conosciamo l'oggetto dell'amore, e dallo Spirito Santo abbiamo la grazia d'amar­lo. Cristo dunque è per noi ca­gione d'amore, e lo Spirito San­« to ne è l'efficienza» (S. Bern. Ep. 76).

La stessa Incarnata Sapienza si compiacque di lasciare allo Spiri­to Santo, che è l'Eterno Amor suo, il perfezionamento dei suoi disce­poli, e però disse loro: «Non vi lascerò orfani, ma pregherò il Padre, e vi darà un altro consolatore, lo Spirito di verità, che v'insegnerà tutto e vi spiegherà tutto ciò che io vi ho detto, e re­sterà sempre con voi». (Io. 14, 16, ecc.).

Lo Spirito Santo per la partico­lare applicazione che fa ai singoli fedeli dei salutari effetti della Re­denzione è chiamato dalla Chiesa Dito della paterna destra. Questo nome, secondo sant'Agostino, gli si compete anche per la distribuzio­ne ch'ei fa dei suoi Doni agli An­geli e agli Uomini; e per molte altre ragioni che qui sarebbe trop­po lungo riferire. Ci basti che il Salvatore medesimo dice di opera­re con questo mistico Dito che è lo Spirito Santo, poichè sant'Ago­stino osserva che dove un Evan­gelista, riportando alcune parole di Gesù relative ai suoi miracoli, scrive: Se io caccio i Demoni nel Dito di Dio, ecc.; un altro riferi­sce lo stesso pensiero scrivendo: Se io caccio i Demoni nello Spi­rito di Dio; è dunque chiaro che per Dito di Diq è significato lo Spirito Santo.

Il medesimo sant'Agostino per esprimere meglio come l'opera del Divin Paraclito sia in certo modo complemento di quella del Salva­tore, ha detto che «Lo Spirito Santo colla sua propria virtù perfezionò quei benefizi che il Salvatore aveva incominciato (a conferirci) e aggiunge: « Quelli che il Cristo redense, il Divino Spirito li santifica». (Hom. g de Pent.).

Ma qual è la corrispondenza no­stra agl'innumerevoli e preziosi benefizi dello Spirito Santo? Oh, come è languida la nostra divo­zione verso di Lui, e come sono rari gli atti di quel culto speciale di adorazione che gli è dovuto co­me alle altre due Persone della santissima Trinità! Se il Vicario di Gesù Cristo non avesse a ciò richiamato l'attenzione dei fedeli, oh, quanti, anche pii, avrebbero continuato a trascurare perfino la Novena della solennità di Pente­coste: di quella solennità che san Eusebio chiama la maggiore di tutte esprimendosi come se­gue: «A Pasqua noi riceviamo lo Spirito Santo che è la perfezione del Battesimo. La Risurrezione di Gesù Cristo fortificò gli Apostoli, e la Pentecoste consumò la loro carità e li rese invincibili. In quel giorno lo Spirito Santo fu dato colla necessaria pienezza alla Chiesa per soggiogar l'universo; per ciò io riguardo la Pentecoste come la maggiore di tutte le solennità ».

Se leggessimo un po' più gli scritti degli antichi Santi conosce­remmo assai meglio gl'infiniti be­nefizi che riceviamo dal divin Pa­raclito, e ne saremmo assai più divoti. Ricordiamo almeno ciò che dice san Bernardo (Ser. 1.° de Pent.) : «Se celebriamo le solen­nità dei Santi, con quanta più divozione non dobbiamo celebra­re la solennità di Colui dal qua­le ebbero la santità tutti quelli che noi veneriamo come San­ti?». E se vogliamo farci santi an­che noi qual miglior mezzo e più efficace potremo usare che quella della divozione al Datore della santità?



Lo Spirito Santo è il Santifica­tore delle anime.

San Cipriano afferma che nessu­no può essere santo senza il Divi­no Spirito che lo santifichi, nessu­no forte s'Egli non lo avvalora, e nessuno felice s'Egli non lo conso­la. Da ciò si conchiude che il seme della virtù non può rendersi in noi fecondo di buoni frutti senza il Fuoco dell'Eterno Amore. Però s. Cirillo Alessandrino ha potuto asserire che Cristo è formato in noi dallo Spirito Santo, il quale ci partecipa una specie di forma divina per la santificazione e giu­stificazione. (Dal Siniscalchi).

Ed ecco come san Bernardo e­spone l'opera del Paracleto sulle potenze dell'anima umana. Lo Spi­rito Santo, ei scrive, ammoni­sce, insegna e muove: ammonisce la memoria, insegna alla ragione, muove la volontà... Nè solamente è necessario essere ammoniti e am­maestrati, ma anche esser mossi e stimolati al bene da questo Spirito che ci porge aiuto nella nostra in­fermità, e per il quale nei nostri cuori la carità si diffonde, che è il bene della volontà.

E ciò conferma anche san Pier Damiani (Ser. de Sp. S.) dicendo:

Lo Spirito Santo è venuto a perfe­zionare tutte le potenze dell'uomo, dando lume all'intelletto affinchè conosciamo il bene, impulso alla volontà affinchè lo abbracciamo, e vigore al nostro spirito affinchè lo possiamo eseguire. E però san Ber­nardo esclama: « Vedi come l'Apostolo San Paolo pone lo Spirito Santo in mezzo alla vir­« tù, essendo egli quello che tutto fa, tutto ordina e tutto vivifica, appunto come il cuore nel mez­zo al corpo ». - E veramente, continua lo stesso Dottore il molteplice Spirito tanto varia­mente si effonde nei figli degli uomini e in loro si moltiplica colle divine comunicazioni della sua grazia, sicchè non avvi chi resti privo dei suoi benefici influssi ».



Conforti che riceviamo dallo Spirilo Santo, e corn'Egli dimora in noi.

Resta ora a dire col medesimo san Bernardo come lo Spirito San­to addolcisca al cristiano le pene, alleggerisca il peso della croce e renda soave l'esercizio della mor­tificazione. I mondani, ci scrive, hanno per infelice la vita morti­ficata dei veri servi di Dio, e li compatiscono; ma essi piuttosto sono da compatire, perchè privi della soave unzione del Paracleto che raddolcisce ogni travaglio. «I mondani vedono le nostre croci, ma non vedono le consolazioni che c'infonde lo Spirito Santo nel cuore. Le croci del vivere penitente rassomigliano a quelle dei sacri templi che debbono essere unte con olio sacro» (Oleolae titiae). Fin qui san Ber­nardo; e sant'Agostino attesta es­sergli state più dolci le lacrime della penitenza che già tutte le allegrezze e sollazzi mondani.

Felice l'anima che si abbandona alla guida dell'Eterno Amore! Es­sa come dice s. Giovanni Criso­stomo, è simile a una nave spinta da vento favorevole, che non può essere arrestata, nè sommersa; anzi si eleva al disopra di tutte le cose, e trionfa di tutti gli ostacoli.

Ed oh! in quanti modi lo Spi­rito Santo si fa intendere alle ani­me! Ecco intorno a ciò una rifles­sione di Sant'Agostino. Nessuno vede lo Spirito Santo; come dun­que ascoltiamo la voce dello Spirito? Si ode un Salmo: è la voce dello Spirito; si ode l'Evangelo: è la voce dello Spirito; si ode la divi­na parola: è la voce dello Spirito. Ascolti la voce, e non sai d'onde venga ed ove vada. Se anche tu nascerai dallo Spirito, saprai quel­lo che egli è. Chi ancora non è na­to dallo Spirito, non saprà d'onde venga ed ove vada (s. Aug. In Ioann. XII, 5).

Nella Genesi è scritto che Dio ispirò in faccia all'uomo un soffio vitale e l'uomo ebbe vita, e ciò deve intendersi che sia detto dello dello Spirato Santo (Orig. 1. 1.° Ieriarch). Ma l'uomo peccando cacciò da sè lo Spirito Santo e per­se la divina grazia. Nondimeno l'Eterno Amore non abbandonò del tutto la ribelle e degradata creatura, in quanto che non lasciò di aiutarla per ridurla sulla via della salute. Ora però lo Spirito Santo in grazia dei meriti del Sal­vatore è dato più perfettamente: e non è presente a noi soltanto per semplice operazione come nel­l'antico patto, ma è con noi in maniera sostanziale (San Gr. Naz.), onde non è sì strettamente con­giunta l'anima al corpo umano, quanto lo Spirito Santo è unito alla nostr'anima: e quest'anima, sia pur dovunque vogliasi, se vive in grazia di Dio non è mai senza lo Spirito Santo (San Cipriano); per modo che si può dire che noi abitiamo in Dio, ed Egli in noi, perchè ci ha dato del suo Spirito (Sant'Atanasio). E qui giova ricor­rere all'autorità di sant'Agostino che dice: «Quel medesimo Spi­rito che nella Pentecoste fu dato agli Apostoli, vi dico che è dato anche agli uomini (1.° 15 de Tr.) cioè a tutti i fedeli . E quindi considerando sì consolante verità nel capo secondo delle sue meditazioni dice: « Quegli nel quale tu abiti, o Divino Spirito, lo fai tempio del Padre e del Figlio. Beato dunque chi merita di averti Ospite! perchè in grazia tua il Padre e il Figlio dimoreranno in lui ».

Caccia dunque da te, o Cri­stiano, lo spirito del Demonio che lo spirito di questo mondo, affinchè tu riceva lo Spirito di Dio... Cacciàti gli spiriti mal­vagi, verrà a te il Santo Spirito, l'Amore divino che illumina la mente, purifica la coscienza, rallegra l'anima e fa vedere Dio » (Man. D. Aug. C. XXVII).

Le condizioni che si richiedono per ricevere e ritenere in noi lo Spirito Santo sono espresse da Sant'Agostino colle seguenti brevi parole: Se volete vivere dello Spirito Santo serbate la carità, desiderate l'unità (Fer. 2 in Pent. Serm. 1.).

E San Bernardo aggiunge: Neanche una pagliuzza d'imper­fezione dovrebbe rimanere in quei cuori nei quali abita lo Spirito Santo (Serb. 1. de Sp. S.).

Sant'Agostino sullo stesso argo­mento scrive: E' necessario, o fratelli, che per la venuta dello Spirito Santo adorniate la casa dell'anima vostra dei fiori di buone opere e la riempiate del prezioso odore della castità, acciocchè lo Spirito Santo si diletti d'abitare in voi. (Ser. in s. « Pent. die).

I Santi, incominciando da San Paolo fino a San Filippo Neri, che è uno dei più moderni, hanno molto apprezzato la somma grazia, di possedere nell'anima lo Spirito Santo, onde uno d'essi (San Tom­maso da Villanova) andava esclamando: Chieda altri le ricchezze, i piaceri, gli onori, le dignità; desideri pure sapienza, eloquen­za, ingegno e più chiari doni; io desiderio il Largitore di tutto ciò; io scelgo e voglio lo Spirito Santo. (Conc. 2 de Pent).



ESTRATTI dagli Scritti del Card. Mannino

Nella divina economia è com­messo allo Spirito Santo l'ufficio di applicare la redenzione di Gesù Cristo alle anime per mezzo della vocazione, giustificazione e salvezza degli eletti. Noi siamo percìò sotto la guida personale dello Spirito Santo.

Ogni scintilla di carità si spicca dal Fuoco dello Spirito Santo.

La Grazia è il Dito di Dio sull'anima, ed è pure la presenza in noi del Dio Santificatore (Ivi, c. 2).

Dio è il solo fine per cui 1'uo­mo può vivere senza degra­darsi (ivi c. 4). E quegli che ci fa vivere per Iddio è lo Spirito Santo. Oh, come fanno male i loro interessi quelle anime che non so­no divote di quel Divino Spirito!

La salvezza nostra consta di due cose; mortificazione e santificazione: cioè la distruzione dell'uomo vecchio che è in noi, e il rinnovamento dell'anima per 1'inabitazione dello Spirito Santo. Ma la nostra santifica­zione va innanzi o torna indietro a misura che più o meno ci mortifichiamo. Onde avviene che sì pochi perseverano nella via della vera virtù? Perchè non sono costanti nel mortificarsi e correggere i propri difetti (ivi, c. io). La costanza nella mortifica­zione è frutto di quella sopranna­turale Fortezza che è Dono dello Spirito Santo.

Chi non produce i frutti del Santo Spirito, che sono frutti di vita eterna, produce frutti di eterna morte: non c'è via di mezzo (ivi, c. 15).

Le riferite parole confermano quanto importi esser divoti dello Spirito Santo.



Ricordiamoci che lo Spirito San­to dimora in noi.

Come va che sì poco ricordiamo la consolantissima verità della pre­senza in noi dello Spirito Santo? Come va che in noi la natura non solo rivaleggia colla grazia, ma prevale sulla medesima? Ah noi non siamo spirituali né sopranna­turali! perchè vivendo nel mondo comunichiamo con esso fino a di­ventar mondani. La vitale e conso­lantissima verità della dimora del­lo Spirito Santo in noi non la sap­piamo mantener viva coll'orazione mentale, nè colla memoria della divina presenza... L'intimo ricono­scimento della presenza divina ba­sterebbe a farci anche martiri se i tempi lo volessero... basterebbe a indurci a una costante abnega­zione fino alla morte... e invece di menare una vita indolente, sarem­mo ferventi discepoli di Gesù Cristo.

Ah! ricordiamoci che lo Spirito Santo, fra gli altri dolcissimi attri­buti, ha quello ancora di lume dei cuori, e supplichiamolo di accen­dere vivissima nel cuor nostro la face del suo eterno lume, onde ne resti rischiarato per modo, che non perdiamo mai più la memoria del­la sua divina presenza.

Esortaz. di Mons. Gaume.



ESEMPI

Fuori della divina scrittura si trovano poche apparizioni dello Spirito Santo, nondimeno a compi­mento dell'operetta ci piace accen­nare non solo qualche apparizione, ma anche qualche fatto nel quale si palesa l'opera del divin Para­clito.

Protestiamo per altro che a quello che siamo per riferire (seb­bene preso sempre da autori ap­provati dalla Chiesa) non doman­diamo che si presti altra fede se non istorica ed umana.

Apparizione dello Spirito Santo a un peccatore penitente.

Il Padre F. Schouppe della Com­pagnia di Gesù riferisce, a titolo di edificazione, un fatto ch'ei ri­cava da un pio autore (Istr. rel. vol. I. lezione XI).

Quando l'antico spirito di fede regnava ancora nella città di Pa­rigi, erano ivi due fratelli, di sen­timenti e di condotta ben diversi. L'uno batteva la via del vizio; l'al­tro più giovane era un modello di pietà. Gemendo questi sui di­sordini del fratello che era sordo a tutte le ammonizioni, non ces­sava d'innalzare a Dio preghiere ed offrir lacrime per la sua con­versione. Le caritatevoli preci fu­rono esaudite in un modo mera­viglioso. Una grave malattia venne presto a visitare il peccatore e lo condusse quasi a morte; ma questo avviso non bastò: sembrava anzi indurirsi vie peggio; quando, vide in sogno un vecchio venerando che, guardandolo con occhio seve­ro, gl'indirizzò queste parole. Io sono il Padre Eterno che ti creò io ho dato l'unico Figlio mio per salvarti, ma poichè tu ti ostini a volerti perdere, sappi che tu sarai un figlio di perdizione!

Questa visione lo gettò in una specie di disperazione e giudicò che vicina fosse la sua morte e irrevocabile la sua condanna.

Tuttavia il pio suo fratello con­tinuava a pregare, e la notte se­guente l'infermo ebbe una nuova visione. Questa volta gli apparve il Figlio-Dio nella sua umanità: era carico della Croce, e mostran­dogli le sue Piaghe sanguinose: Ecco, gli disse, il Sangue che ho sparso per la remissione dei tuoi peccati e tu, ben lungi dall'ap­profittarne per la tua salute, lo fai servire a suggellare la tua riprova­zione. A tali parole Cristo dispar­ve e lasciò il malato afflitto e on­deggiante tra la speranza e la di­sperazione. Il suo virtuoso fratello gli fece coraggio, e l'esortò a invo­care lo Spirito Santo.

Il peccatore obbedì con umiltà; e appena ebbe implorato lo Spirito consolatore, si dissiparono le sue tenebre, ritornò la speranza, un sincero dolore penetrò il suo cuo­re; confessò i suoi peccati con amare lacrime, e molto divotamen­te ricevè il Viatico e l'estrema Un­zione. Allora ecco una terza visio­ne: un personaggio d'una maestà divina gli apparve: era vestito di bianco, e teneva nella sua mano una bianca colomba. Avendo mi­rato l'infermo con occhi pieni di ineffabile amore gli disse queste parole: Io sono lo Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio; ti annunzio che i tuoi peccati ti sono rimessi, e che da ora innanzi il cielo ti è aperto. - Sparve la visione, e l'ammalato nel colmo della gioia, si effuse in lodi e rin­graziamenti; e dopo tre giorni spi­rò nel bacio del Signore.



La tazza di vita - Mutazione operata dallo Spirito Santo

Piacque al Signore di mostrare a un Religioso di San Francesco la meravigliosa mutazione che lo Spirito Santo opera nelle anime. Esso vide Gesù Cristo che comu­nicava ai fedeli la grazia e la vita dello Spirito Santo per mezzo dei Sacramenti rappresentati da una tazza misterosa ripiena di spirito vitale. Il Salvatore assiso su di un alto trono e abbagliante di celesti splendori, teneva nelle mani una tazza trasparente in cui brillava un liquore celeste: era la tazza di vita che offriva ai mortali. Coloro che vi appressavano le labbra con fede e rispetto si trasformavano; il loro volto facevasi raggiante come il sole, le vesti bianche come la neve, ed erano riempiti di forza

come leoni pronti alla pugna. - Ecco un'immagine della felice mu­tazione che lo Spirito Santo opera nelle anime (Schouppe, Istr. rel. VOI. i. lez. XI).



Dono di luce

Il Ven. Padre Luigi Daponte della Compagnia di Gesù, prima di scrivere le sue ultime medita­zioni, volle implorare la grazia del­la Spirito Santo, e dopo alcuni giorni di ferventi preghiere sen­tissi a un tratto rischiarato da tanta luce e acceso da tanto amore, che andava esclamando come fuori di sè: Ah, Signore! bastano i lumi, bastano le fiamme; bastano, ba­stano, (Schouppe, ivi).

Il celebre teologo Francesco Sua­rez faceva da giovane sì poco pro­gresso negli studi che pensò di abbandonarli; ma un prudente maestro lo consigliò d'implorare i lumi dello Spirito Santo per la intercessione della santa Vergine Maria; il giovanetto obbedì: ed ecco avverarsi nella sua mente il più ammirabile cangiamento; il suo intelletto divenne sì illumina­to e penetrante che scioglieva in un istante le questioni più diffi­cili; la sua memoria divenne sì po­tente che tutto conservava quanto poteva leggere o udire; e negl'im­portanti e numerosi suoi scritti si ammira insieme tal profondità e chiarezza che forma la maravi­glia dei sapienti (Scouppe, ivi).

San Gregorio il Grande, uno dei primi quattro Dottori della Chiesa latina, era divotissimo del­lo Spirito Santo, e continuamente ne implorava i lumi, e quando ei dettava, lo Spirito Santo l'assisteva anche visibilmente, onde Pietro

Diacono potè attestare che più di una volta vide il Divino Spirito aleggiare intorno al capo del san­to Pontefice sotto la forma d'una candidissima colomba. Ed ecco perchè san Gregorio Magno si suol rappresentare colla penna in ma­no e colla testa alzata in atto di ascoltare ciò che una colomba gli dice all'orecchio (ivi).



Lo scisma Greco - Russo

Fra le sette separate dalla Chie­sa Cattolica, e che pur preten­dono di chiamarsi cristiane, ve ne ha una la quale di più ambisce il titolo di ortodossa (cioè avente la vera fede); e su questa pesa una speciale maledizione di Dio. Nes­suna setta ha perseguitato sì osti­natamente e sì a lungo e sì crudel­mente i veri credenti, come la setta russo-scismatica. Pochissimi da questa si convertono all'unica ve­ra Chiesa cattolica, giacchè le ca­tene, onde sono avvinti quei mi­seri, sono sì dure e tenaci, che umana forza non saprebbe spez­zarle. Ma questo è poco, giacchè popolazioni intere, nate e cresciu­te da secoli nella vera Chiesa, so­no state private perfino dei sacri pastori e tratte nell'eresia e nello scisma pur con sanguinose violen­ze. La costanza poi dei fedeli è terribilmente provata con confi­sche, esilii e morte. Quanti Ve­scovi e Sacerdoti, rei di non altro che di volersi serbare uniti all'uni­co gregge di Gesù Cristo, furon tratti nelle gelide lande della Si­beria a morirvi di stenti e chi fred­do! E tali orrende persecuzioni non si compivano già clamorosa­mente, alla luce del sole, ma per lo più in mezzo a un silenzio fu­nesto, che impedì fosse segnalata all'infamia la violenza dei perse­cutori. E pensare che fra le nazio­ni incivilite la Russia è la più nu­merosa di popolazione, la più este­sa di territorio, la più formidabile in armi, e forse la più astuta nel­l'imporre i propri voleri... Or Per­chè tanta rovina di anime in mez­zo a tanta potenza di materiali forze? Perchè una ribellione così ostinata contro il santo regno di Dio? Perchè?... Perchè l'eresia de­gli scismatici russi va direttamente a ferire lo Spirito Santo, negando la sua divina spirazione (o pro­cessione come dicono i Teologi) dal Figlio di Dio. E perciò si gra­vano essi di quelle tremende col­pe, di cui disse Gesù Cristo, non esservi remissione in questo seco­lo, nè nel futuro, per denotarne cioè la somma gravità, e la diffi­cilissima conversione.

Perciò la Chiesa Cattolica ha per la conversione degli scismatici raccomandato speciali preghiere e il santo Padre Leone XIII, an­che a fine di preparare la conver­sione degli scismatici russi, pose incessanti cure a richiamare alla cattolica unità altre chiese scisma­tiche del greco rito. E già prima il Sommo Pontefice Pio IX con decreto dell'11 Giugno 1869 con­cedè indulgenza a chi recitasse una determinata preghiera per la con­versione dei greci scismatici.

Che bel trionfo sarebbe per la Chiesa Cattolica poter riunire al suo seno quelle chiese da tanto tempo da lei separate, come rami recisi dal grand'albero della Fe­de! Qual gloria poter conquistare colle pacifiche vittorie dello Spiri­to del Signore quell'immenso im­pero, il più possente del mondo! Quanti milioni di anime sarebbe­ io guadagnate al Cuor di Gesù ed avviate al Paradiso! Deh! non ci sgomentiamo; tutto può la grazia del Divino Spirito. Può egli spi­rare su quel vastissimo campo di aride ossa, farle risorgere, rinno­vando in esse il prodigio contem­plato già da Ezechiele, quando in­timò loro in nome del Signore: Ossa aride, audite verbum Dei; e le vide quelle ossa sollevarsi, ri­congiungersi, rivestirsi di nervi, di carne e di pelle, e poi dai quattro venti del cielo vide lo Spirito del Signore richiamare anima e vita in quella moltitudine sterminata. Vi è forse qualche cosa impossibile allo Spirito del Signore? a quello Spirito che trasse dal nulla tutte le creature e recò agli uomini tutti la grazia e la santificazione?

Speriamo, o Cristiani, e fervi­damente preghiamo che nuove moltitudini si convertano alla vera Fede, nuove nazioni riempiano e dilatino i tabernacoli della san­ta Chiesa e una novella Pente­coste chiami a lei i traviati figli dello scisma e dell'eresia, e tutti di un cuore e di una voce intuoni­no allo Spirito Santificatore l'in­no della lode, dell'amore, della gratitudine eterna.



Punizione della bestemmia contro lo Spirito Santo

La distruzione di Gerusalemme per opera di Tito fu il castigo dei Giudei colpevoli del deicidio nel­la persona del Dio Figlio; la ro­vina di Costantinopoli per opera di Maometto II fu la punizione dei Greci, bestemmiatori dello Spi­rito Santo. Fino dai primi secoli della Chiesa i Greci non avevano cessato di sostenere errori contro la terza persona della SS.ma Tri­nità: Mecedonio, Fozio, Michele Cerulario, furono i colpevoli pa­dri d'un lungo seguito di oltrag­giatori dello Spirito Santo. La Chiesa latina, spaventata dall'osti­nazione della sua sorella, nulla omise per ricondurla alla verità e all'unità. Tre volte i Greci sotto­scrissero solennemente il simbolo cattolico, e tre volte violarono la fede giurata. Nel 1439 appena ri­tornati in Oriente, dopo il Con­cilio di Firenze, si fecero beffe della loro sottoscrizione, e ripre­sero a bestemmiare contro lo Spi­rito Santo.

La misura era colma, e il castigo minacciato alla Chiesa Greca dal Vicario di Gesù Cristo Papa Ni­colò V, ebbe il suo effetto.

Maometto II, alla testa di un esercito di 300 mila uomini e di una flotta di 400 vele, cinse d'assedio Costantinopoli, e se ne fece padrone il 29 Maggio 1453, una ora dopo mezzanotte: era il lune­dì della Pentecoste.

Così mentre la Chiesa latina, piamente raccolta nei suoi templi, con allegrezza celebrava il solenne anniversario della discesa dello Spirito Santo sul mondo, e alta­mente proclamava la sua proces­sione dal Padre e dal Figlio, i Gre­ci, che bestemmiando, la negava­no, furono schiacciati sotto le ro­vine della loro capitale, e sul loro capo orgoglioso cadde il ferreo giogo della barbarie mussulmana.

Mentre Maometto, circondato dai suoi Visir, entrava in Costanti­nopoli, due soldati gli recarono la testa dell' imperator Costantino XII°. Egli la fece inchiodare sul­l'alto d'una colonna ove stette fi­no a sera. Dopo questo oltraggio al vinto principe, Maometto entrò

nella basilica patriarcale di santa Sofia, e si assise sull'altare, (come se fosse il dio del tempio) in luo­go del Verbo Incarnato, di cui per tal modo si proclamava l'avver­sario.

Già i suoi soldati, sono sparsi in tutta la città, colla spada alla mano sgozzando quanti trovano. Tutto in Costantinopoli è strage ed abominazione. Chi sopravvive divien preda dei vincitori ed è ammucchiato nei parchi e vendu­to come bestiame. Si vedono prin­cipi, baroni, sacerdoti e grandi si­gnori trascinati colla corda al col­lo, cacciati a colpi di frusta e com­perati da uomini da nulla, che ne fanno pastori di buoi e di porci

ed erano quei superbi Greci che non volevano sottostare alla pa­terna autorità dei successori di Pietro, e che avevano empiamente protestato che era da preferirsi il turbante alla tiara, e la scimitarra di Maometto al pastorale del ro­mano Pontefice! La massa poi del­la popolazione greca è cacciata nelle galere, che tosto fan vela in tutte le direzioni. Per molto tem­po i porti dell'Asia e dell'Africa vedono esposte nei loro orribili mercati lunghe schiere di schiavi incatenati, che, come altre volte i Giudei, sono dispersi ai quattro venti, per insegnare a tutti i po­poli quel che diviene una nazione che osa dire allo Spirito Santo: non vogliamo che tu regni sopra di noi. (Schouppe, Istr. rel. vol. I. lez. XI).

La bella Costantinopoli, sede per tanti secoli dell'impero di O­riente, è ancora in potere dei mao­mettani; e quella cristianità già sì fiorente che diede alla Chiesa tanti Santi, tanti Dottori, e che poi traviata per superbia, ostinata nei suoi traviamenti e abbando­nata da Dio e dagli uomini, ri­mase preda di crudele e nefando sterminio, ha mosso a compassio­ne il paterno cuore del sommo Pontefice Leone XIII, che con tan­to zelo si adopera per rialzarla dal suo avvilimento e ricondurla nel­l'unità della Chiesa Romana. Deh! seguiamo anche noi tanto esem­pio di carità, e offrendo allo Spi­rito Santo riparazioni e preghiere, procuriamo di anticipare ai nostri fratelli d'Oriente la bella grazia del ritorno nel seno della vera Chiesa.



Due parole dello Spirito Santo

PRIMA PAROLA: Desolatione de­solata est omnis terra, quia nullus est qui recogitet corde (Ier. 12, 11). La terra è immersa nella de­solazione perchè non v'è più chi mediti nel suo cuore. I mali che inondano la terra sono dunque at­tribuiti dallo Spirito Santo a di­fetto di meditazione, avendo l'uo­mo abbandonato quel pio studio della verità, quel savio e divoto riflettere che tanto concorre ad al­lontanarlo dalle vie dell'iniquità e a tenerlo sulle vie della rettitu­dine e della virtù.

E se il non meditare è cagione di tanti mali al mondo in gene­rale, quanto non sarà nocivo an­che al piccolo mondo dell'anima tua, o Cristiano?... o Cristiano na­to di Dio! rinato nel Sangue del Salvatore, e dal Salvatore stes­so chiamato a rinascere nello Spi­rito Santo, e che però non hai da vivere se non nella verità e nella santità? Rientra ora in te, rifletti sullo stato dell'anima tua, e do­vrai confessare che i più santi gior­ni della trascorsa tua vita, quelli più fecondi di atti virtuosi e di opere lodevoli e abbelliti di dolce pace, furono quelli stessi nei quali il cuor tuo si tenne raccolto in divota meditazione. Ma or come va che anche conoscendo quanto il meditare t'è utile, tu abbi poi trascurato sì santo esercizio? – Se dunque rientrando in te vi trovi la desolazione della tiepidezza, la desolazone del dissipamento, la de­solazione delle passioni indomate, di' pure: La terra del cuor mio è così desolata perchè non ho fat­to bene la meditazione.

SECONDA PAROLA - Connedite bonum et delectabitur in crassitu­dine anima vostra (Is. 55, 2). Que­sta misteriosa parola dello Spirito Santo, oh, quanto dice a chi ha da Lui tanto lume da intender­la! - Proviamoci a spiegarla. - Quel Divino Spirito che è Fonte d'ogni bene e che ha invitato tut­ti i sitibondi alle sue acque, ha poi soggiunto la suddetta parola, cioè: Mangiate il bene, e l'anima vostra esulterà nell'abbondanza. Oh, quanto sta a cuore al nostro Dio il nutrire le anime da Lui create! - Ma qual sarà quel san­to cibo ch'Ei ci porge, e che chia­ma il bene? Quel cibo, se noi lo consideriamo come pascolo del­l'intelletto è la verità; se lo consi­deriamo come pascolo del cuore è l'amor divino; se lo consideriamo come nutrimento e sostegno del­l'anima è la grazia unitamente al­la pace e consolazione celeste. - Verità, amore, grazia... oh, il, pre­ziosisimo cibo! E chi ce lo dà? Lo Spirito Santo. - E quando ce lo dà? Quando ci raccogliamo in di­vota meditazione. - E saremo dunque sì stolti e trascurati del nostro bene da non far meditazio­ne?... E siamo pur quelli che ci la­mentiamo d'aver duro il cuore, cieca la mente, e lo spirito arido, debole, afflitto, scoraggiato! Eppu­re quella mensa dove ci è dato ci­bo di salute e di vita, cioè verità, amore, grazia e consolazione, è apparecchiata davanti a noi... insi­stente e amoroso è l'invito che a quella ci chiama... - Qual nome dare al nostro rifiuto, se chiamar­lo follia e ingratitudine sarebbe poco?

Bastino queste brevi riflessioni per indurci ad apprezzare e prati­care l'orazione mentale.

Qui non aggiungiamo ordinate meditazioni, chè i divoti possono trovarne in altri manuali di pietà, ma solo accenniamo alcuni brevi punti, i quali ben considerati, po­tranno fornire all'anima pia quel pascolo salutare, che lo Spirito Santo chiama il bene laddove ha detto: Mangiate il bene, cioè: nu­trite la vostra mente delle celesti verità e il cuor vostro di santi af­fetti per mezzo della meditazione, e l'anima vostra esulterà nell'ab­bondanza della grazia e della pace, ripiena di Spirito Santo. Sì: e in altre parole lo raccomanda anche san Paolo dicendo: Implemiti Spi­ritu Sancto (Ad Eph. 5. 18).



Meditazioni sui benefizi dello Spirito Santo

LA LUCE DEL DIVINO SPIRITO

Lo Spirito Santo colla luce dei suoi divini splendori illumina la nostra mente nel conoscimento delle superne verità, e nella scelta dei mezzi che conducono alla sa­lute eterna. - Felice l'anima che non chiude gli occhi innanzi a sì benefica luce!

Quando quella luce di paradiso venne a rischiarare il tuo intellet­to, come la ricevesti, o anima pia? ­La secondasti come maestra della tua vita, ovvero la respingesti co­me molesta alle tue passioni e alle tue cattive abitudini? Fosti mai uno di quei ciechi che non voglio­no aprire gli occhi innanzi alla luce vivificante del Divino Spiri­to? Pensa che siffatti ciechi non potranno poi aprir gli occhi nean­che alla beatificante luce del Pa­radiso, e dovranno piangere eter­namente nelle tenebre infernali la loro sciagura.

Ma tu dirai: quando viene quella preziosa luce, affinchè io possa profittarne? - Sappi dun­que ch'essa viene con ogni buona ispirazione; viene colla parola di Dio che ascoltiamo o leggiamo; viene coi buoni esempi che vedia­mo; e molto più viene quando noi divotamente la chiediamo allo Spi­rito Santo.

IL FUOCO DELLO SPIRITO SANTO

Lo Spirito Santo riscalda, accen­de e infiamma i cuori col Fuoco del divino amore, infondendo co­sì nelle anime il germe della san­tità, il principio della beatitudine eterna. - Felice chi non estingue quei santissimi ardori con putride acque d'immondi affetti, o con so­verchio attacco ai beni della terra.

Pensa, o anima pia, che il di­vino fuoco dello Spirito Santo - vuol esser nutrito colle legna di generosi sacrifizi. Esso tutto abbru­cia e consuma ciò che noi con ani­mo sincero gli sacrifichiamo. E quando avrà consumato ogni affet­to men puro, e ripulito l'anima dalla ruggine dall'amor proprio e d'ogni vizio, essa apparirà così bel­la come l'oro purificato nel cro­giuolo.

Deh! lasciati sì ben purificare, o anima cristiana, dal fuoco del divino Amore, affinchè tu non debba poi abbruciare nel fuoco della divina giustizia.

LO SPIRITO SANTO È GUIDA DELLE ANIME

Lo Spirito Santo coll'intima operazione della sua grazia muove le anime a fuggire il male e a fa­re il bene, e soavemente le guida per le vie della rettitudine e della santità. - Felice chi docile e pron­to si lascia condurre da Guida tanto sicura!

Anima cristiana, non sentisti forse mai quella dolce mozione, quell'intima amorevole parola del­lo Spirito Santo, che voleva gui­darti a vita più corretta, più fer­vorosa, più santa? E come gli ri­spondesti? Ah, che forse l'impul­so di sfrenate passioni, o l'alletta­mento dei beni terreni ebbe sul cuor tuo maggior forza che la gra­zia del Divino Spirito, e tu invece d'incamminarti per il sentiero del­la vita, ti sei inoltrata per quello della morte! Deh! torna addietro! e come il fanciullo ignaro della via da percorrere, cammina sicuro al fianco di suo padre, così tu, o ani­ma pellegrina, làsciati guidare e condurre dallo Spirito Santo, se vuoi arrivare all'eterna felicità.

LO SPIRITO SANTO È FORZA DEI DEBOLI

Lo Spirito Santo conforta, so­stiene e rianima coloro che a Lui si affidano. - Felice dunque chi ripone in Lui ogni fiducia, e chi, con vivo desiderio invocandolo, può dire col Profeta: Os meum aperui, et attraxi Spiritum.

Ma rifletti, o cristiano, che non meritano i conforti del Divin Pa­racleto, nè lo attraggono a sè quelle anime infingarde, che non vogliono sapere di sacrifizi, nè quelle anime eccessivamente deli­cate, che pretendono di non senti­re il peso della croce. Saresti mai di queste? Guai a te! che soffrirai inolto e meriterai poco. Lévati dunque generosamente sopra te stessa, disponiti con amore e con pace ad ogni sacrifizio che da te voglia il Signore, ed ecco che sarà teco lo Spirito Santo col dono del­la Fortezza e colle consolazioni della sua grazia: anzi verrà Ei me­desimo in te, e sarà tuo sostegno, tuo conforto, tua consolazione, tua vita.

LO SPIRITO SANTO ARRICCHISCE LE ANIME DEI SUOI DONI

Lo Spirito Santo arricchisce le anime fedeli di sette preziosissimi Doni che sono come sette fonti d'acqua purificante e vivificante; come sette faci di luce risplenden­tissima, e come sette ricche sorgen­ti di grazia, coll'aiuto della quale, l'anima che corrisponde fedelmen­te, viene a formarsi una preziosa dote di opere sante. Felici coloro che col soccorso dei sette Doni la­vorano ad arricchirsi di meriti!

Ma quei Doni sono tesori nasco­sti; bisogna farli fruttare colla fe­dele corrispondenza; sono armi di salute, ma bisogna adoperarle per combattere in noi e fuori di noi lo spirito del male, e operare il bene. Chi in ciò noti dispiega una santa attività, va incontro alla fu­nesta sorte del servo infingardo che sotterrò il talento del suo pa­drone invece di metterlo a frutto. - Uno sguardo, anima pia, alla tua vita... Deh! non ti addormen­tare su cosa tanto importante quanto la corrispondenza ai pre­ziosi Doni dello Spirito Santo.

LO SPIRITO SANTO RINNOVA LE ANIME

Lo Spirito Santo non solamente rinnova la faccia della terra, ma rinnova anche le anime: anzi il rinnovamento della faccia della terra non è altro in sostanza che il rinnovamento delle anime. Ma quali saranno le anime felicemen­te da Lui rinnovate nella grazia e nella santità? Solamente quelle che acconsentono a spogliarsi del­l'uomo vecchio e a rinascere a nuova vita.

Or questo spogliamento e que­sto rinascimento è difficile e dolo­roso, e non sogliono acconsentirvi quei cristiani gretti, sensuali e schiavi dell'orgoglio, dell'avarizia o d'altra passione. Ma l'eterna Ve­rità l'ha detto, e non può essere altrimenti: Bisogna rinascere. E in qual modo? O ammirabile e dolcissimo mistero della divina grazia! Bisogna rinascere nello Spirito Santo! O precetto vera­mente salutare! O rinascimento veramente desiderabile, nel quale torniamo a formarci, non già nel seno di nostra madre, ma nel seno dell'Eterno Amore, in quel seno sempre aperto a chi davvero vuol rinascere a santa vita!

LO SPIRITO SANTO PREGA IN NOI

Lo Spirito Santo si compiace d'essere da noi conosciuto per que­gli che ci aiuta nella nostra debo­lezza e in ogni nostro bisogno, principalmente poi nel più urgen­te dei bisogni nostri, che è quello di ben pregare per ottenere tutte le grazie necessarie alla salute. - Felice quell'anima che apprezza sì gran benefizio dello Spirito Santo!

Noi, come ne avverte San Pao­lo, non sappiamo ben pregare, e talvolta neppur sappiamo che co­sa pregare, e talvolta neppur sap­piamo che cosa chiedere, ma ecco lo Spirito Santo che abitando in noi, prende il nostro luogo a e as­ce sumendo quasi come proprie «membra la nostra mente e il no­stro cuore, li muove, eccita ed u infiamma nell'orazione. presen­u tando con gemiti inenarrabili le a nostre e sue preghiere all'adora­bile Trinità» - Quando un povero supplicante ha chi inter­cede per lui, se ne consola e spe­ra; e tu, anima fedele, che hai in te lo Spirito Santo, il quale teco e per te prega e supplica, che puoi desiderare di più e di meglio? Oh, quanto ti aiuterà a ben pregare il pensiero che lo Spirito Santo prega teco! Guardati dunque dal profanare la preghiera con fred­dezza, distrazione o diffidenza.



Ammonimento salutare

San Paolo, quel Vaso d'elezione, pieno dello Spirito Santo, che nei suoi scritti sì mirabilmente lo esalta, esorta caldamente i fedeli a non contristare quel Dio Amore, senza il quale non possiamo far nulla di bene, e col quale possia­mo arrivare all'apice della perfe­zione. Non vogliate contristare lo Spirito Santo, ci dice agli Efesini: e lo Spirito Santo si contrista col preferire la soddisfazione delle proprie voglie alle divine ispira­zioni, col secondare lo spirito mondano anzichè lo spirito del Vangelo, e con ogni e qualunque infedeltà e offesa di Dio.

Chi possiede un fedele amico dal quale riceve sempre del bene, si guarda certamente dal contri­starlo e dal contradirgli, e ciò per effetto di riconoscenza e per pro­prio interesse. Queste due ragioni dovrebbero tener bene in guardia anche noi, per evitare tutto ciò che può contristare l'ottimo degli amici che è lo Spirito Santo, al quale dobbiamo esser grati d'in­numerevoli benefizi, e senza il cui aiuto noi siamo perduti.

Alle riferite parole l'Apostolo ne aggiunge altre che indicano es­sere il cristiano cosa al tutto del­lo Spirito Santo. Ecco quelle pa­role: in quo signati estis. E poi­chè il suggello indica proprietà sulla cosa suggellata, però è chia­ro che avendo noi ricevuti nel Bat­tesimo e nella Cresima il suggello del Divino Spirito, siamo cosa sua, e quindi gli dobbiamo per­fetta sommissione in tutto e sem­pre.

Anima cristiana, non ti consola quel prezioso suggello che ti con­sacra al Divino Amore siffatta­mente che tu diventi sua proprie­tà? Non ti consola appartenergli così strettamente? - Deh! apprez­za tanta sorte; e piuttosto che con­tristare colla mala corrispondenza e con peccati lo Spirito Santo, di­sponiti a soffrire qualunque cosa. Contrista pure il tuo amor pro­prio, le tue passioni, il mondo, il demonio; ma non contristare mai più l'Eterno Amore; e pensa che chi non si tiene collo Spirito San­to sarà preda dello spirito infer­nale.



Un cenno sul Sacramento della Confermazione

Si esortano i Genitori, i Mae­stri e chiunque ha cura dei fan­ciulli, a leggere attentamente quanto segue, che gioverà loro per bene apparecchiarli al gran Sa­cramento della Cresima.

La Confermazione è un Sacra­mento istituito da Gesù Cristo, nel quale viene a noi lo Spirito Santo coll'abbondanza dei suoi do­ni per renderci perfetti Cristiani, e per aiutarci a professare corag­giosamente la Fede Cattolica.

Questo Sacramento che conferisce al Cristiano, oltre l'aumento del­la grazia santificante, anche il San­tificatore stesso delle anime, per­feziona e mantiene in noi quella vita soprannaturale che ci è con­ferita nel Battesimo. Nella Con­fermazione dunque lo Spirito San­to viene a noi per renderci forti della sua fortezza, saggi della sua sapienza, ricchi dei suoi doni, san­ti dalla sua stessa santità: Questo Sacramento ordinariamente si am­ministra ai fanciulli circa i sette anni, quando con l'uso della ra­gione comincia la lotta contro i nemici spirituali, affinchè riceva­no aumento di forza per uscirne vincitori, ed aumento di lumi e di grazie per andar sempre avan­ti sulla via della virtù. Questo Sa­cramento infonde nell'anima cer­te abitudini soprannaturali che la conducono a operare santamente, e però ad arricchirsi di meriti. Ma il dono dei doni è la carità e il Cresimato la possiede nell'istessa sua Fonte, perchè lo Spirito San­to che a Lui si dona è l'Amore so­stanziale di Dio.

Essendo la Confermazione un Sacramento per il quale lo Spirito Santo, (che è Dio come il Padre e come il Figliuolo, e che condu­ce in noi anche il Padre e il Fi­gliuolo), a noi si comunica, in noi dimora e spande in noi i suoi te­sori d'amore e di grazia, richiede nel Cresimando divoto apparec­chio e convenienti disposizioni; perciò i Genitori cristiani, i Par­roci, i Maestri e le Maestre non tralascino di usare ogni mezzo per ben disporre i giovanetti e le fan­ciulline a un Sacramento sì gran­de, che conferisce loro il carattere di perfetti Cristiani, e che, ben ri­cevuto, arricchisce l'anima dei ce­

lesti tesori e la dispone a combat­tere con fortezza e costanza contro i suoi spirituali nemici.

Della Cresima è ministro ordi­nario il solo Vescovo e straordina­rio il Sacerdote che ne ha la fa­coltà, o per diritto comune, o per concessione della S. Sede.

Il Vescovo col suo Clero si pro. stra anzi tutto all'Altare e invoca lo Spirito Santo coll'inno: Veni Creator. Segue l'imposizione delle mani che egli fa sopra tutti i Cre­simandi per attirare sopra di loro le celesti benedizioni, e per signi­ficare che lo Spirito Santo sta per discendere e riposarsi nelle loro anime colla pienezza della sua gra­zia. Dopo questa prima cerimonia che si compie all'Altare, il Vesco­vo recasi successivamente presso ciascuno dei Cresimandi, che de­vono essere inginocchiati, e con nuova imposizione- della mano fa sopra la fronte di ciascuno l'un­zione col sacro Crisma in forma di Croce, proferendo le parole Io ti segno col segno della Croce e ti confermo col Crisma della sa­lute, nel nome del Padre e del Fi­gliuolo e dello Spirito Santo. Quindi ha luogo la cerimonia d'un leggero schiaffo che il Vesco­vo. dà al Cresimando dicendogli La t>ace Asia teco; e tal cerimonia ricorda al Cresimando che deve spogliarsi delle debolezze dell'a­mor proprio e disporsi a soffrire con calma e con nobile coraggio i disprezzi e le persecuzioni del mondo e sopportare la Croce con pazienza e, costanza. Segue infine la benedizione del Vescovo, cui debbono assistere tutti i Cresi­mati.

Il Cresimando deve avere il Pa­drino se è maschio e la Madrina se è femmina. Questi durante il Sacramento debbono tenere la ma­no destra sulla spalla destra del Cresimando. Altro lor dovere è sorvegliare (se ciò non fanno i genitori) la condotta del figlioc­cio, e procurare che duri costante nella via della salute.

Chi riceve il Sacramento della Cresima dev'essere battezzato, deve avere (possibilmente) l'uso di ra­gione, dev'essere in grazia di Dio e bastantemente istruito nella dot­trina cattolica.

E' quindi da premettere il Sa­cramento della Penitenza, e sarà bene fare qualche preghiera in preparazione, chiedendo al Signo­re di ricevere degnamente questo Sacramento della Confermazione, come pure ringraziare il Signore dopo averlo ricevuto. E' da consi­gliare anche la rinnovazione delle promesse del Battesimo, del quale la Confermazione è come il per­fezionamento.

Gli effetti che produce il Sacra­mento della Cresima sono: Fer­mezza e costanza nella pratica del­le virtù cristiane; aiuti speciali per osservare ad ogni costo la di­vina legge e per seguire generosa­mente la grazia della vocazione: coraggio soprannaturale per af­frontare i disprezzi dei mondani, e per sacrificare, quando bisognas­se, anche la vita. Questi effetti si ammirano principalmente nei Martiri e in quelle anime gene­rose che antepongono ad ogni be­ne temporale la gloria di Dio e il bene eterno.

Nei tempi Apostolici la Confer­mazione produceva talvolta anche effetti straordinari; e San Paolo (i° Cor. 12. 8) ne accenna i prin­cipali: dono di profezia, dono dei miracoli, discernimento degli spi­riti, parlare e intendere diverse lingue, ecc.

Ecco ora i doveri del cresimato, il quale, come soldato di Gesù Cristo, deve essere:

1°) Alieno dalle cose del mon­do, e fedele al suo Capitano Gesù Cristo, e alle regole della sua mi­lizia, cioè alle leggi della Chiesa.

Amante della sua bandiera, cioè della Croce, e pronto a ono­rarla colla vittoria dei rispetti umani.

3°) Coraggioso nel combattere contro lo spirito mondano, contro l'errore e contro gli altri nemici della Fede.

4°) Coraggioso nel difendere il suo Re Gesù Cristo, specialmente nella persona del Papa e dei Sa­cerdoti.

5°) Coraggioso nel sostenere per­secuzioni per il suo Dio, se di tanto venga onorato.

6°) Coraggioso nel combattere anche in se medesimo tutto ciò che si oppone allo Spirito di Dio, e santamente altiero della gloria di esser soldato del più eccellente Capitano, Gesù Cristo.

7°) Finalmente il Cresimato non deve dimenticare d'avere in sè ri­cevuto personalmente lo Spirito Santo, e deve mantenergli special devozione per tutta la vita.



Una paginetta di storia contemporanea ai genitori

Lo spirito inondano, col suo malvezzo di profanare le cose sante, impedisce talvolta che la di­vina grazia produca nelle anime i suoi frutti. Perchè ciò si intenda, basta riflettere alla condotta dei mondani del nostro tempo relati­vamente al Sacramento della Cre­sima.

Prima di tutto i genitori tra­scurano di ben disporre a sì gran Sacramento il cuore dei figli; ma perdoniamo ciò alla loro ignoran­za: quello che non si può perdo­nare si è il giunger talora a ingannare la credulità infantile per far credere ai bambini certe sciocche falsità che li spaventano, e metto­no in quelle anime semplici gran paura di questo Sacramento e di chi lo amministra.

Altri poi all'avvicinarsi della Cresima d'altro non parlano ai loro figli che dei regali che rice­veranno dal padrino e dalla ma­drina, del pranzo... e alla bambine del nuovo abito e degli ornamenti che lor si preparano per il giorno della Cresima! Ma una buona pa­rola per eccitare in quei cuori in­nocenti il desiderio di ricevere lo Spirito Santo, da certi genitori non si ode; e neppure qualche rifles­sione che faccia apprezzar ai bim­bi tanta grazia, o qualche esempio per mostrar loro nei Santi, e spe­cialmente nei Martiri, i preziosi effetti della Cresima. Sono pur da compiangere quei poveri bambini, figli di mondani o di stolti, che trascurano di ben disporli alla Cresima, o peggio, scherzano con essi sopra sì gran Sacramento!

E il giorno della Cresima come si passa? Invece d'un divoto rin­graziamento: passeggiate, diverti­menti, visite... Poveri figliuoli! Ma ecco le conseguenze di questo stol­to e indegno procedere.

I bambini anche dopo la Cresi­ma sono testardi e disobbedienti; anche dopo la Cresima persistono nel disperzzo dei maggiori e negli altri difetti: il padre se ne cura poco e pensa che, giunto all'età della riflessione, il figlio si correg­gerà; la madre si lamenta, sospira, rimprovera; ma si illude essa pure sull'avvenire, aspettando che il fi­glio si corregga e metta giudizio da sè. Gli anni intanto corrono veloci, i figli non si correggono, anzi ne fanno di più grosse: la mamma piange; il padre è serio e taciturno... Ma, possibil mai che sieno obbedienti, amorosi e savi quei giovani i quali, per l'incuria e stoltezza dei genitori, rimasero privi, non solo di accurata istru­zione religiosa, ma perfino di quei superni aiuti, di quei celesti doni che avrebbero potuto ottenere nel sacramento della Cresima degna­mente ricevuto? Chi deve e chi può aiutarli, a moderare le loro passioni, a compiere i loro doveri e vivere da buoni Cristiani se non la divina grazia? Ma i genitori gliel'hanno forse procurata la divi­na grazia? - Tutt'altro! E sono poi sì ciechi che non vedono onde viene il male...

Imparino almeno a spese altrui quei genitori che hanno i figli ancora in tenera età; li educhino cristianamente, li avvezzino a pre­gare, li correggano per tempo e li dispongano a ricevere santamen­te e con frutto il gran sacramento della Confermazione.



Sentenze di alcuni Santi sull’eccellenza del Sacramento della Cresima

Non più solamente i Re e i Sa­cerdoti ricevono la sacra Unzione, ma tutti i fedeli, perchè ciascuno di essi è membro dell'eterno Re e Sacerdote Gesù. Essendo noi dunque una stirpe reale e sacer­dotale, siamo unti, dopo il Batte­simo, affinchè portiamo realmente il nome di Cristiani (S. Isid. Hisp. i, 2, de Eccl. off. c. 25).

Ogni fedele è fortificato dalla sa­cra Unzione perchè sappia che non solo è divenuto partecipe della di­gnità sacerdotale e reale, ma è stato scelto altresì per combattere il nemico infernale. (S. Aug. Sent. n. 341).

Tertulliano (de Resurr.) dice che si pongono (nella Conferma­zione) le mani sul capo, affinchè l'anima sia illuminata e posta sot­to la protezione dello Spirito Santo.

Nel Battesimo lo Spirito Santo c'è dato per distruggere in noi i peccati passati, e nella Conferma­zione lo riceviamo per premunirci contro nuovi peccati (S. Petr. Dam. Ser. 1° de Ded. Eccl.).

Per il Battesimo l'uomo è am­messo nelle file della milizia; e per la Confermazione acquistiamo le qualità e disposizioni che fanno il vero soldato. Nel Battesimo ri­nasciamo alla vita, nella Confer­mazione acquistiamo forze da so­stenere le battaglie (Per conser­varla). Nel Battesimo siamo puri­ficati, nella Cresima siamo forti­ficati. (S. Melch. In Ep. ad Hisp. episc.).

ESEMPI

San Bernardo nella vita di san Malachia, vescovo d'Irlanda, narra come questi assistendo un giorno Malco, altro vescovo, mentre am­ministrava il sacramento della Confermazione, fu testimone della prodigiosa e subitanea guarigione di un giovane lunatico orribil­mente travagliato dal suo male; e tal guarigione avvenne appena il vescovo gli ebbe imposto le mani e fatto l'unzione sulla fronte. Quel felice Cresimato, pieno l'animo dello Spirito Santo e risanato per­fettamente nel corpo, se ne tornò a casa sua, cantando inni di rin­graziamento.

Raccontasi parimente di Faro, vescovo di Meaux, che tra coloro i quali una volta si presentarono a lui per esser cresimati trovavasi un giovane cieco. Appena il vesco­vo gli ebbe fatto sulla fronte il segno della Croce col Sacro Crisma gli caddero dagli occhi come delle squame, e il giovanetto rimase per­fettamente guarito dalla cecità (Lohn. Bibl. 1. 3g).

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