Le Fiabe di Leone Tolstoj

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Beldanubioblu
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Le Fiabe di Leone Tolstoj

Messaggio da Beldanubioblu » mar giu 20, 2006 3:38 pm

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Nato da una famiglia di antica nobiltà terriera a Yasnaya Polyana, nel governatorato russo di Tula, nel 1828, Lev Tolstoj studiò legge a S. Pietroburgo e da giovane combatté nella guerra russo-turca, che gli ispirò i primi racconti, prevalentemente autobiografici.

In seguito si orientò verso gli ampi affreschi storici ("Guerra e Pace", 186 e le grandi storie d'amore ("Anna Karenina", 1877). Nella seconda metà degli anni '70 fu colto da una profonda crisi spirituale che lo fece allontanare dalla chiesa ortodossa e che lo portò alla teorizzazione di una religiosità più autentica e più vicina alle origini.

La sua profonda volontà di rinnovamento nei confronti della società russa (che già sperimentava le prime scosse rivoluzionarie) ne fece un attento studioso di pedagogia ed un audace saggista in campo politico, filosofico e critico. Queste sue attività gli valsero la scomunica della Chiesa russa e gli attacchi della censura.

Gli ultimi anni furono orientati verso un'incessante attività di livellamento tra la sua vita e le sue teorie: si dedicò ai più duri lavori manuali e maturò l'idea di distribuire le terre ai contadini.

In seguito a forti dissidi con la moglie e nonostante l'età (82 anni), decise di fuggire di casa, ma le sue condizioni di salute non gli permisero di andare oltre la stazione di Astapovo, sulla linea per Rostov , dove la morte lo colse il 7 novembre 1910.

Note biografiche a cura di Maria Agostinelli.



Fiabe di Leone Tolstoj



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L'asino vestito della pelle del leone e la volpe





Un asino si mise addosso la pelle di un leone e andava attorno seminando il terrore fra tutte le bestie. Vide una volpe e volle provarsi a far paura anche a lei. Ma quella, che per caso aveva già sentito la sua voce un'altra volta, gli disse:
- Sta pur sicuro che, se non ti avessi mai sentito ragliare, avresti fatto paura anche a me -.
Cosi ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrerebbero persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse.



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Il contadino e lo spirito del fiume




Un contadino fece cadere l'accetta nel fiume. Dal dispiacere s'accovacciò sulla riva, e si mise a piangere.
Lo sentì lo spirito dei fiume: ebbe pietà del contadino, uscì dall'acqua portandogli un'accetta d'oro, e gli disse:- E' tua quest'accetta?
Il contadino disse: - No, non è la mia.
Lo spirito uscì dall'acqua con una seconda accetta, questa volta d' argento.
Il contadino disse di nuovo:- Non è l'accetta mia. Allora lo spirito gli portò la sua vera accetta. il contadino disse: - Questa sì ch'é l'accetta mia! Lo spirito regalò al contadino tutt'e tre le accette, perché era stato così veritiero.
Tornato a casa, il contadino fece vedere le tre accette agli amici, e raccontò tutto quello che gli era accaduto.
Ed ecco che uno di quei contadini pensò di fare la stessa cosa; andò al fiume, buttò giù a bella posta la sua accetta nell'acqua, s'accovacciò sulla riva e si mise a piangere.
Lo spirito del fiume venne fuori con l'accetta d'oro e gli domandò: - E' questa la tua accetta?
Il contadino, tutto contento, si mise subito a gridare: -E' la mia, è la mia!
Lo spirito, allora, non solo non gli diede l'accetta d'oro, ma nemmeno quella sua gli rese più, giacché era stato così bugiardo.


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I due cavalli



Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro. Il primo cavallo non si fermava mai; ma l'altro sostava di continuo. Allora tutto il carico viene messo sul primo carro. Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto, disse sentenzioso al compagno:
- Vedi? Tu fatichi e sudi! Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare .
Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse:
- Perché devo mantenere due cavalli! Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi? Meglio sarà nutrir bene l'uno, e ammazzare l'altro; ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso! .
E così fece.-



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Il corvo e i suoi piccini



Un corvo aveva fatto il nido , in un'isola. Quando gli nacquero i piccini, pensò che sarebbe stato meglio trasportarli sulla terraferma. Prese tra gli. artigli il figlio più piccolo e si staccò dall'isola volando sopra lo stretto. Quando giunse in mezzo al mare, si sentì molto stanco: le sue ali battevano l'aria sempre più lente. " Oggi io sono grande e forte e porto mio figlio sul mare perché mio figlio è debole - pensava il corvo - quando esso sarà cresciuto e sarà diventato forte, mentre io sarò debole e vecchio, chissà se mi ricompenserà delle fatiche che io sostengo oggi e se mi trasporterà come io faccio, da un luogo all'altro ?!"
Il corvo decise allora di accertarsi subito e chiese al suo piccolo:
- Quando tu sarai forte e io sarò vecchio e debole, mi aiuterai come faccio io ora con te? Mi trasporterai da un luogo all'altro? Dimmi la verità….
Il piccolo corvo vide in basso il mare e, temendo che il padre lo lasciasse cadere, si affrettò a rispondere:
- Si, sì, ti aiuterò, ti trasporterò -



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La testa e la coda del serpente


Un giorno la coda del serpente attaccò lite con la testa: si doveva stabilire quale delle due dovesse andare avanti per prima.
La testa diceva: - Tu non puoi andare avanti per prima: non hai occhi e non hai orecchi!
La coda rispondeva: - In compenso, però, io ho la forza. Sono io che ti faccio muovere. Se per capriccio mi arrotolo intorno ad un albero, tu non ti puoi spostare più.
Propose la testa: - Allora, separiamoci.
La coda si staccò dalla testa e cominciò a strisciare sola. Ma poco dopo non vide un crepaccio e vi precipitò dentro.


Luciella



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Il sole non ti serve per vedere perchè tu luce sei in mezzo al buio...(Lucia Di Iulio)

gluca
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Iscritto il:sab feb 25, 2006 1:02 pm
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Messaggio da gluca » mer giu 21, 2006 3:55 pm

Stupende queste fiabe.

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